“Mio figlio ha 2 anni, lo imbocco. Ma quando comincerà a mangiare da solo?”; “Mio figlio ha 3 anni, ogni mattina gli lavo i denti, le mani e il viso. A che età lo farà in autonomia?”. L’autonomia personale del bambino è il risultato di un percorso educativo finalizzato alla libertà del figlio.
Qui la parola libertà (che Vita da Mamma mutua dal gergo montessoriano) va intesa come capacità di fare per sé e da sé ovvero come conoscenza del mondo, attitudine organizzativa e propensione alla risoluzione di piccoli problemi pratici e quotidiani.
Con riguardo alla genitorialità o più precisamente al mestiere di genitore, l’obiettivo più ampio, proiettato in avanti e difficile da raggiungere è l’autonomia personale del bambino.
Affinché i bambini facciano “cose da grandi” o “cose da soli” è indispensabile spronarli, motivarli o in poche parola educarli a fare bene e proficuamente cose utili, giuste e finalizzate.
Qual è il livello a cui può aspirare un genitore in termini di autonomia personale del bambino di 2 o 3 anni?
Prima di tradurre in azioni pratiche l’autonomia personale del bambino, è giusto chiarire un assunto basilare: Vita da Mamma si interroga su quale sia il livello di autonomia a cui un geniere può puntare e non si domanda, invece, cosa deve saper fare un bambino di 2 o 3 anni. L’impostazione della domanda di partenza è nodale:
noi partiamo dal genitore e non dal bambino!
Ispirandoci ad una filosofia montessoriana dell’educazione, crediamo che il bambino vada condotto pre mano verso l’autonomia perché essa non rappresenta un’attitudine innata del piccolo ma è una “abitudine” che si acquisisce con l’esempio e con la pratica paziente, infarcita anche di gioco.
Autonomia personale del bambino – un figlio educato alla libertà tra i 2 e i 3 anni può fare da solo queste 10 azioni quotidiane:
- lavarsi le mani da solo;
- lavarsi i denti da solo;
- mangiare da solo;
- aiutare la mamma a preparare il cestino per la scuola;
- gettare piccoli rifiuti domestici differenziando l’immondizia che gestisce (per esempio può gettare la scatola vuota dei biscotti nella carta e la cannuccia con cui ha bevuto il succo di frutta nella plastica.)
- mettere i vestiti sporchi nella cesta dei panni da lavare;
- mettere le scarpe a posto (sempre che i genitori collochino le calzature del bambino in un luogo accessibile al piccolo e sicuro);
- mettere in ordine un suo cassetto, per esempio quello degli indumenti intimi;
- mettere i giocattoli in ordine dopo averli utilizzati;
- apparecchiare la tavola.
Ciascuna di queste azioni rappresenta un’attività pratica e si traduce nella risoluzione di un problema quotidiano. La prima regola è: mettere il bambino in condizione di risolvere autonomamente i suo problemi.
Autonomia personale del bambino: lavarsi le mani da solo e lavarsi i denti da solo.
Al mattino, spesso se non sempre, mamma e papà vanno di fretta, tuttavia svegliare il bambino con qualche minuto di anticipo può servire a dargli il tempo di lavarsi da solo. Se non lo farà alla perfezione, senza mortificarlo, possiamo mostrargli noi, per esempio, come si lavano correttamente i denti. Con più calma, alla sera si farà attività di rinforzo, educando il bambino a lavarsi da solo le manine anche prima del pasto.
Il maggiore rischio che un genitore corre è quello di cambiare la maglia al piccolo dopo ogni operazione di lavaggio mani, infatti le prime volte sono spesso vere e proprie docce o giochi d’acqua e sapone. Ma l’autonomia personale del bambino non ha prezzo.
Per raggiungere una piena autonomia, il bambino deve arrivare al lavandino e gestire personalmente gli strumenti “da grande” che finalizzerà al suo scopo, per esempio lo spazzolino per lavarsi i denti. Se il piccolo non riesce a raggiungere il lavandino, considerate l’opportunità di mettere a sua disposizione un gradino sicuro e confortevole che il piccolo possa gestire in maniera autonoma a finalistica.
Autonomia personale del bambino: mangiare da solo
Per mangiare da solo il bambino ha bisogno di osservare gli adulti, in tal senso, è sempre consigliabile che il momento del pranzo sia condiviso in nome della regola per cui, almeno la sera, si dovrebbe stare “a tavola tutti insieme”.
Nella fase di apprendimento dell’uso proprio di forchetta e cucchiaio non conta tanto il quanto mangia il bambino, ma conta, piuttosto, il come si alimenta e mamma e papà debbono essere consapevoli che assisteranno a grandi pasticci e il piccolo si aiuterà molto con le manine. Anche qui, vale la pena ricordare ai genitori che l’autonomia personale del bambino, intesa come fine ultimo dell’educazione, non ha prezzo.
Autonomia personale del bambino: aiutare la mamma a preparare il cestino per la scuola; gettare piccoli rifiuti domestici differenziando l’immondizia che gestisce; mettere i vestiti sporchi nella cesta dei panni da lavare; mettere le scarpe a posto o mettere in ordine un suo cassetto.
Queste azioni si possono esprimere tutte con lo stesso verbo mettere: “mettere i piattini nel cestino della scuola”; “mettere i calzini nella cesta dei panni sporchi”; “mettere le mutandine pulite nel cassetto”. Il mettere diventa qui un fare bene che pretende il riconoscimento di una utilità pratica: “se metto i vestiti nella cesta allora mamma potrà lavarelli” o “se preparo il cestino per la scuola potrò usare il piattino che mi piace”, eccetera. Per comprendere la finalità delle azioni e la loro utilità il bambino deve essere educato all’osservazione delle cose della vita e quindi deve essere coinvolto dal genitore. In questo senso la mamma deve richiamare l’attenzione del bambino: “Guarda amore mamma seleziona i vestiti dalla cesta dei panni sporchi e li lava, qui puzzano, sono macchiati, dopo la lavatrice saranno belli pulite”; “Amore scegli con me i piattini per la scuola”; “Amore se lasci il grembiuli sporco sul divano, la mamma non lo vede e non lo lava”. Il bambino coinvolto nelle attività pratiche finisce col metabolizzarle acquisendole come normali e riproducendole.
Autonomia personale del bambino: mettere i giocattoli in ordine dopo averli utilizzati.
Per diventare ordinato il bambino ha bisogno di apprezzare l’ordine e quindi deve viverlo, la mamma e il papà debbono, perciò, dare il buon esempio.
Se volete che vostro figlio metta i giocattoli in ordine, organizzate per lui una realtà abitativa a misura di bambino. Per esempio, i giocattoli debbono essere accessibili e il bimbo deve poterli gestire da solo come una sua responsabilità.
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Autonomia personale del bambino: apparecchiare la tavola.
Un capitolo a parte merita la partecipazione del bambino nell’azione di apparecchiare la tavola, se ti interessa leggi qui: AIUTARE LA MAMMA IN CASA