Bimbi e acqua sono un binomio indiscutibile quando si parla di soggiorno estivo al mare o a lago. I bambini sono naturalmente attratti dall’acqua, uno dei quattro elementi naturali che richiama reminiscenze ancestrali ed esercita un’attrazione che solletica la curiosità infantile.
L’approccio può essere tentennante, in balia della soggezione che l’enorme distesa di acqua “che si muove”, può suscitare nel bambino, determinando un po’ di paura; oppure può essere ludico, perché nell’acqua fresca del mare si possono pucciare i piedini, saltare le onde, azzardare qualche tuffo, giocare col movimento ondulatorio che arriva sulla banchiglia.
I genitori devono esser sempre presenti, accanto ai figli, quando questi giocano sull’acqua. Il mare è un gran bel divertimento per piccoli e grandi, ma nasconde insidie e pericoli; va rispettato e ai figli vanno insegnate fin dalla tenera età delle regole da seguire che facilitino la confidenza con l’acqua ma usando cautela. Laddove il bimbo si lasci prendere dall’euforia del gioco andando “oltre”, per esempio spingendosi in acque non sicure per lui, ecco che un intervento repentino del genitore, evita che un gioco si tramuti in un incidente.
L’annegamento è causa di morte per bambini sotto i 4 anni, non così eccezionale come è dato pensare. Sono molti, in Italia, i bambini che perdono la vita in acqua perché non sanno nuotare, per incuria dei genitori o di chi ne aveva la responsabilità, per mancanza di intervento repentino.
Si tratta di incidenti che devono essere evitati e ciò è possibile prima di tutto attuando un comportamento di vigilanza idoneo da parte dei genitori, che ogni tanto lasciano i bimbi in riva al mare a giocare, “tranquilli” di averli a pochi passi da loro, abbassano l’attenzione, magari concedendosi un bagno di sole sdraiati sul lettino ed ecco che espongono il bambino al pericolo più grande: la mancanza di controllo.
Ricordiamo che non sono necessarie grandi profondità perché un bambino corra il pericolo di annegamento, bastano anche 20 centimetri di acqua…forse anche meno…..
Esistono regole di massima, ispirate al buon senso, che noi genitori dobbiamo rispettare per la messa in sicurezza dei nostri figli.
- Tenere sempre i figli a portata di vista, non perderli mai d’occhio.
- Educare i figli alla confidenza con l’acqua, l’acquaticità, sia a casa quando si fa il bagnetto per lavarsi, sia, chi ne ha la possibilità, in piscina o al mare. L’acqua non deve essere vissuta dal bambino come una paura ma come uno strumento di gioco. Ecco che l’ausilio di giochini vari da mettere nella vasca del bagnetto, danno un risvolto ludico piacevole per il bambino e aiutano il genitore nella pratica della pulizia!
- A seconda del livello di confidenza con l’acqua, è buona norma usare degli strumenti di galleggiamento, braccioli o salvagenti (per i più piccoli ne esistono alcuni a mutandina che sono molto comodi). Il fatto che i bimbi indossino questi ausili, non deve autorizzarci a diminuire l’attenzione su di loro.
- Prestare attenzione agli sbalzi termici; la temperatura del nostro corpo è tra i 36 e 37°, se l’acqua è fredda, l’impatto potrebbe essere molto fastidioso; meglio abituare il corpo bagnando prima testa e pancino del bimbo, facendolo entrare in acqua gradualmente, dandogli la possibilità di abituarsi.
- Attendere 3 ore dal pasto principale e 2 dalle merende prima di permettere al bimbo di fare il bagno per scongiurare congestioni.
- E’ importante educare i bimbi al rispetto delle segnaletiche (divieti di balneazione, significato delle bandierine rosse e gialle ecc…) e portarli laddove la balneazione è consentita e possibilmente sorvegliata da bagnini.
- La prudenza è un freno che ci aiuta a non eccedere e dunque rischiare di incorrere in situazioni problematiche. Non pensiamo di essere genitori apprensivi, stiamo solo tutelando la sicurezza del bambino…senza eccedere ovviamente in comportamenti castranti e divieti insulsi.
- In barca, o gommone, seguire scrupolosamente le norme di sicurezza indicate, in primis fare indossare il giubbotto di sicurezza.