Educare un bambino significa renderlo consapevole delle sue qualità e dei suoi limiti, di ciò che fa bene e di ciò che deve migliorare, laddove pregi e buoni risultati sono trampolini di lancio, mentre difetti e errori rappresentano prove e confini da superare. L’educazione punitiva non permette al bambino di esaminare con la dovuta lucidità i limiti delle sue azioni e non gli permette di fare leva sul suo potenziale.
La coercizione e la punizione si trasformano in un’umiliazione spesso insostenibile che nel cuore del piccolo si fa sfiducia.
Educazione Punitiva: gettano acqua calda e sporca sulla testa dei bambini.
L’educazione punitiva crea sfiducia verso gli adulti, verso il futuro, verso il mondo e ingenera nel bambino un grave senso di inadeguatezza.
Proprio in un periodo in cui Vita da Mamma ha fatto sua l’importante battaglia dell’educazione dolce, mentre mi muovo in rete alla ricerca di una chiave di lettura dialogante dell’educazione e della vita familiare, sono letteralmente scivolata su queste immagini, attestazione di una pratica di educazione punitiva e coercitiva:
Dirty water poured over children's heads as punishment in Polish child home http://t.co/lUxh4Nw12D pic.twitter.com/AwxGvD7Nbd
— The Telegraph (@Telegraph) November 28, 2014
La storia che queste foto narrano è dolorosa e merita di essere raccontata pur non rappresentando la cronaca di un fatto recente:
era il 2014 quando, attraverso la diffusione delle immagini qui sopra postate, la polizia polacca arrivò ad una casa famiglia per bambini, appunto in Polonia, lì, nella caffetteria dell’istituto, almeno tre bambini furono esposti ad una punizione pubblica (stando alle fonti stampa si riteneva che fossero rei di piccoli atti vandalici all’interno della struttura). “I bambini condannati” furono posti al centro di un tappeto di plastica e subirono una doccia di acqua calda e sporca.
Ovviamente il caso ha interessato la stampa per la violenza delle immagini, tuttavia non vi sono aggiornamenti circa le indagini che la polizia polacca aprì a carico dell’istituto (e i fatti risalgono allo scorso novembre 2014). Si tratta certamente di esempi di educazione punitiva, questo lo confermano le prime risultanze investigative che restano documentate.
Quello che colpisce è la violenza della punizione in termini non materiali ma psicologici. Punendo non si dovrebbe mai rispondere all’errore di un bambino (di qualsivoglia errore si tratti) con un altro sbaglio, piuttosto si dovrebbe far capire ai piccoli che un comportamento scorretto provoca delle conseguenze importanti su cui riflettere.
Per esempio: hai sporcato o imbrattato la caffetteria? La pulirai e servirai la colazione a tutti per un mese.
Ogni genitore e ogni educatore dovrebbe sempre riflettere sul valore di una punizione, soprattutto sull’effetto che l’educazione punitiva può sortire nel tempo in termini di comportamento del bambino.
Articolo aggiornato all’1 Marzo 2022 ore 18:55