Alcuni portali web l’hanno definita la prima truffa del 2016 ma, stando alle dichiarazioni dei collaboratori della Polizia di Stato, la truffa della busta verde non è nuova alle forze dell’ordine.
Il primo avviso che metteva in guardia i cittadini infatti fu diffuso lo scorso 12 dicembre attraverso la pagina facebook “Una vita da social”, la stessa ha poi ripreso e ripetuto lo stesso avviso più volte in queste ultime ore così da dargli una maggior risonanza.
Ma vediamo nei particolari di cosa si tratta!
Truffa della busta verde: l’avviso della Polizia di Stato.
Come detto in precedenza, l’avviso riguardante la truffa della busta verde è stato più volte pubblicato sulla pagina facebook “Una vita da social”.
Insieme agli avvisi è possibile trovare alcune immagini allegate – una busta verde, un comune richiesta di raccomandata e una richiesta di raccomandata verde usata per notificare gli atti giudiziari – che sono puramente indicative e non rappresentano l’originale lettera oggetto della truffa della busta verde.
Questo l’avviso diffuso tramite social network:
<<Stamattina vi abbiamo messo in guardia da un nuovo meccanismo di raggiro postale. Si tratta della truffa della raccomandata dalla Croazia (definita in rete la truffa della busta verde – ndr). Non avendo la foto della raccomandata ufficiale abbiamo utilizzato la foto di una classica raccomandata. Ora possiamo dirvi che si tratta di una busta verde, molto simile a quelle comunemente usate per gli atti giudiziari, raccomandata proveniente dalla Croazia, e più precisamente dalla città di Pola.
Nella busta ci sono documenti scritti in croato e in italiano, insieme ad alcuni timbri che potrebbero far pensare la provenienza da qualche autorità. In essi si richiede il pagamento di una multa per eccesso di velocità, compreso tra € 184,73 ed € 250,65, pena l’avvio di una procedura di pignoramento. Il pagamento è richiesto su un IBAN italiano.
L’atto, però, non è conforme al dettato normativo italiano, sia nelle forme e sia nelle notifiche e pertanto non ha alcun valore legale.
Consigliamo, in caso di ricezione di contattare immediatamente le forze dell’ordine al fine di ricevere opportuni consigli in merito e raccomandiamo di non procedere ad alcuna forma di pagamento. Sul fenomeno, che assume i connotati di un’autentica truffa sono in corso accertamenti al fine di risalire agli autori del tentativo di reato>>.
Qui di seguito gli shot dei tre avvisi pubblicati sulla succitata fanpage.
Truffa della busta verde: chi e cosa rappresenta la pagina facebook “Una vita da social”.
Per evitare dubbi ed eventuali perplessità circa la veridicità dell’avviso inerente la truffa della busta verde, è opportuno precisare perché gli amministratori della fanpage “Una vita da social” scrivono a nome della Polizia di Stato.
Non tutti gli italiani infatti sanno che Alessandro Pansa, capo della Polizia in carica dal 2013, a gennaio del 2014 presentava in quel dì di Roma un progetto di sicurezza nell’uso della rete denominato appunto “Una vita da social”.
Lo scopo dell’iniziativa era – e lo è ancora oggi in quanto il progetto è stato rinnovato anche quest’anno, arrivando così alla sua terza edizione – informare la cittadinanza, in particolar modo gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, sul corretto uso della rete e dei social network.
Nello specifico, il progetto “Una vita da social”, al quale è collegata la pagina facebook che ha reso noto l’avviso della truffa della busta verde, nasce come lotta contro il cyberbullismo, l’adescamento online, sia esso a fini economici e commerciali (un chiaro esempio è proprio la truffa della busta verde – ndr) o personali, e come diffusione sull’importanza della sicurezza della privacy.
Fate dunque attenzione, se ricevete una busta verde con le indicazioni qui sopra descritte non esitate a contattare le forze dell’ordine.