Quando si usa la parola vampiro non sempre si intende parlare di quell’essere mitologico immortale, uomo o donna, che vive di notte nutrendosi del sangue degli esseri umani, un personaggio di fantasia spesso protagonista di racconti horror.
Nelle zone dell’America centrale e meridionale, la parola vampiro viene usata per identificare un particolare tipo di pipistrello, il Desmodus rotundus, che si nutre del sangue di animali vertebrati che preleva attraverso morsi dati con gli incisivi superiori molto affilati.
Tale morso può diventare veicolo di trasmissione di malattie quali la tripanosomiasi (malattia tropicale animale causata da parassiti del genere Trypanosoma) e la rabbia (malattia virale che colpisce gli esseri viventi a sangue caldo, uomo compreso, e provoca l’infiammazione acuta del cervello).
Proprio in questi giorni è stata dichiarata emergenza nazionale in Perù in seguito alla crescita di casi di rabbia dovuti al morso di pipistrello.
A diffondere in questi giorni la notizia delle 12 persone morte di rabbia in seguito al morso di pipistrello vampiro sono stati i principali quotidiani dell’America latina, un allarme poi ripreso dai quotidiani inglesi e, successivamente, riportato anche dalla stampa italiana.
Questa lunga catena di traduzioni in diverse lingue ha però comportato una discordanza tra le informazioni rese note dalle diverse fonte giornalistiche. Molti infatti parlano di 12 bambini morti di rabbia di età compresa tra gli 8 e i 15 anni, la stampa locale dichiara “12 menores” (minori), le agenzie stampa, tra cui l’EFE (agenzia stampa spagnola), invece riportano un più generico “12 indigeni”.
Unica dato non mutato è la causa dei decessi avvenuti nel giro di 4 mesi circa (settembre 2015 e febbraio 2016): la malattia virale, ossia la rabbia, trasmessa attraverso il morso di pipistrello.
Morso di pipistrello: si procede alle vaccinazioni di massa.
L’allarme è scattato alcuni giorni fa quando alcuni bambini di etnia Achuar, gruppo indigeno della comunità Yancuntich che vive nella foresta amazzonica situata nella regione peruviana di Loreto, al confine con l’Ecuador, sono stati trasferiti all’Ospedale regionale di Loreto.
I bambini, a cui è stato diagnosticata la rabbia, sono purtroppo deceduti. Le analisi effettuate sui loro piccoli corpi hanno portato alla luce un’importante problematica che non era stata denunciata.
Solo in seguito a tali decessi infatti il MINSA (Ministero della Salute peruviano) ha potuto accertare, e rendere noto attraverso un comunicato stampa ufficiale, che i 12 decessi per rabbia avvenuti in quella comunità erano da attribuire al morso di pipistrello.
Il Ministro della Sanità Anibal Velasquez, recatosi personalmente in questi giorni nella zona della foresta amazzonica dove risiede la comunità indigena più colpita, ha dichiarato:
<<Stiamo prendendo 20.000 ulteriori dosi di vaccini contro la rabbia della fauna selvatica causata dal morso di pipistrello vampiro infettato da questo virus. Abbiamo identificato bene la zona dove si sono verificate le morti ed è ben concentrato nella regione vicino al confine con l’Ecuador. In questo modo il lavoro di controllo sull’epidemia sarà concentrato in queste comunità indigene>>.
Immediata quindi l’allerta scattata in tutta la regione, riferita anche dal quotidiano peruviano “El Comercio”, che segue la vicenda da diversi giorni, che ha reso noto ieri, giovedì 11 febbraio, che il Decreto Supremo ha proclamato un’emergenza sanitaria di 90 giorni, periodo entro il quale gli appartenenti alle tribù locali, e gli abitanti delle zone confinanti, verranno sottoposti ad una vaccinazione di massa preventiva contro la rabbia.