Una originale iniziativa di due ragazzi intraprendenti e preparati sta prendendo piede divenendo un progetto, già in parte realizzato, nel quale sono attori e insieme registi. Una proposta educativa nuova ed entusiasmante dal valore altamente formativo: Mens sana in corpore sano.
Una nuova proposta educativa: “Mens Sana in Corpore Sano”
Federica Nicole Ruspini ed Alessio Scanu sono i due giovani che hanno ideato una proposta educativa nuova rivolta a bambini e ragazzi e, con notevole entusiasmo e competenza, stanno riscuotendo il consenso di istituzioni e genitori. Alessio istruttore di Karate e Federica educatrice, nella vita vivono insieme e hanno voluto conciliare e compensare i loro diversi punti di vista mettendo in atto così una nuova strategia e prospettiva educativa.
Alessio riteneva a volte troppo rigida la filosofia Karateca e voleva che i suoi ragazzi fossero in grado di pensare, laddove il Karate richiede maggiormente disciplina, improntata sul rigore dell’ubbidienza.
Parlandone con Federica, proprio lei, da educatrice, pensa di poter abbinare le due cose: fondere la disciplina Orientale con la filosofia greca di Socrate, rigorosa l’una e, diremo, molto più di pancia l’altra ma, se miscelate, possono dare origine a qualcosa di molto dolce ed inquadrato allo stesso tempo.
Sembrerebbe una proposta educativa efficace per tornare ad avere dei sani giovani, capaci di crescere attraverso stimoli e dominio di sé, qualcosa che ultimamente sta un po’ venendo meno, saturando la società di bulli e violenti.
Nuova proposta educativa: la disciplina del Karate guidata dalla filosofia greca di Socrate.
Nasce così il progetto “Mens sana in corpore sano”, dove il motto di Giovenale non vuole significare che la mente sana vive nel corpo sano ma che bisogna fare crescere il corpo in modo sano in parallelo ad una mente retta.
Aristotele auspicava che nella scuola il corpo e l’animo vivessero in antitesi per essere preparati in modo individuale evitando che la fatica fisica, dopo la ginnastica, vanificasse la crescita spirituale e viceversa, arrivando alla fine, per due strade parallele, a formare l’uomo retto. Una persona precedentemente educata all’arte, canalizzerà la potenza fisica ottenuta dalla ginnastica non a fini violenti ma alla formazione del coraggio e all’incorruttibilità. La proposta educativa di Federica e Alessio, invece, lavora proprio sulla simbiosi usando un solo binario.
Lasciamo a Federica, ideatrice del progetto, la spiegazione della proposta educativa attraverso questa breve intervista.
– Federica, tu e Alessio vi date molto da fare come educatori, anche se in settori lontani anni luce l’uno dall’altro. In comune avevate l’entusiasmo e un grande dialogo. Tu educatrice nelle Scuole Primarie e lui nelle Arti Marziali, precisamente Karate. Da questo entusiasmo nasce un’idea sensazionale ce ne parli?
Volentieri, l’idea di fondere l’atteggiamento filosofico Greco Socratico nella disciplina Nipponica è nata parlando insieme ad Ale e vedendolo insoddisfatto del suo lavoro, soprattutto coi più piccoli e nel quale spesso rompeva gli schemi della durezza e dell’inflessibilità del Karate pur riconoscendo la validità della disciplina.
In sé, il progetto consiste nell’invito dei piccoli, a pensare ed agire in contemporanea.
– Federica, potresti descrivere questo progetto in poche battute?
Il progetto “Mens sana in corpore sano” prende corpo attraverso la collaborazione con il Prof. Fazzone di “Rete di filosofia per tutti” di Savona. È un percorso di filosofia per bambini e ragazzi che praticano karate e sviluppa laboratori di pensiero dove l’obiettivo non è prettamente teorico, bensì di armonizzare corpo e mente, pensiero e azione.
Mi spiego: Spesso si pensa di praticare uno sport o una disciplina scollegando il cervello per sfogarsi fisicamente dimenticando, così, che mente e corpo sono un’entità sola. Il bambino esercita, spontaneamente, il suo pensiero in ogni ambito. Si pone domande e cerca risposte. Così anche nello sport può e deve allenare il pensiero così come allena il proprio corpo.
Ciò appare ancora più necessario quando si parla di Karate che non è solo uno sport, ma una vera e propria disciplina che impone rigidità sia corporea che mentale.
Con i laboratori di pensiero, attraverso il “dialogo silenzioso”, Socratico, il metodo del circle-time e di regole condivise, si acquisiscono nuove competenze e consapevolezze di senso della disciplina. Combinando esercizi fisici e mentali, sembra raggiunta una perfetta alchimia di pensiero e azione.
Proposta educativa Mens sana in corpore sano: alchimia di pensiero e azione
– A chi si rivolge questo lavoro?
