Una giovanissima donna, di appena 16 anni, viene portata in ospedale con un’emorragia uterina in corso. Sin da subito i medici nutrono il sospetto di un aborto, ma dalle ecografie e dagli esami non ne hanno ancora evidenza certa. La ragazza, giunta nel nosocomio in condizioni serie, dichiara al personale che l’assiste di avere avuto i sui cicli mestruali. Qualche ora più tardi la mamma della giovane alletterà i carabinieri perché, tra le cose di sua figlia, troverà un feto morto nascosto in una borsa.
Ha solo 16 anni, i genitori la portano in ospedale perché ha un’emorragia in corso, qualche ora dopo fanno una scoperta choc: nell’armadio della ragazza c’è un feto morto nascosto in una borsa.
L’emorragia uterina, di importante entità, è stata fermata grazie ad un intervento chirurgico di revisione e raschiamento dell’utero. La ragazza deve la sua vita al personale medico dell’ospedale San Polo di Monfalcone. Nessuno era a conoscenza della gravidanza della giovane, della provincia di Gorizia. La ragazza avrebbe affrontato da sola un parto\aborto avvenuto notte tempo. Nella prima mattinata di venerdì scorso, in preda all’emorragia, conseguente all’espulsione del feto, la ragazza è stata condotta in ospedale.
La madre della giovane, del tutto ignara della gestazione come del parto\aborto, una volta tornata a casa dall’ospedale per recuperare pochi e necessari effetti personali, fa la macabra scoperta del feto morto chiuso in una borsa e “nascosto” nell’armadio.
Il piccolo corpicino avrebbe un’età gestazione pari a 22 settimane. Adesso è nella disposizione degli inquirenti per l’autopsia che, comparata all’esame delle cartelle cliniche e dei referti medici della minorenne, rivelerà le ragioni dell’espulsione del feto e farà luce sulle condizioni della sua nascita.
C’è da appurare se il bambino è nato morto o se il decesso è intervenuto dopo il parto
La giovane è ancora ricoverata ma è stata aperta un’indagine volta a fare luce sulla situazione.
I genitori dichiarano di non essersi accorti di nulla, nella notte della tragedia ognuno dormiva nella propria stana e la ragazza avrebbe gestito da sola ogni cosa. Per di più nelle settimane precedenti all’aborto la giovane avrebbe nascosto a tutti il suo stato di gravidanza. Infine, malgrado l’emorragia, lo choc e la solitudine, la ragazza sarebbe riuscita ad occultare il figlio appena partorito, così il feto morto nascosto in una borsa nell’armadio di casa sarebbe diventato il suo segreto più grande.
Fonte: Il Messaggero Veneto