Il mio bambino non mi racconta mai niente! Spesso ci si lamenta per il fatto che i figli non parlano e non raccontano nulla di ciò che hanno fatto a scuola, in palestra, all’oratorio o con gli amici. In realtà le domande: perché, chi, che cosa, come mai, sono vissute dal piccolo come provocatorie. Esse indagano, controllano e non invitano alle confidenze. Il bambino si mette sulla difensiva, si chiude in se stesso temendo che, se risponde, riceverà delle critiche o dei rimproveri.
Ma la confidenza si guadagna facendosi stimare, sapendo “governare” ciò che conta e riuscendo a dare spazio ai figli dare spazio sulle faccende meno importanti. In tal senso, la confidenza si favorisce creando un’atmosfera tranquilla, in cui non si drammatizzano i fatti quotidiani e si sa ridere e scherzare.
Il mio bambino non mi racconta mai niente! Ecco cosa fare
I bambini temono i genitori quando ne subiscono scoppi improvvisi di rabbia di cui non capiscono la causa; quando ricevono comandi dati con prepotenza; quando si accorgono che ciò che dicono e fanno è reso noto a tutti, il che li umilia e li dissuade dal confidarsi.
Quando il figlio non racconta nulla ai genitori è fondamentale iniziare ad instaurare un dialogo.In realtà il rapporto dialogante con i propri figli andrebbe costruito sin da quando i bimbi sono piccoli.
Basterebbe parlare di sé, dei propri sentimenti, dei propri sogni e desideri anche solo 10 minuti al giorno: prima di andare a letto, al mattino mentre si fa la colazione o in qualsiasi altro momento della giornata.
Questa è un’abitudine che potrà accompagnare figli e genitori fino agli anni dell’adolescenza. Non importa trovare argomenti particolari, basta semplicemente raccontare qualcosa che vi è accaduto durante il giorno e rivelare con parole semplici il vostro stato d’animo restando ad ascoltare i commenti del bambino, che pian piano, si aprirà a sua volta.
Il mio bambino non mi racconta mai niente! Ecco i consigli pratici di Vita da Mamma per un buon dialogo genitore – figlio:
- Cercare il contatto degli occhi: se volete parlare con un bambino è molto importante guardarlo negli occhi, si crea così un flusso che trasmette la vostra energia alla sua.
- Stargli vicino fisicamente: mettetevi al suo fianco, prendetegli la mano, e parlateci usando un tono di voce caldo e invitante, e ascoltate quello che ha da dirvi.
- Trovare parole che lo rassicurano: è importante seguire il discorso del piccolo accompagnandolo con frasi che lo incoraggiano a parlare, tipo “Fammi vedere se ho capito quello che vuoi dirmi….”, “ Ti senti come se…”: facendo sentire la vostra comprensione e disponibilità nel dialogare con lui.
- Far sentire il bambino compreso: nel parlare con il bambino è quindi di notevole importanza fargli capire che vi rendete conto di quanto siano forti i suoi desideri o le sue emozioni. Egli ha soprattutto bisogno di essere capito: se vede che riconoscete le sue esigenze, sarà più disponibile ada aprirsi e accettare le vostre opinioni.
- Rivolgersi a lui con rispetto: nel mostrare le vostre richieste cercate di non dare mai l’impressione al bambino di voler imporre la vostra autorità. Usate quindi, un tono di voce rassicurante e calmo, che renda il piccolo più propenso a fare quello che chiedete. Ridurre il volume della voce, servirà a far cambiare in poco tempo il comportamento del bambino.
Così come voi vi sforzate di non prendervela con lui quando vi fa arrabbiare e magari lo rimproverate senza insultarlo, vi accorgerete che anche lui nel rivolgervi a voi eviterà di farlo. Allo stesso modo è importante insegnargli a rivolgersi a voi senza giudicare né negare le vostre parole. Questo non significa reprimere quello che pensa, semplicemente potrà esprimere le sue opinioni, ma sempre con massimo rispetto.