Il Test dell’Albero è molto particolare perché pur avendo avuto una notevole risonanza ed essendo ancora usato come screening per delineare un primo abbozzo della personalità, soprattutto, del bambino ma anche dell’adulto, non ha vere basi scientifiche in quanto le sue peculiarità sono suscettibili di condizionamenti esterni e rimangono, dunque, nell’area dell’empirismo, ciò nonostante può essere interessante conoscere la sua applicazione e trarne strumenti di riflessione.
Il test dell’albero, attendibilità e storia
Il test dell’albero esamina il soggetto “Persona” in funzione del ricordo che egli ha dell’oggetto “Albero” e della sua descrizione attraverso il disegno dei tratti salienti.
Attraverso lo schema dell’albero che il soggetto fornisce, l’esaminatore traduce, per sommi capi, la personalità in senso ampio e generico fornendo, poi, la possibilità di approfondire la conoscenza del soggetto, in modo più pieno, attraverso i successivi mezzi e metodi di analisi psicologica.
Karl Koch ha formulato un test psicologico proiettivo, cioè dove il soggetto viene esaminato attraverso una proiezione che egli fa di sé stesso attraverso un disegno, infatti siamo di fronte ad un test di tipo grafologico nel quale ad ogni tratto corrisponde un significato o una propensione dell’individuo in esame.
In pieno fermento di ricostruzione, nell’immediato secondo dopoguerra, Karl Koch sperimenta le teorie di Emil Jucker secondo cui ognuno di noi manifesta inconsciamente la propria personalità attraverso molte azioni tra cui il disegno facendo forza sui ricordi e sull’espressione. Nel 1949 presenta il progetto che viene accolto dalla scienza come mero strumento, non riconoscendone fondamenta scientifiche, seppure l’efficacia, come screening iniziale di sondaggi sulla personalità, viene avvalorata da innumerevoli e significativi risultati.
Il test dell’albero come similitudine con la persona
Il test dell’albero viene usato l’albero per alcune similitudini con l’uomo, infatti, allo stesso modo, si ergono entrambi verso l’alto nella posizione eretta durante il percorso di crescita.
La chioma dell’albero si amplia verdeggiando, fiorendo e fruttificando in maniera concettualmente simile alla crescita dell’intelletto umano, prosperoso di idee, posizionato nel capo, proprio all’apice del suo corpo.
Perché l’albero e non una pianta qualsiasi? Perché, nella sua longevità e robustezza, proprio nell’albero viene simboleggiata appieno la vitalità e la forza dell’uomo, necessarie per lo svolgimento di ogni sua attività.
Nel subconscio, ognuno vede in modo antropomorfico, cioè con caratteristiche umane o umanizzate, ogni albero, intravvedendo il corpo nel fusto, le braccia nei rami, il capo nella chioma e i piedi nelle radici che rappresentano la sicurezza, la staticità.
Il detto “avere i piedi a terra” sembra parafrasare il concetto delle radici ben piantate nel terreno. Da qui l’idea di dare l’incarico al soggetto in esame di descriversi attraverso il disegno di un albero, rilasciando inconsapevoli chiavi di lettura per essere decodificato storicamente e caratterialmente.
In questo modo, l’analista, osservando i segni tracciati dal test dell’albero, interpreta la personalità, descrivendola attraverso una sorta di raffronto col manuale e fornendo, attraverso questo screening, un ampio punto di partenza utile ad ogni successivo piano di lavoro, infatti, tra le caratteristiche salienti della persona possono emergere le sue potenzialità e aspirazioni, permettendo un adeguato posizionamento nell’ambiente di lavoro, studio o socializzazione. Successivamente, infatti, partendo da questo screening, si delineeranno i tratti del soggetto con maggior rigore e precisione anche attraverso l’osservazione più complessa, adottando altri parametri verbali, paraverbali e non verbali.
I tratti analizzati dal test dell’albero
Nell’osservazione della grafia vengono presi in esame anche altri elementi come, ad esempio, la pressione della matita sul foglio, il punto di partenza del disegno, se dall’alto o dal basso del foglio oppure se il disegno viene iniziato dal corpo dell’oggetto riprodotto e da altre cose che determinano le varianti di interpretazione.
L’osservazione si basava anche sulla grandezza del disegno in base al foglio, nonché sulla posizione dell’oggetto, cioè se il disegno occupa la parte destra, sinistra, in basso o in alto oppure al centro del foglio, lasciando lo spazio circostante vuoto.
Successivamente l’attenzione si sposta proprio sull’albero che può essere robusto, o esile, con una chioma di una forma piuttosto che un’altra e che sia folta o scarna, ricca di foglie e frutti oppure fiorita.
Viene preso in esame il tipo di tratto della matita, se forte o gracile e il riempimento degli oggetti come il tronco e i rami o solamente l’ombreggiatura. Tutti questi elementi ed altri ancora, vengono esaminati per dare una prima descrizione intuitiva da parte dell’analista ma, sicuramente rivelatrice, seppure inconscia, da parte del soggetto esaminato.
Il Test dell’albero viene effettuato osservando il disegno nel suo divenire e l’atteggiamento del soggetto disegnatore. Non viene, quindi, dato un compito da svolgere privatamente per poi essere esaminato e questo ha un significato preciso e cioè di completare il quadro dell’analisi attraverso la scena completa fatta di attore e azione.
Per alcuni aspetti l’interpretazione sembra consequenziale perché ad un disegno di un albero con radici molto robuste ed evidenti con le punte affondate nel terreno, corrisponde sicuramente una personalità stabile e ben ancorata alla realtà, rappresentata dalla terra.
Per alcuni altri aspetti, i significati, risultano meno palesi come per esempio una chioma disegnata con dei semicerchi concentrici che protendono verso il centro, come a voler rappresentare le balze del fogliame, in realtà denotano una propensione al narcisismo in quanto si vuole rendere molto evidente la parte rappresentativa dell’albero come fosse il proprio aspetto esteriore ma non già per essere ammirato ma bensì per ammirarsi ed ecco che si spiegano i semicerchi rivolti ad arco verso l’interno della chioma.
L’attualità del test dell’albero oggi
Ancora oggi, questo Test dell’albero viene spesso adottato come primo approccio nelle scuole materne laddove non esiste ancora una capacità di espressione verbale molto ricca né la possibilità di interazione scritta, rappresentando un ottimo ausilio per la conoscenza del bambino in età prescolare.
Il bambino è meno condizionato da fattori esteri proprio per carenza di esperienze per cui manifesta in modo palese se stesso e le sue aspettative. Nell’adulto, il bagaglio esperienziale lo porta spesso a celare parte di sé nelle proprie inibizioni e preconcetti per cui riesce più difficile la lettura che, anche esplicitata, ha una possibilità di condizionamento che è sufficiente per invalidarne il valore scientifico.
Se vuoi provare a fare il test dell’albero di Koch per i bambini puoi farlo qui in un articolo dove vengono date le linee guida interpretative specifiche adatte a loro!