Nello specifico si riferisce ai bambini e ai ragazzi suddivisi in tre gruppi in base all’età (dai 5 ai 18 anni) e al grado di Cintura. Tengo a precisare che un lavoro di questo genere può essere affrontato all’interno di ogni gruppo e con persone di ogni età.
– Come è stata vista questa nuova proposta educativa dai bambini e ragazzi, nonché dai genitori e da altri organi che ne sono stati coinvolti?
I bambini fino ai 10 anni hanno accolto questo progetto con grandissimo entusiasmo, si sono mostrati subito attivi e partecipi. Con i più grandi, inizialmente più restii, abbiamo atteso che la curiosità, osservando lo svolgimento del progetto, facesse leva stimolando delle richieste specifiche, riadattando il progetto.
I genitori hanno accolto con serenità ed entusiasmo questa iniziativa comprendendo appieno il valore aggiunto a una disciplina già di per sé utile ad impostare il carattere dei propri figli.
– Economicamente come avete affrontato il progetto?
Uno dei punti di forza del progetto è anche questo, non necessita di strumenti particolari. Le fonti ispiratrici sono il corpo e la mente, i più grandi strumenti che possediamo: con e attraverso questi lavoriamo, esploriamo, sperimentiamo e rielaboriamo.
– Sappiamo che il progetto è partito e funziona, quali sono state le difficoltà contingenti come permessi e autorizzazioni, credibilità e altro?
A livello istituzionale non è stato necessario chiedere autorizzazioni specifiche mentre la credibilità di genitori e ragazzi è arrivata non appena esposto il progetto.
– Hai dei collaboratori? Di quali strumenti ti servi per portare avanti questo progetto?
Al momento non ho dei collaboratori perché tengo molto alla gestione diretta del progetto, ma ho avuto modo di confrontarmi con professionisti di differenti discipline e ognuno mi ha dato spunti interessanti su cui ragionare, “pezzetti” da accogliere e da condividere e reinventare con i bambini.
Nuova proposta educativa perfetto miscuglio tra Karate e Psicopedagogia
– Questo progetto è un perfetto miscuglio di disciplina Karate e psicopedagogia, correggimi se sbaglio, Alessio ti ha solo appoggiato oppure la cosa è nata in sintonia?
In assoluta sintonia anche se è partito dalla presa di coscienza, da parte di Alessio, delle potenzialità e, al tempo stesso, dei “limiti” del Karate. L’affidare la propria vita sportiva nelle mani del Maestro, può portare ad “annullare” il pensiero e se questo, da un punto di vista sportivo, ha un significato positivo, il rischio è quello di oltrepassare il limite e che questa mentalità tenda ad affermarsi anche oltre lo sport e l’allenamento.
Alessio ha voluto fortemente questo progetto proprio perché vuole che i suoi allievi sviluppino una mentalità critica, che siano preparati sul piano fisico e che al tempo stesso siano forti nel pensiero.
– Pensi che abbia un futuro o, quantomeno un seguito oppure è un esperimento ben riuscito ma che apre le porte ad altro?
Sono convinta che il progetto avrà un futuro e, al tempo stesso, ha la porta su un altro fronte, quello della difesa personale. Stiamo lavorando a vari progetti a favore delle donne e contro il bullismo, insomma, siamo solo all’inizio, tutto è in divenire.
– Hai difficoltà a parlarmi di Alessio e della vostra collaborazione?
Con Alessio la collaborazione è stata dal primo momento in piena sintonia, il confronto e lo scambio poi, sono facilitati dalla nostra relazione che allo stesso tempo permette piena sincerità, e soprattutto molta dinamicità e flessibilità. La “contaminazione” reciproca e costante aggiunge valore al progetto.
– Sapendo che avete attività del tutto differenti tu e Alessio, come funziona la preparazione del programma di questo lavoro?
Non esiste un vero e proprio programma, in realtà prendiamo sempre spunto dalle riflessioni dei bambini, che ogni volta suggeriscono argomenti da rilanciare e affrontare in maniera più approfondita successivamente. Questo modo di lavorare spontaneo e flessibile non prevede un punto di partenza e una fine prestabiliti, apre a una moltitudine di possibilità.
I costruttori di questo progetto sono i ragazzi, io e Alessio non siamo altro che attenti “osservatori di parole e gesti”.
Quali sono i risultati di questa proposta educativa del tutto innovativa.
– In ultima battuta mi parli dei risultati raggiunti?
Essere in grado di stare all’interno di uno spazio democratico di discussione, dove ognuno “esercita” il proprio pensiero è sicuramente il più grande risultato di questo lavoro.
In questi mesi ho potuto notare come si sia sviluppata la capacità di sostenere uno scambio di idee con sempre maggiore autonomia dei gruppi e il successo più grande è quello di essere diventati più sensibili all’ascolto, quindi all’altro. Ma sorprendenti risultati si sono avuti anche nella pratica della disciplina, un maggiore scambio e un maggiore ascolto dell’altro e del proprio corpo ha portato a un miglioramento sia durante l’allenamento sia in gara.