Giocare ai videogiochi è una attività che appassiona i bambini, per loro l’interazione con il video è avvincente, rappresenta una sfida sempre accattivante, tuttavia il rapporto bambino – videogioco non sempre è pacifico, noi mamme spesso ci chiediamo se i videogiochi facciano male ai bambini ed in che misura è giusto che i nostri figli ne fruiscano.
Arriva dall’America l’ultima opinione sui videogiochi: i ricercatori dell’Università del Michigan ad Ann Arbor, hanno condotto uno studio sui brain games, videogiochi adoperati con il fine ultimo di tenere in allenamento il cervello, migliorare la memoria e la capacità di risolvere i problemi. A quanto pare tali brain games assolvono i compiti appena elencati ed il loro effetto di “allenamento cerebrale” dura per un tempo pari ad almeno tre mesi.
Come si è svolto lo studio?
Una equipe di psicologi ha campionato un gruppo di ragazzi in una età compresa tra gli 8 ed i 9 anni, lo scopo dell’indagine scientifica è stato quello di verificare se i brain games riuscissero a migliorare le capacità cerebrali.
Ai giovani è stato “prescritto” un tempo di gioco predeterminato: 15 minuti al giorno per cinque giorni la settimana e complessivamente per un mese.
I brain games affidati ai giovani ragazzi sono stati programmati seguendo una partizione in due gruppi:
primo gruppo – giochi finalizzati per impegnare la memoria
secondo gruppo – giochi finalizzati ad allenare la cultura generale ed i vocaboli.
Il risultato dell’esperimento è stato il seguente: trascorsi tre mesi dai test, i giovani appartenenti al primo gruppo mantenevano una migliore capacità di risolvere i problemi e migliori erano le loro facoltà nel pensiero astratto.
Lo studio, appena esposto, non può da solo dimostrare i benefici dei videogiochi, rappresenta, diversamente, un dato che va considerato nella sua singolarità e che meriterà, pure degli approfondimenti.
Resta pacifico il fatto che dei videogiochi mai si debba abusare.
Inoltre, merita menzione un similare studio pubblicato nell’Aprile del 2010 su Nature e condotto da Adrian Owen, del Medical Research Council, con un campione di 11.500 uomini e donne tra i 18 ed i 60 anni, a cui fu proposto l’uso dei brain games per il potenziamento della memoria e delle capacità di risolvere problemi. Questo studio non rilevò che nessun beneficio alle funzioni cerebrali derivasse dall’uso dei videogiochi.