La presenza del papà in sala parto è acquisita oramai come un beneficio per la mamma, l’accompagnamento alla nascita che i padri moderni danno parte dalla gestazione e si innesta su un rapporto uomo-donna più paritario e partecipato nella gestione familiare. Oggi i papà in sala parto sono sempre di più; vivono il travaglio, condividono la fatica, sostengono e partecipano alla nascita facendo di questa esperienza la base della relazione genitoriale.
La relazione di coppia cambia il suo destino all’atto della venuta al mondo di un figlio, diventa relazione tra due genitori, non più tra due innamorati o comunque tra due entità individuali. Madre e padre sono ruoli nuovi che si acquisiscono con la pratica del fare e la sperimentazione di sentimenti sconosciuti, non sempre le opinioni convergono, facilmente la relazione a due è turbata dalla stanchezza, dalle preoccupazioni e dalla presenza stessa del neonato che è catalizzatore. Vivere insieme tutta l’esperienza genitoriale, con-dividere sin dal momento del parto, è una scelta largamente supportiva, ovvero aiuta a comprendersi meglio e di più.
Papà in sala parto oggi, cos’è cambiato
Vediamo quindi cosa è cambiato nella nostra società tanto da portare sempre più papà in sala parto! Sicuramente è cambiata la società stessa, il ruolo della donna nel mercato del lavoro e la sua funzione produttiva rispetto all’economia domestica, così è mutato anche il modo di vivere la coppia: la mamma non sta più a casa, come l’angelo del focolare e il papà non è più il solo responsabile del sostentamento familiare, come “capo famiglia”. Mamma e papà godono e “sopportano” una pari responsabilità produttiva e educativa in una relazione che li mette sullo stesso piano.
Al contempo ci sono più occasioni di confronto e dialogo, la coppia è per cultura più dialogante e c’è più attenzione al benessere psicologico dei membri della famiglia.
Papà in sala parto le regole prima del Covid
Da parte degli ospedali non c’è più l’obbligo della richiesta di vaccinazione contro la salmonellosi (se dovesse essere richiesta, suddetta vaccinazione andrebbe effettuata non più di 30 giorni prima del parto).
Diversa è la procedura se si vuole partecipare al parto cesareo: l’intenzione del papà di entrare in sala parto con la mamma che sta per affrontare un cesareo deve essere comunicata in anticipo. La struttura sanitaria autorizzerà il papà ad assistere indicando le accortezze e le regole da rispettare.
Vale la pena precisare che il parto spontaneo non avviene più in sala operatoria, pertanto (almeno fino a prima della pandemia) anche la disciplina d’ingresso è relazionata al luogo: in sala parto (pre Covid) si poteva entrare con babbucce ai piedi, camice e retina per contenere i capelli. A complicare le cose però è arrivato il virus SARS-CoV-2, la pandemia da COVID-19 ha imposto una riorganizzazione dei percorsi assistenziali legati alla nascita.
Papà in sala parto regole anti-Covid
Tutte le donne hanno diritto a vivere un’esperienza positiva del parto, questa ricade sulla relazione col bambino e ha un peso nella costruzione della relazione genitoriale, ovvero della nuova relazione col partner. Lo riconoscono l’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’Istituto Superiore di Sanità. Il problema che si è imposto ai medici in tutti i punti nascita è in primis questo: conciliare il beneficio dell’accompagnatore (il papà piuttosto che la nonna o la zia) alla diffusione pericolosa e aggressiva del virus pandemico.
L’OMS non ha dubbi sul fatto che l’assistenza intrapartum sia supportiva e che i benefici incidano sulla risposta all’assistenza medica durante il travaglio, durante il parto e per tutta la degenza ospedaliera:
una donna che si sente a suo agio e che è emotivamente confortata ha più probabilità di essere una partoriente collaborativa e responsiva alle cure.
Tuttavia non tutti i presidi sanitari stanno rispondendo nello stesso modo alla richiesta della presenza dei papà in sala parto, anche all’interno delle stesse Regioni, la figura di accompagnamento è diversamente accolta e considerata e-o limitata nell’assistenza al parto, sempre causa normative anti-Covid.
Papà in sala parto quando la mamma è positiva o rappresenta un sospetto Covid-19 positivo
Spesso quando la partoriente è un sospetto caso di COVID-19 o è risultata positiva all’infezione, la presenza dell’accompagnatore durante il travaglio, il parto e la degenza non è consentita.
Regole anti-Covid in sala parto e nell’accesso ai punti nascita
La presenza dell’accompagnatore in sala parto resta subordinata al Green Pass (in quanto visitatore); allo screening all’ingresso; alle misure di prevenzione primaria, ovvero l’uso della mascherina e il rispetto dell’igiene delle mani, il tutto normato dal regolamento interno di ogni punto nascita. Come tutti i visitatori che accedono alle strutture sanitarie anche il caregiver della partoriente resta assoggettato a rigorose limitazioni degli spostamenti all’interno della struttura.
La Società Italiana Neonatologia, SIN è tornata sull’argomento ribadendo l’esigenza di rendere i papà partecipi del parto, la loro presenza è un effetto che si estende alla strutturazione della famiglia intesa come triade: mamma, bambino e papà.
