La famiglia Mansfield è composta di persone speciali: mamma, papà e la loro bimba Shaylee sono non udenti. La sordità è un limite fisico difficile da coniugare con la vita sociale per un ovvio problema di comunicazione: il primo limite dei bambini sordi, infatti, è non essere compresi.
Shaylee, grazie al progresso culturale e alla più attenta sensibilità verso le disabilità, vive oggi una realtà più semplice rispetto a quella che fu l’infanzia dei suoi genitori. Mamma e papà Mansfield sono stati bambini sordi e hanno saggiato sulla loro pelle il dolore dell’incomprensione e la sofferenza della mancata comunicazione.
Quando il mondo non conosce il linguaggio dei segni il bambino non è semplicemente affetto da un handicap, ma diviene completamente solo, parte di un mondo che non è capace di accoglierlo.
Shaylee ha la fortuna di vivere in un contesto scolastico preparato all’accoglienza dei bambini sordi, nella sua scuola il linguaggio dei segni è noto e conosciuto e lei gode, quindi, della possibilità di “parlare” con i suoi coetanei.
Nella società più largamente intesa non è sempre facile farsi capire, come non deve essere facile per una bambina accettare di non essere compresa e di non essere dotata di strumenti comunicativi immediati come la parola.
La piccola Shaylee ha ricevuto una sorpresa dai genitori: la bambina è stata portata a Disneyland! E lì non solo ha vissuto la magia dell’incontro con i personaggi delle favole, ma, grazie alla grande organizzazione accoglienza del parco divertimenti, ha potuto “parlare” con alcuni dei suoi miti fantastici, ovvero ha incontrato animatrici che conoscono e praticano la lingua dei segni.
Un video caricato su Youtube mostra lo stupore di Shaylee e testimonia che anche i semplici sogni dei bambini sordi possono avere voce.
Quando la piccola ha “parlato” con Minnie si è stupita e commossa vedendo le grandi mani del pupazzo che si muovevano seguendo un dialogo per lei comprensibile e familiare.
Il video dell’incontro tra Minnie e questa bimba non udente deve ispirare in tutti noi una riflessione importante: l’accettazione delle disabilità parte dalla comprensione e pretende che, con un minimo sforzo, si costruiscano ponti per avvicinare mondi complementari. Il linguaggio dei segni è il solo ponte che i bambini sordi possono attraversare per avere pieno accesso al mondo “normale” degli altri bambini e di tutti gli adulti dotati di comune udito. Pertanto la promozione diffusa della comprensione dei segni dovrebbe essere un ambizione di tutti, anche perché l’handicap non va considerato come un’eccezione, esso dovrebbe essere valutato come una realtà di cui l’intera società dovrebbe sentirsi responsabile.