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Protesi al seno in silicone: Fda, rapporto sui rischi e la durata della mastoplastica additiva

di Federica Federico

23 Giugno 2011

La chirurgia plastica al seno, tecnicamente definita mastoplastica additiva è uno degli interventi estetici più considerati dalle donne.

Un seno flaccido, sfibbrato o poco sviluppato non può risorgere se non con l’introduzione delle protesi.

L’argomento “protesi al silicone” è dibattuto largamante, non foss’altro che per la diffusione degli impianti e per il continuo progredire della scienza che sostiene e potenzia la medicina, anche quella estetica

È di queste ore la notizia che la Fda degli Stati Uniti ha pubblicato un ultimo resoconto sulle protesi al silicone.

Intanto attenzione: se in rete leggete di “protesi al seno” chi scrive non ha approfondita conoscenza dell’argomento perché non tutte le protesi al seno sono uguali. Quelle in silicone rappresentano una delle due categorie generali di protesi mammarie, come tecnicamente si definiscono.

Quello della Fda è un compiuto rapporto che descrive anche i rischi di una operazione chirurgica, perché tale è l’impianto mammario.

Si legge che il silicone all’interno delle protesi sarebbe “relativamente sicuro”, è vero ma è anche ovvio. Le protesi – e questo va chiarito con attenzione e senza fare terrorismo – sono “un corpo estraneo”, sono lo strumento di cui il chirurgo si avvale per ottenere il risultato, come una valvola cardiaca o una protesi per anche o ginocchia. Il silicone è, tra i materiali medico – chirurgici il più diffuso, tollerato e sicuro. Quindi il rischio di cui si parla nel rapporto Fda è reale ma noto e poco diffuso a livello percentuale.

Stando ai risultati del rapporto Fda non si rilevano con evidenza dati statistici capaci di legare l’impianto mammario alla aumentata incidenza dei tumori, cosa diversa è dire che ad aumentare con la mastoplastica additiva sia il rischio di linfoma, dato pure tutto da appurare – basti pensare che nei puntualissimi consensi informati che le migliori strutture para ospedaliere fanno firmare questo dato manca assolutamente.

Attenzione se si parla di protesi al silicone, come sovra esposto, quindi intese come “oggetto” che il chirurgo adopera per ottenere il seno parlare di rigetto è corretto, il rigetto – se pur raro, e questo va precisato – rientra nei “rischi operatori”. Le infezioni, invece, di cui pure il rapporto Fda parla dipendono da più cause, il loro rischio è arginato dalla moderna medicina e chirurgia. Infatti, onde evitare infezioni, in sede operatorie vengono somministrate debite quantità di antibiotico e la terapia antibiotica prosegue anche a casa, associata da terapia antidolorifica ed antiinfiammatoria.

Ogni intervento invasivo porta con sé dei dolori, la cui tollerabilità dipende da condizioni assolutamente soggettive.

Il rapporto Fda sottoline il rischio di asimmetrie, l’asimmetria si realizza quando le protesi non vengano ancorate in perfetta armonia con il corpo o cedono, scivolano o cadono. Vero è che un buon chirurgo vive il rischio di asimmetrie come assai remoto. Ed altrettanto vero è che le asimmetrie sono spesso gravi e demoralizzanti difetti dei seni naturali, che, diversamente, la chirurgia può correggere.

Il medesimo rapporto monitora la questione della rottura delle protesi. Le protesi moderne, quelle adoperate nella attuale implantologia hanno remote possibilità di rompersi. Esse sono costituite da un gel di silicone altamente coadesivo. Tale gel è caratterizzato da una densità tale che anche in caso di rottura evita ogni dispersione nel corpo del silicone.

Si legge nel rapporto: “Gli impianti non durano per tutta la vita e le probabilità di doverli rimuovere è alta. D’altra parte però si registra una grande soddisfazione nelle donne che si sottopongono all’operazione”.

È vero che gli impianti non sono eterni, è corretto che le donne lo sappiano e conoscano il rischio di “dover reintervenire” in certi casi. Ma una protesi moderna dura tra i 15 e i 20 anni, esistono esami strumentali volti a tenere le protesi sottocontrollo per valutarne lo stato di conservazione.

Il rischio post operatorio che maggiormente va prevenuto è quello delle contratture capsulari, per scongiurare tale pericolo la moderna chirurgia ricorre al presidio preventivo dei drenaggi e a quello successo dei massaggi.

Per sapere tutto sulla chirurgia plastica al seno segui il link: chirurgia-plastica-per-aumentare-il-seno-intervento-di-mastoplastica-additiva

 



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