La censura è una tematica alquanto controversa e dibattuta, soprattutto se si parla dei sistemi e metodi di censura adottati dal social network facebook.
Non so voi, ma per quanto mi riguarda mi sono ritrovata più volte a segnalare agli operatori della nota piattaforma di Mark Zuckerberg immagini di nudo o violente, in particolar modo quelle che mostravano cadaveri crudelmente martoriati, e ad ottenere la seguente risposta:
<<Al momento, non è stata rimossa perché abbiamo riscontrato che rispetta gli Standard della comunità di Facebook>>.
Eppure non è raro apprendere che i social censurino foto di mamme che allattano i propri figli o di bambini appena nati, un’azione che, non di rado, ha suscitato vere e proprie rivolte da parte degli utenti che, in questi casi, non utilizzano più la parola censura bensì la definiscono una vera e propria discriminazione.
Perché facebook censura foto di mamme che allattano e di bimbi appena nati mentre continua a consentire la pubblicazione di immagini provocanti o che ritraggono esplicite azioni violente?
Per svelare l’arcano bisogna conoscere bene, o leggere almeno una volta, gli Standard della comunità di facebook.
Il social ha tra i suoi innumerevoli scopi quello di rendere piacevole la convivenza online di più individui che, pur avendo interessi, credo religiosi, etnie e orientamenti sessuali diversi, possono coesistere pacificamente all’interno di un sistema virtuale.
Per fare ciò l’intero sistema necessita di regole atte a tutelare tali individui. Peccato che l’attuazione degli standard della comunità facebook non sempre si rivelano efficaci, al contrario arrecano disagio piuttosto che un vero e proprio beneficio.
Facebook censura foto di un bambino nato con la camicia.
Cosa c’è di più stupendo e meraviglioso di un neonato che si sta affacciando alla vita?
E cosa c’è di più tenero, umano e, perché no, educativo di una mamma che sta dando la vita ad un piccolo ed indifeso essere?
Morag Hasting, doula e fotografa di parto da circa 5 anni, residente a Vancouver, città canadese della provincia della Columbia Britannica situata sulla costa Pacifica, conosce molto bene l’incredibile miracolo della vita.
Lei stessa racconta attraverso il suo blog, Apple Blossom Families, e le sue foto alcuni degli oltre 200 parti ai quali ha assistito, sia parti ospedalieri che nascite in casa, parti cesarei o naturali.
Ed è sempre lei che posta sui social network gli scatti che immortalano le varie nascite, ben consapevole che facebook censura foto che non rispettano determinati standard.
Nello specifico, per quanto concerne gli standard che regolarizzano le immagini di nudo, la fotografa Hasting sa che facebook censura foto che ritraggono:
- gli organi genitali delle persone (donne, bambini o uomini) o il loro fondoschiena, purchè sia completamente in vista;
- le immagini di seni femminili laddove risulta visibile il capezzolo. Se quest’ultimo particolare viene a mancare allora facebook renderà possibile la pubblicazione di foto che ritraggono donne che allattano o che mostrano il seno con cicatrici, soprattutto di chi ha subito una mastectomia;
- rapporti sessuali espliciti.
Purtroppo però facebook censura foto e adotta le regole qui sopra esposte in modo alterno e spesso contraddittorio; inoltre tali standard hanno delle eccezioni che vengono applicate nel momento in cui si chiarisce che le foto di nudità vengono pubblicate con fini educativi, satirici o umoristici.
Ed è proprio ad una di queste eccezioni che si è appellata la doula e fotografa Morag bannata per 7 giorni da facebook per aver pubblicato la foto di un bambino nato con la camicia.
Facebook censura foto di un bimbo nato con la camicia: la protesta di Morag Hasting.
L’episodio viene raccontato dalla doula in data 29 novembre; tre giorni prima la stessa aveva pubblicato sulla propria pagina facebook la seguente immagine:
Il piccolo, venuto al mondo nella sua casa con un parto naturale in vasca, è “nato con la camicia”, ossia con il sacco amniotico perfettamente intatto.
<<Era un posto educativo per mostrare come possa avvenire la nascita anche quando non si rompono le acque – scrive la fotografa in merito all’immagine – Non è necessario rompere le acque per far nascere il tuo bambino, in realtà è più sicuro non aver rotto artificialmente le acque perché una volta che il sacco amniotico si è rotto può aumentare il rischio di infezione a causa dei batteri>>.
In un primo momento facebook censura foto del bimbo nato con ancora il sacco amniotico intatto assegnando alla fotografa una penalità di ben tre giorni (il ban consiste nel poter accedere al proprio profilo/pagina facebook ma non poter interagire con gli altri utenti – ndr).
Allo scadere dei tre giorni, Morag ritenta una nuova pubblicazione, non prima di aver apportato una modifica all’immagine: inserire una barra che copra i capezzoli del bambino, particolare che facebook riconosce e segnala come nudità.
Nonostante tale accortezza, facebook censura foto del neonato “racchiuso” nel sacco amniotico ancora una volta.
<<Ho pubblicato la mia nuova immagine censurata di un bambino che è nato nella sua sacco amniotico sulla mia pagina di Facebook questa mattina – scrive la fotografa in data 30 novembre – con una spiegazione che l’immagine era per scopi didattici e modificata per soddisfare gli standard della comunità di Facebook. Il mio post è durato circa 4 ore, poi la foto è stata censurata, io ho ricevuto un ban di 7 giorni e la richiesta di dimostrare, con tanto di foto, che sono una persona reale>>.
L’indignazione di Morag scaturisce dal fatto che facebook censura foto di un bambino appena nato o di una mamma che allatta mentre consente la pubblicazione di immagini sexy, che celebrano la donna come un oggetto del desiderio, provocante e sensuale.
<<Posso sopportare un’intera settimana senza Facebook, sinceramente potrebbe essere bello avere una pausa. Il vero problema è la censura di eventi naturali legati alla nascita e all’allattamento al seno. Come è possibile rimuovere un’immagine così naturale mentre si continua a postare immagini sessualmente esplicite>>.
Quante volte abbiamo fatto le medesime considerazioni?
Quante volte ci siamo chieste perché non sia possibile celebrare sui social un evento così bello come quello della nascita?
Perché la donna deve sempre ed unicamente apparire come l’oggetto del desiderio e non come colei che dona la vita?
Morag Hasting intanto continua la sua battaglia contro la censura discriminatoria del social, in data 10 dicembre posta sulla propria pagina facebook un nuovo post al quale è allegata la foto “incriminata” ulteriormente modificata.
La sua richiesta, o sarebbe più esatto chiamarlo speranza, quella che, sono sicura, molte di noi condividono, è tutta racchiusa nell’hashtag finale #FbStopCensoringWomen, facebook smettila di censurare le donne.
Quelle vere, aggiungerei.