Quando aspettiamo un bambino la data presunta del parto diventa il nostro obiettivo, spauracchio e meta agognata per poter finalmente abbracciare il nostro piccolo. Di fatto possiamo solo presumere la data del parto e fino ad ora non si conosceva neppure effettivamente cosa innesca il travaglio, il suo meccanismo di attivazione non è mai stato ben chiaro.
Cosa innesca il travaglio?
“Quando è il suo momento succederà…” così da sempre si è liquidato l’interrogativo legato a quando aspettarsi l’inizio del fatidico momento. Ora invece pare che questo segreto meccanismo sia stato studiato talmente a fondo da essere riusciti a determinare le cause primarie di cosa innesca il travaglio, e il conseguente parto, nell’utero della mamma.
Grazie ad uno studio portato a termine da un pool di ricercatori dell’Università del Texas presso il Southwestern Medical Center, pubblicato nel giugno scorso dalla prestigiosa rivista The Journal of Clinical Investigation, il processo che porta al momento di inizio del parto è stato finalmente compreso.
Cosa innesca il travaglio dunque? Si tratterebbe di una proteina (SP-A) che viene secreta dai polmoni del feto e rilasciata nel liquido amniotico, normalmente ciò avviene nei giorni intorno al termine presunto della gravidanza e darebbe il segnale preciso che i polmoni del piccolo sono pronti per la respirazione extrauterina e il parto può avvenire.
Vi sarebbe anche il sostanziale contributo di due recettori importanti (SRC-1 e SRC-2) che regolano la trasmissione della proteina stessa e che segnano l’inizio del processo. Il tasso della presenza della SP-A determina la vicinanza temporale del parto.
Le SRC-1 e SRC-2 promuovono la proteina A (SP-A) e il fattore di attivazione piastrinica, presenti in prossimità dell’inizio travaglio e conseguente parto. Qualora i due recettori proteici fossero carenti o mancanti, il travaglio potrebbe anche ritardare fino a 3-4 settimane.
L’importanza di aver compreso cosa innesca il travaglio
Questi risultati non sono solo affascinanti per aver compreso cosa innesca il travaglio nella mamma ma possono rivelarsi estremamente utili per determinare il rischio di parto pre termine o viceversa innescarlo nel caso di gravidanze prolungate che possano andare incontro a rischi, il tutto seguendo un meccanismo assolutamente fisiologico che la natura ci ha provvidenzialmente fornito.
Naturalmente sono ancora molti gli studi che si dovranno fare a proposito, ad esempio non è ancora ben chiaro poi come questa sostanza possa effettivamente reagire con l’utero della mamma ma di fatto sappiamo che avviene una comunicazione biochimica che porta al travaglio. L’utero in qualche modo viene allertato e chiamato a reagire.
La dottoressa Carole Mendelson, professore di biochimica e ostetricia e ginecologia a guida della ricerca ha dichiarato che: “Lo studio dimostra in modo evidente che è il feto stesso a regolare il momento della nascita.”
“Con la comprensione dei fattori e del percorso che inizia un normale travaglio a 40 settimane possiamo ottenere un quadro più chiaro di come prevenire il travaglio pre termine.”
Fonte: UTSouthwestern