Che cos’ho fatto? Proprio io che ho giurato a me stessa che mai sarei scesa a questi livelli…gli ho tirato uno schiaffo, così…d’istinto e quasi non me ne sono accorta e dopo volevo morire….
Quante volte ci è capitato di tirare uno schiaffo a nostro figlio o essere lì lì per farlo? A tutte è capitato. E il senso di colpa poi ci perseguita.
E’ finito il tempo della “pedagogia nera”, definita così dalla pedagogista Alice Miller, in cui il bambino cresceva “a suon di scapaccioni”e l’adulto aveva sempre ragione; al perchè del bambino si rispondeva “perchè lo dico io”; un bambino era educato quanto più la sua volontà veniva piegata al volere del genitore; e il bambino era un essere inferiore con tanti doveri e nessun diritto.
In alcune culture tutt’ora vige questo sistema educativo, ma nelle più evolute è ripudiato.
Ma cos’è lo schiaffo?
Lo schiaffo è una sconfitta del genitore sul figlio.
E’ segno di mancanza di dialogo, di inosservanza delle regole e dei divieti del figlio che dovrebbero essere posti in essere dal genitore.
Ma se scappa uno schiaffo è pedagogia nera?
Di certo no, seppur esistano altri metodi educativi, non è una tragedia. A volte le parole hanno più azione distruttiva di una sberla che giunge quando il bambino supera il limite. La violenza verbale, le grida, le molestie o peggio ancora la non considerazione, il silenzio, l’assenza di dialogo hanno spesso risultati più devastanti di uno schiaffo.
Lo schiaffo però non serve, non è una soluzione. E’ un metodo criticabile per riportare equilibrio in una discussione, per stoppare un bambino che va oltre. E’ un mezzo usato dai genitori che non riescono altrimenti ad affermare la propria autorità.
Il pericolo conseguente è di suscitare fragilità nel bambino, precludergli il dialogo, facendolo sentire incompreso e senza diritti ad alcun tipo di richiesta, anche solo di spiegazione.
Un altro errore che spesso si commette è la promessa di una sberla “quando saremo a casa, ti darò uno schiaffo…”; lo schiaffo a postumi somiglia a un castigo per di più in modo sadico, meglio una bella punizione del tipo “niente tv per una settimana”.
E se proprio succede che parte uno schiaffo, come ci comportiamo?
I genitori sono umani e come tutti gli uomini commettono errori. L’intelligenza che ci deve suggerire di chiedere scusa. Quindi a postumi, passato il momento di agitazione, sicuramente vale la pena parlare al bambino, ammettere le proprie colpe, chiarire che si è trattato di uno sbaglio, uno sbaglio ed evitare che riaccada in futuro. Il nostro errore non deve però servire come scusante al cattivo comportamento del bambino, per “passarla liscia”, altrimenti il genitore acquista un ruolo di debolezza di cui il bambino potrebbe facilmente approfittarsi….
Insomma…il rapporto genitore-figlio si basa su un gioco di equilibri che è difficile da mantenere e l’errore è in agguato, ma tutto si può superare, dagli errori si impara ad essere persone migliori.
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Questo articolo porta la firma di Simona,
a lei, che con i suoi scritti sta dando un grande apporto a vita da mamma, va il più sentito grazie di tutta la redazione. “I tuoi argomenti sono interessanti e scritti sempre con affascinante semplicità, ospitarti è un piacere. Grazie.”