Casen Broussard, dopo le pubbliche dichiarazioni rilasciate da sua madre, è divenuto noto come il bambino che ha visto Gesù e incontrato Dio.
La vicenda di Casen Broussard, così come raccontata dalla WLBT e dall’Indipendent Journal, ha dell’incredibile: Casen è stato un piccolissimo paziente oncologico, nel 2014, quando aveva appena 2 anni e mezzo, gli fu diagnosticato un neuroblastoma e da allora ad oggi la sua vita è divenuta una lotta per la sopravvivenza e contro la malattia.
Prima di addentrarci nel racconto della storia di Casen Broussard, sento l’irrefrenabile bisogno di esprimere un personalissimo parere sulla fede:
molte persone credono ma tanti, a volte troppi, credenti cercano per una vita intera una riprova concreta della loro fede.
Oggi è lunedì e ieri sono stata in chiesa con la mia famiglia, il parroco dall’altare ci ha ricordato che Dio è amore e speranza.
Nelle celebrazioni religiose che conducono al Natale l’officiante della chiesa cattolica indossa una veste viola e il viola nasce dalla combinazione di due colori: il rosso, colore dell’amore, mescolato al blu, colore del cielo.
Amore e speranza non meritano di essere ricercati se prima non vengano praticati e vissuti.
Con questo non voglio mettere, io per prima, in dubbio la storia di Casen Broussard, intendo solo dire che ciascuno di noi può trovare più semplicemente conferma dell’esistenza di Dio nel proprio agire quotidiano.
Casen Broussard, malgrado la sua giovane età, a causa della sua malattia è stato spesso vicino alla morte; ha subito ricoveri lunghi e terapie estenuanti; è entrato in sala operatoria più volte e il suo corpo ha dovuto resistere ad operazioni invasive e profonde.
Il neuroblastoma è una forma di cancro molto aggressiva e tipica in età pediatrica, colpisce soprattutto neonati e bambini al di sotto dei 10 anni. E’ un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso, colpisce il pannello di controllo delle funzioni vitali perché le cellule del sistema nervoso controllano alcune funzioni vitali ed involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione.
Data la giovane età dei pazienti è facile comprendere che nella malattia vengono coinvolte cellule immature o ancora in via di sviluppo. Dette cellule, che i medici chiamano neuroblasti, si trovano in tutto l’organismo, ciò comporta che nel caso in cui divengano tumorali ovvero si ammalino, il mneuroblastoma può colpire e può svilupparsi in diverse aree del corpo.
Dopo alcuni interventi, il piccolo Casen Broussard cominciò a raccontare alla sua famiglia di avere incontrato Gesù e di aver parlato con lui.
In un’occasione in particolare, prima di un ingresso in sala operatoria, il bambino indicò a suo nonno la presenza di Gesù presso il suo capezzale.
Sua madre, Linzey Broussard, ha riportato con dovizia di particolari i racconti del figlio. Ha dichiarato anche che durante i lunghi periodi di sofferenza avrebbe sorpreso il bambino mentre parlava da solo, e si sarebbe sentita rispondere che lì c’era Gesù venuto a far visita a Casen.
Durante le operazioni Casen Broussard “sognava” il paradiso e uscito dalla sala operatoria riportava ai familiari racconti celestiali.
<<Ha detto: “Sono andato in cielo”.
Io ho detto: ”Ok, chi c’era?”
Mi ha risposto: “Gesù, il Padre, e si sa, l’altro>>, questo uno dei passaggi del racconto di Linzey, la mamma di Casen Broussard.
Secondo Linzey e gli altri familiari, il bambino non avrebbe potuto apprendere da nessuno racconti su Gesù, Dio e il Paradiso, quindi, secondo i suoi cari, Casen Broussard avrebbe veramente avuto l’onore e il privilegio di incontrare Gesù.
Quella di questo bambino sarebbe un’esperienza pre mortem molto sui generis. Sebbene esistano testimonianze di esperienze pre mortem in casi di interventi chirurgici gravi o serissimi incidenti oppure condizioni di coma, va detto che quella di Casen Broussard sembra più una personale testimonianza di speranza.
Casen Broussard racconta di essere stato spinto da Gesù giù da una nuvola e di aver volato nel cielo con ali che sono tornare in paradisi dopo aver liberato il suo corpo; racconta di aver visto la gente del Paradiso e di essere stato al cospetto di Dio; narra di incontri con la trinità, padre figlio e Spirito Santo e descrivi viaggi verso la salvezza.
Vita da Mamma ci tiene a fare alcune precisazioni: pur rimanendo scettica e non trovando del tutto corretto che il volto di questo bimbo sia divenuto, per volontà della mamma, testimone di un evento ai limiti dell’incredibile, ho voluto condividere con voi mamme questa storia perché Casen Broussard è a suo modo un testimone di fede.
La storia di questo bambino dimostra che l’elaborazione della fede è personale e che nei piccoli cuori dei nostri figli c’è la forza e l’energia per superare e vincere il male.
Casen Broussard ha subito il trapianto di midollo osseo ed ha terminato tutti i trattamenti medici nel mese di luglio. Gli ultimi esami clinici, effettuati ad agosto, dicono che sta bene.
Le cure, le degenze e i controlli che il bambino esegue hanno luogo presso l’Ospedale dei Bambini St. Jude di Memphis che certamente non è il paradiso ma, come la guarigione dello stesso Casen Broussard dimostra, è un luogo dove l’amore e la dedizione degli uomini – medici riescono a fare miracoli.
Fonti: MSNews , Indipendent Journal