Quando un figlio ha un disturbo del comportamento alimentare, non sempre ci accorgiamo immediatamente e spesso, quando la cosa emerge, è tardi per agire efficacemente senza ricorrere a professionisti e strutture. Un “test anoressia” potrebbe essere utile per evidenziare atteggiamenti che potrebbero portare in una direzione patologica.
Test anoressia: 8 domande per capire…
Nei periodi di maggiore cambiamento caratteriale, fisico ed ormonale, come nell’adolescenza, un genitore di solito ha un occhio di riguardo perché si trova a doversi spesso confrontare coi mutamenti fisiologici di corpo e anima dei figli.
Un genitore attento si accorge di queste dinamiche e le monitora proprio per capire se in questa “normalità” non si siano innescate delle devianze.
Ma cosa deve osservare, un genitore, tra tutte le cose che fa o non fa il figlio?
Ecco qui un “test anoressia” che ho elaborato con otto tra i maggiori atteggiamenti che caratterizzano chi ha disturbi del comportamento alimentare e che sta percorrendo la strada verso l’anoressia. Solitamente è per lo più problema femminile ma potreste notare gli stessi atteggiamenti anche in un maschio.
Test anoressia:
1 – Notate una certa ostilità da parte dei figli, soprattutto verso il genitore dello stesso sesso?
Sappiate che l’adolescente è portato ad emulare i genitori ma ogni aspettativa è rivolta a costruire la propria immagine e quindi, se registrano una delusione, è per loro deflagrante.
Il genitore è preso a modello per la propria crescita ma se questi si rende inaccessibile attraverso un comportamento esuberante che, agli occhi del figlio, lo rende irraggiungibile, il conflitto interiore è inevitabile, oscillando tra invidia e antipatia proprio verso il genitore la cui figura viene rifiutata come modello.
La psiche dell’adolescente elabora le esuberanze e le mancanze dei genitori come inaccessibilità. A volte anche fare troppo i “simpatici” può essere controproducente. Se questo conflitto, di per sé naturale, oltrepassa dei limiti soggettivi di sopportabilità, senza entrare in merito al perché, il figlio potrebbe rifiutare l’emulazione e rigettare la possibilità di crescere se non attraverso i digiuni che sono intesi come fattore di crescita.
2 – E’ trasandato nel vestirsi?
Allo stesso modo, quando l’adolescente si rifiuta di crescere per non accettare la propria sessualità che si evolve, potrebbe essere che rifiuta di specchiarsi nel genitore che non riconosce più come modello ma come nemico e potreste notare un atteggiamento di autocensura volta al rifiuto della cura dell’igiene, del modo di vestirsi trasandato, indossando capi molto larghi anche per nascondere la propria crescita.
Fate attenzione che queste strategie di nascondimento di sé non vertano invece nell’area dell’alimentazione e, segretamente, l’adolescente cominci ad escogitare modi per non mangiare o vomitare il cibo e nascondere la propria magrezza.
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3 – Evita di svolgere mansioni che hanno a che fare con il cibo?
I figli adolescenti spesso cercano l’indipendenza sviando obblighi e doveri e facendo molte altre cose. Ponete uno sguardo di attenzione da quali azioni si astiene e se in esse vi è compreso il nutrirsi o mansioni ad esso inerenti.
Le ribellioni, nell’adolescenza, sono normali fino a che non si tratta di cibo. Se, invece, c’è il rifiuto del cibo, perché imposto o proposto, considerate un possibile disturbo del comportamento alimentare indagando le cause che possono averlo scatenato. Fatevi sempre consigliare da gente esperta.
4 – Che persone frequenta?
Se notate che evita la compagnia di coetanei in salute mentre predilige amicizie con persone emarginate dove può trovare un confronto paritario, oppure si inserisce in un nuovo gruppo dei pari nel quale vi possa essere la regola di non mangiare per farne parte, può essere un campanello d’allarme e non un semplice atteggiamento sociale o filantropico.
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5 – Ha spesso cambiamenti di umore?
Un campanello di allarme molto eloquente può scattare anche se notate dei cambiamenti di umore continui. Possono essere normali atteggiamenti caratteriali, o inerenti all’età e, solitamente, non influiscono sul comportamento alimentare ma se notate che i cambiamenti di umore coincidono con gli orari dei pasti, piuttosto che con le pietanze stesse, vuol dire che è in atto un disturbo e bisogna correre ai ripari.
6 – Il suo atteggiamento di fronte al cibo com’è?
Solitamente il carattere volge verso una normale maturazione ma se notate una certa regressione e, in concomitanza, un continuo rifiuto del cibo o, comunque, una crescente selezione e diminuzione delle quantità di cibo, è il caso di allarmarsi. Questi cambiamenti avvengono rapidamente e in un paio di mesi potreste non riconoscere i figli che, abitualmente, amavano delle cose e che oggi invece detestano.
Test anoressia: osservare per capire.
7 – E’ spesso assente durante l’ora dei pasti?
Avete notato che vostra figlia o figlio esce spesso senza mangiare dicendo che prenderà un panino o farà colazione al bar oppure mangerà la pizza con gli amici? Accertatevi che non sia una scusa per evitare di mangiare e digiunare quando è fuori ma anche quando rientra, dicendo di aver mangiato.
8 – Ama cucinare?
Sembra paradossale ma se notate che vostra figlia ha iniziato a cucinare, imparando anche bene e osservate che evita di mangiare ma invece si limita a compiacersi di chi mangia le cose da lei cucinate. È il classico atteggiamento di chi rifiuta il cibo per paura di ingrassare, proponendolo agli altri che, nel suo immaginario, ingrasseranno, per evidenziare maggiormente la sua magrezza, ritenendo non sufficienti i propri digiuni per dimagrire.
Se notate uno di questi atteggiamenti particolarmente marcato, oppure più o tutti, informatevi attraverso professionisti sanitari e socio-sanitari sul piano d’azione da attuare per correre ai ripari ma non prendete iniziative perché ogni nostra azione, se non ha alle spalle delle specifiche conoscenze, potrebbe involontariamente danneggiare irreparabilmente delle situazioni precarie ma ancora riparabili.
Questo test anoressia non ha un valore scientifico ma solo empirico ed è studiato a livello educativo per invitare i genitori ad osservare e capire, senza angoscia ma con la dovuta dose di obiettività.