Quante volte, nel controllare i post o i commenti presenti sulla vostra bacheca, vi sarà capitato di leggere avvertimenti circa alcune truffe facebook, bufale o messaggi spam che circolano in rete e soprattutto sui social network?
E quante volte, nel leggere tali avvertimenti, vi siete fidati ciecamente senza neanche porvi il problema se fosse tutto vero o meno?
Il vero grande problema dei cybernauti moderni è la velocità e il tempo usato per navigare sul web.
Nonostante trascorriamo tantissimo tempo online, tra applicazioni varie e piattaforme social, tutti utilizzabili attraverso vari dispositivi come pc, smartphone e tablet, l’attenzione che diamo al singolo post, alla singola notizia o al singolo commento è davvero esigua.
Di contro, diamo più valore ad un “like” oppure ad una condivisione o ad un commento, spesso fatti senza conoscere l’argomento trattato nel post, in quanto sono metodi di interazione più veloci e sbrigativi, ma anche i meno controllati.
Ed è proprio questa nostra scarsa attenzione che ci induce spesso in errore e contribuisce alla crescita di truffe facebook, bufale e messaggi spam.
Truffe Facebook, come riconoscerle?
Riconoscere le truffe facebook, in particolar modo i post o i messaggi che non hanno utilità alcuna, se non quella di arrecare un vantaggio a chi le crea, è più facile di quanto si possa pensare, la parola d’ordine è ATTENZIONE.
Come per le varie bufale che circolano sul web, ossia notizie false che non hanno fondamento alcuno, tutti i post, i messaggi e i commenti, nessuno escluso, meritano la nostra attenzione e il nostro tempo, solo così potremmo evitare l’errore e, cosa ancor più importante, l’ulteriore diffusione di questo tipi di “trappole” online.
“E se non avessi tutto questo tempo?” potrebbe chiedere qualcuno; anche in questo caso la soluzione è più che semplice: evitare di cliccare “Mi piace”, di condividere o commentare post di cui non si conosce il contenuto e che non possiamo verificare.
Questa regola costituisce un importante punto di partenza per quanto concerne la lotta contro le truffe facebook perché, una volta evidenziate e riconosciute, diventerà più facile bloccarne la diffusione.
Una regola valida anche per chi come noi, mamme blogger di Vita da Mamma, gestisce un portale web, e una o più piattaforme social ad esso collegate, con lo scopo di creare una rete d’informazione pulita, chiara e soprattutto vera.
Ecco perché resto dispiaciuta quando noto una certa superficialità da parte di alcuni blogger o redattori nel trattare delle notizie che potrebbero seriamente generare nell’utenza panico e/o fobie.
Attenzione alle truffe Facebook, in particolar modo alla richiesta di condivisione immagini di bambini, adulti e animali malati, feriti o morti.
Ieri, curiosando sul web, mi sono ritrovata dinnanzi ad una notizia che, a prima vista, risultava essere un vero e proprio allarme. A renderla nota un altro portale dedicato alle mamme che in data 10 dicembre pubblicava un articolo inerente le truffe su Facebook.
Pur avendo un fondo di verità, come spesso accade in questi casi, l’articolo sopra citato – che ha come fonte originale un articolo pubblicato il 30 novembre scorso sul sito “Online Threat Alerts”, un blog creato nel 2012 per segnalare truffe, malware, frodi e altre minacce informatiche – riporta alcune imprecisioni.
Ma procediamo con ordine.
È vero che chi naviga sul web deve fare attenzione a ciò che pubblica o a cosa condivide ed è vero che il web viene usato anche da persone che fanno il proprio interesse ed escogitano vari stratagemmi, le così dette truffe facebook, pur di creare dei vantaggi per se stessi, primo fra tutti le immagini atte a generare compassione nell’utente.
È una pratica molto comune questa, usata da diversi anni e che ancora oggi si dimostra essere ottimale e funzionale per i “cacciatori di like”.
In cosa consiste questa “tecnica”?
