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Sindrome Bambino Scosso: cos’è e perchè può portare alla morte

di Redazione VitaDaMamma

01 Marzo 2022

L’arrivo di un nuovo bebè è sempre un evento meraviglioso ma non bisogna nascondere il fatto che questo significhi anche tanti stravolgimenti e cambiamenti dei ritmi quotidiani e la gestione con una realtà nuova. Una mamma troppo stressata o sotto pressione potrebbe, anche solo per qualche secondo, cercare di calmare il bimbo scuotendolo, un gesto sottovalutato che può avere conseguenze gravissime, come la cosiddetta sindrome bambino scosso.

 

Una mamma che soffre di depressione post parto può incorrere nell’errore della SBS (sindrome bambino scosso)

Una mamma che soffre di depressione post parto può incorrere nell’errore della SBS (sindrome bambino scosso) – Foto diritto d’autore: highwaystarz© 123RF.com – ID Immagine: 50158709 con licenza d’uso.

 

Sindrome bambino scosso: cos’è?

Un neonato che non mangia, che non si attacca correttamente al seno, che piange ininterrottamente, che non dorme, che non lascia svolgere un’attività anche importante… possono essere molteplici i motivi per cui può subentrare nervosismo e frustrazione, soprattutto se questi episodi sono frequenti e prolungati.
Un gesto estremo per riuscire a far calmare il bambino – parliamo di un’azione dettata principalmente dalla prostrazione e dall’avvilimento – è quello di prenderlo in braccio e scuoterlo, anche per pochi secondi, nel tentativo disperato di interrompere una situazione di pesante disagio.

 

Per quanto assurdo possa sembrare, tale gesto è purtroppo più frequente di quanto si pensi, ma soprattutto può avere conseguenze molto grave, più di quanto si immagini. Bastano pochi attimi di violento scuotimento per causare lesioni gravi o gravissime al bambino, per questo un’azione del genere è assolutamente equiparabile ad un vero e proprio abuso.
Non solo con ogni probabilità non si otterrà nessun risultato, il neonato non si calmerà affatto, al contrario si andrà a peggiorare qualsiasi disturbo del piccolo che reagirà con ulteriore paura e conseguenti urla e pianti. è un gesto che non deve essere assolutamente sottovalutato nella sua gravità e nelle sue conseguenze, non a caso si parla della Shaken Baby Syndrome (SBS), ossia sindrome bambino scosso.

 

Sindrome bambino scosso: cos’è e quali conseguenze ha sul bambino

Sindrome bambino scosso: cos’è e quali conseguenze ha sul bambino – Foto diritto d’autore: jehsomwang© 123RF.com – ID Immagine: 52743884 con licenza d’uso.

 

Sindrome bambino scosso: conseguenze sul neonato.

Sappiamo perfettamente quanto la testolina di un neonato sia fragile e da proteggere in ogni modo. Fin da subito impariamo a sollevarla delicatamente e a reggerne il peso quando abbiamo il bimbo in braccio. Questo perché il collo non è ancora in grado di sorreggere la testa di un neonato che, in proporzione, per il piccolo ha un grosso peso; inoltre i legamenti del collo non sono ancora sufficientemente sviluppati per tendersi e sostenere il capo.
Sappiamo anche che la scatola cranica del bimbo è ancora molto malleabile e presenta dei punti di giuntura (fontanelle) ancora non perfettamente chiusi, in base all’età del bambino. Dunque siamo perfettamente consapevoli che è la parte più delicata di un neonato, eppure capita che non si pensi quanto possa essere pericoloso scuotere il neonato, sia per gioco che per stress, anche solo per pochi attimi o ripetutamente.

 

Testa del neonato dopo il parto: com’è e come cambia


 

La frustrazione e il nervosismo possono raggiungere un apice estremo, per questo chi si occupa del bimbo non deve temere giudizi o pregiudizi, deve rivolgersi a qualcuno che possa li aiutare, che consenta loro anche di riposarsi se è il caso al fine di non arrivare a manifestazioni di rabbia momentanea che possono avere conseguenze gravi.
Non parliamo di percosse e violenze ripetute, il più delle volte la mamma o il papà scuotono, anche solo per un attimo, il neonato lo fanno perché cedono alla prostrazione: il loro intento non è quello di fargli volontariamente del male ma solo porre fine ad un momento che non riescono a gestire in altro modo. Tuttavia resta indubbia la gravità del gesto che non dovrebbe mai essere fatto per gli altissimi rischi che può correre il bambino, conseguenze gravi che spesso non sono sufficientemente conosciute.

 

Sindrome bambino scosso: danni fisici e neuro-psicologici.

I danni subiti da un bambino durante lo scuotimento possono essere diversi per intensità e gravità, molto dipende dalla forza e dalla durata degli scossoni nonché dall’età del piccolo (al di sotto dell’anno di età le conseguenze possono essere fatali). In generale si parla sia di danni neuro-psicologici che di quelli psico-motori, entrambi conseguenze delle possibili lesioni di alcune zone del cervello e/o della colonna o delle lesioni delle vene situate lungo il collo. Ecco quali possono essere le conseguenze più gravi:

  • disturbi di apprendimento o dell’attenzione;
  • cecità o danni alla vista;
  • paralisi cerebrale o ritardo mentale;
  • disturbi del linguaggio o del comportamento.

 

In questo video realizzato dall’associazione Terre des Hommes, la dottoressa Melissa Rosa Rizzotto, Medico di comunità di Padova, approfondisce quelle che sono le conseguenze della Shaken Baby Syndrome.

 

 

Sindrome bambino scosso: cosa accade nella testa del neonato.

Al fine di avere ben chiaro i possibili danni che la SBS (sindrome bambino scosso) provoca al cervello di un neonato, alcuni esperti hanno usato un simulatore per osservare fattivamente cosa succede nella testa di un bambino quando viene scosso.
È stata applicata una calotta trasparente sulla testa di un manichino in modo da poter “mostrare” la massa cerebrale. Scuotendo il bambino difatti è possibile vedere alcuni punti del cervello che si illuminano, luci che rappresentano le lesioni più o meno profonde che subiscono. È davvero sconcertante constatare come poche e semplici scosse possano dar luogo a danni gravi.

 

Nel video proposto qui di seguito il simulatore dimostra in maniera diretta ed evidente le conseguenze su capo e collo dello scuotimento del bambino, con diretta correlazione alle aree cerebrali. Diffondiamo dunque questa campagna informativa affinché tutti siano a conoscenza di questa problematica ancora poco conosciuta e del tutto sottovalutata.

 

 


 

Articolo originario 1 Ottobre 2015 – aggiornamento 1 Marzo 2022 ore 17:00



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