Dai primi momenti della nascita, restando non secondario il peso dell’allattamento e del suo buon principiare, dipende la relazione genitoriale e quindi una genitorialità consapevole e condivisa. In ragione di tutto ciò, le neo-mamme e i neo-pappà dovrebbero essere informati sull’importanza della presenza del papà in sala parto.
Papà in sala parto pro e contro
Entrare in sala parto con la mamma del proprio bambino deve essere, però, una scelta e non l’adesione a un’aspettativa della compagna o della famiglia, men che meno deve essere un comportamento indotto dalla moda. In tal senso la presenza dei papà in sala parto va sempre intesa come una scelta della coppia e non è un atto dovuto a cui l’uomo deve sentirsi vincolato. La regola d’oro è: scegliere nel rispetto della soggettività e senza forzature.
Se la coppia è intimamente salda e se la scelta è condivisa, certamente la presenza del papà sarà di aiuto; al contrario se tra mamma e papà c’è conflitto, scarsa intimità o semplicemente imbarazzo rispetto all’evento nascita, la presenza dell’uomo potrebbe essere addirittura limitante e negativa. In merito vi sono studi che sostengono la possibilità per la madre di vedere aumentati i suoi dolori se al parto assistesse il partner con il quale ha scarsa intimità.
Quello che possiamo suggerire, dunque, è di valutare la possibilità a seconda della personalità dei due partner, tenendo a mente che è un momento irripetibile nella vita della coppia e che è un momento unico nella vita di ogni singolo genitore: nessuno deve soffocare i propri sentimenti, nessuno deve sentirsi inappropriato o in imbarazzo o nella condizione di subire una scelta imposta. Ciò che si può fare, quindi, è avvicinarsi a questa scelta in modo consapevole: lavorate sulla scelta nei nove mesi e optare per la soluzione migliore per voi.
Papà in sala parto: cosa potete fare?
Cari papà, ricordate innanzitutto che il momento della nascita è anche vostro, è vero che la mamma sta fisicamente partorendo ma il bambino l’avete fatto insieme. Quindi: godetevelo!
Ci sono coppie in silenzio adorante verso questa pancia che sta per schiudersi; coppie un po’ più preoccupate che chiedono consigli al personale medico e ostetrico; papà in sala parto che invitano le mamme a respirare come insegnato al corso di accompagnamento alla nascita; papà che fanno massaggi e asciugano il sudore.
Attenzione al rispetto delle reciproche reazioni considerando l’implicazione fisica della mamme e il suo dolore: ci sono mamme che trasformano le attenzioni del partner in reazione positiva, ne traggono costante beneficio, altre, invece, che arrivano persino a rispondere in malo modo al papà in sala parto invitando al silenzio o chiedendogli di allontanarsi. Abbiate pazienza, lasciatevi aiutare dal personale medico, infermieristico e ostetrico e considerate il grande impatto fisico che il parto ha sul corpo della mamma.
Cosa potrebbe essere utile sapere ai papà in sala parto:
- Il travaglio può essere molto lungo. Cari papà cercate di non far presente alle mamme la vostra eventuale noia né verbalizzandola né iniziando a usare cellulari, tablet, giornali. State accanto alla mamma e cercate di capire che questi momenti nessuno ve li renderà indietro.
- Non fate facce di terrore, di disgusto o di stizza ad esempio al momento della visita, oppure dinnanzi ai lamenti di dolore della mamma.
- Non impersonate il Piero Angela della situazione: mamma sta soffrendo, è bello e utile ricordarle di respirare o cercare di distrarla ma non usate frasi da manuale, men che mai non provate a dettar legge con l’ostetrica o il ginecologo.
- Non sminuite il dolore provato, riconoscete il dolore o comunque la fatica che la vostra compagna sta facendo nel mettere al mondo vostro figlio.
- Provate a non tiratevi indietro all’ultimo. Sicuramente avrete avuto molte occasioni per parlare della possibilità di entrare o meno in sala parto, ora ci siete! La decisione è presa e la mamma sta facendo affidamento sulla vostra presenza, è bene quindi tenere duro e cercare di non svenire.
- Non abbiate timore di mostrare ciò che provate, il momento della nascita del vostro bambino è un momento carico di emozioni!
- Siate vicino alla mamma e alle sue richieste. Mettete musica, chiacchierate, giocate a carte, distraetela, filosofate… insomma siate coppia fino in fondo!
- Non fate foto né alla mamma né al bambino senza un preciso accordo sulle stesse, allo stesso modo, a meno che non siate d’accordo come coppia, evitate video-chiamate ad amici e parenti o telecronache del parto su gruppi di famiglia.
Ricordate che il parto è un momento di straordinaria intimità, le vostre anime si fondono e questa volta non siete soli, accogliete e inglobate anche l’anima del figlio diventando famiglia.
Articolo originale datato 23 Febbraio 2012 scritto con la collaborazione della Dott.ssa Floriana Brugioni
Articolo revisionato e implementato al 14 Dicembre 2021