Si prende una qualunque foto dal web di un bambino, adulto o animale purché sia malato, ferito o morto, si aggiunge una frase ad effetto – ad esempio “Condividi se hai cuore”, “Facebook donerà (cifra tot) per ogni like/condivisione”, “Metti mi piace se odi (nome malattia)”, etc. – e si attende che dei frettolosi utenti, ossia tutti coloro che non hanno il tempo di verificare chi sia il soggetto ritratto nella foto, mostrino la propria preferenza verso quel post facendolo diventare virale.
Un meccanismo, molto simile a quello appena descritto, si è diffuso negli ultimi mesi in America – in Italia ancora non è stato usato ma, conoscendo i meccanismi dei social, sono sicura che non tarderà ad arrivare – ed è lo stesso prima menzionato.
In poche parole, oltra alla richiesta di condivisione o di like, ora si chiede all’utente di commentare “Amen” sotto le immagini create appositamente per suscitare compassione.
L’imprecisione di cui parlavo prima riguarda lo scopo della creazione di queste truffe facebook. Sul portale si scrive:
<<In questa situazione, dovete ricordare che commentare questi post li aiuterà a diventare ancora più popolari, oltretutto i truffatori rivenderanno i vostri dati a compagnie di Marketing che non attendono altro>>.
I titolari delle pagine social (comuni fanpage che chiunque potrebbe creare) che realizzano e pubblicano queste “pietose” immagini non posseggono e non rivendono assolutamente i dati di chi commenta o di chi condivide i post, l’unico vantaggio che arrecano a se stessi è l’aumentata visibilità del post e, di conseguenza, l’accrescimento della pagina.
Per mettere fine a tutto questo c’è un’unica soluzione: evitare di condividere o commentare o cliccare “Mi Piace” questo genere di post.
Truffe Facebook: qualcuno ha accesso ai miei dati?
Nel cercare di approfondire il discorso sulla “rivendita dei dati” fatto nell’articolo del blog di mamme, ho effettuato una piccola ricerca, spendendo quindi quel famoso tempo di cui parlavo all’inizio, ed il risultato è stato una sbufalata da parte del sito Hoax-Slayer, portale web australiano che dal 2003 si batte per la corretta informazione.
In data 24 novembre, Brett M. Christensen, fondatore di Hoax-Slayer, parlava di un messaggio che attualmente sta circolando sui social network d’oltreoceano, un post che avverte gli utenti facebook di non commentare “Amen” sotto i post che lo richiedono perché così facendo si rischia di essere hackerati da uomini stranieri.
A tal proposito Brett scrive:
<<Tali posti non provengono da hackers che possono in qualche modo rubare magicamente il tuo account solo attraverso un commento. I post che sostengono di poter aiutare un bambino o un animale cliccando “mi piace”, condividendo o commentando “Amen” sono delle truffe facebook per collezionare like>>.
Come ricorda il fondatore di Hoax-Slayer, questi post vengono creati esclusivamente per aumentare l’interazione della pagina e, di conseguenza, accrescerne la popolarità.
Con molta probabilità le informazioni degli utenti di cui si parlava all’inizio, quelle menzionate sul sito “Online Threat Alerts”, sono quelle alle quali tutti noi abbiamo accesso, ossia i dati che il singolo utente rende visibili o meno attraverso la modifica delle impostazioni di privacy.
Ma non è tutto.
Ricordo infatti che Facebook, come anche Google o altri motori di ricerca, raccolgo i nostri dati visibili e li usano per indirizzare al meglio le pubblicità sulla nostra homepage.
Ad esempio: se siete solite leggere post che parlano di mamme e bambini, se cliccate spesso “mi piace” o condividete in modo prevalente post con immagini inerenti la maternità, allora siate pur certe che facebook, in modo del tutto automatico, organizzerà le pubblicità e i post sulla vostra bacheca seguendo tali preferenze.
Tale meccanismo si applica anche alle amicizie facebook: quelli che vedete comparire sulla vostra bacheca sono gli amici facebook con i quali interagite di più.
Truffe Facebook a parte, come potete constatare voi stessi, l’unico modo per non far sapere nulla di voi, ma proprio nulla, è cancellarvi definitivamente da ogni social network ed eliminare ogni vostro passaggio sul web.