Far sentire amati i bambini è un desiderio che ogni genitore nutre, spesso, però, la vita ci impone ritmi gravosi e scelte difficili che stimolano domande delicate sulla nostra felicità e su quella della nostra famiglia:
“Corriamo, facciamo, non ci fermiamo mai ma siamo veramente felici e qual è il segreto per far sentire amati i bambini?”
La società contemporanea troppo spesso ci impone dei limiti oggettivi che si trasformano facilmente in ansia, a discapito della qualità della nostra vita: limiti di tempo, limiti di danaro, limiti di forma e persino limiti di affetto.
In ufficio si entra alle 8:30 e il cartellino elettronico segna anche i 30 secondi di ritardo per cui troppo spesso quel bacio in più che vorresti dare a tuo figlio fuori scuola è negato, dimenticato, perduto; ci sono papà che vorrebbero farsi trovare ai cancelli all’uscita, ma la campanella suona mentre sono immersi nel lavoro e quella sorpresa al figlio diviene una possibilità che non riescono mai a concedersi; molti genitori tornano a casa tardi, anche oltre le 19:00, e il peso del lavoro continua a farsi sentire, sono irritabili, nervosi, poco empatici e lo stress li intrappola in una gabbia che gli affetti non riescono a penetrare.
E’ possibile far sentire i figli felici malgrado lo stress, l’ansia, la fretta di cui siamo vittime in questa frenetica società moderna? Come far sentire amati i bambini?
Sì, certamente la felicità personale e familiare è sempre possibile.
Tuttavia felicità vuol dire visione positiva della vita: in questo senso la felicità non è un obiettivo ma è un modo di vivere e interpretare le occasioni quotidiane, non è un posto dove si arriva, ma è una strada lungo la quale si cammina compiendo azioni felici e che ci ispirino benessere. Pertanto, affinché i figli sentano di vivere nell’amore è necessario indicare loro un cammino positivo, diretto alla soddisfazione prima di tutto di bisogni interiori di benessere.
L’amore, dunque si vive e si respira, ecco 13 regole d’amore che hanno l’obiettivo di far sentire i bambini amati e felici:
1 – Al mattino non svegliate mai i vostri figli lamentando già un ritardo o urlando: “Presto dobbiamo andare a scuola; suona la campanella; c’è traffico; ho la riunione o hai il compito in classe, ecc…”. Svegliate i vostri bambini con un bacio, una carezza, un abbraccio, qualche coccola sulla schiena, una musica dolce o la canzone che amano di più.
Il risveglio rappresenta il momento del ritorno alla coscienza: la mente si impossessa nuovamente del corpo e ne influenza non solo i movimenti e le funzioni fisiologiche, ma anche gli stati emotivi, perciò più dolce è il risveglio migliore sarà la giornata.
Il bambino che si sveglia avvolto dall’affetto si sente considerato, importante e centrale, capisce di essere lui stesso l’inizio del mondo materno, il centro dell’interesse degli adulti.
2 – Trasformate il momento della buonanotte in un rito d’amore: leggete una storia, raccontatevi qualche cosa, abbracciate e fatevi abbracciare, non lesinate baci, carezze e coccole.
Anche dopo che si è addormentato, quando andate a rimboccare le coperte di vostro figlio, baciatelo e sussurrategli parole d’amore. Questi gesti d’affetto interferiranno positivamente col sonno del bambino divenendo elementi di sostegno della sua autostima.
3 – A pranzo, a cena e a colazione spegnete la televisione, i cellulari e ogni dispositivo invasivo di comunicazione col mondo esterno. Isolatevi con la vostra famiglia e scoprite, insieme ai bambini, il potere della parola. Sempre meno spesso la tavola è il luogo della condivisione, complice l’elemento di disturbo rappresentato dalla televisione, la tavola ha perduto la sua funzione di luogo dei racconti, del confronto del ritrovarsi.
4 – Mettete un cestino in un luogo centrale della casa, e pretendete da tutti i membri della famiglia che prima di mangiare, prima di fare i compiti e da una certa ora in poi (per esempio a decorrere dalle 19:00) depongano lì le loro armi elettronichedi comunicazione col mondo. I genitori, lontani dalla mail di lavoro, saranno più disponibili con i figli; i bambini smetteranno di essere vittime dell’aggiornamento del giochino elettronico anche mentre si mangia o si guarda un fil tutti insieme; gli adolescenti comprenderanno che c’è un tempo per studiare, uno per stare in famiglia e un altro per ciattare.
5 – Anche se i vostri figli stanno crescendo, educateli a manifestare l’amore.
Io metto spesso nelle cartelle dei miei bambini dei messaggi d’amore, tal volta li nascondo nella borsa della palestra e tal altra accanto al pigiama che indosseranno prima di andare a letto.
Un semplice messaggio (come: ”Sei il migliore” o “Ti penso sempre perché sei tutta la mia vita”) diventa per il bambino e il ragazzino un segno di fiducia e supporto che avvantaggia l’autostima e massimizza la fiducia in se stessi, confermando l’affetto del genitore e la centralità del proprio ruolo di figlio nelle dinamiche familiari.
6 – Dedicate del tempo esclusivo ai vostri figli: una passeggiata, un gioco semplice come una partita a carte, una chiacchierata davanti ad un succosi frutta, 10 minuti di musica ascoltata insieme sul lettino facendosi le coccole.
Il tempo è fatto anche di minuti che se intensamente vissuti hanno una qualità e un valore assoluti.
7 – Sorridere spesso. Il sorriso è un’arma preziosa, spesso sottovalutata, rompe il silenzio, attenua la paura, conforta, asseconda e serve sempre per accompagnare l’educazione dei figli al pensiero positivo e al valore dei sentimenti. La vita e in essa la felicità dipendono molto dalla prospettiva che la persona assume guardando le cose, gestendo le occasioni ed entrando nelle dinamiche del vivere comune.
Come far sentire amati i bambini senza sorridere? Impossibile, il sorriso è una manifestazione dell’amore.
Il bicchiere può sempre essere mezzo pieno, il bambino deve comprendere il fatto che vedere un bicchiere mezzo vuoto è improduttivo e demoralizzante, mentre rivolgere in positivo la vita e partire dall’osservazione più speranzosa di essa è, all’opposto, una possibilità imperdibile.
– “Mamma si è rotta la penna”
– “La prossima scriverà meglio, vedrai!”
— “Mamma sono caduto mi fa male il ginocchio”
— “Non ti sei rotto nulla, hai imparato che lì c’è un gradino o che devi guardare davanti a te mentre corri, ecc…”
— “Mamma la maestra mi ha messo un brutto voto”
— “Dopo il temporale il celio può ospitare un arcobaleno, hai provato dispiacere? Vogliamo studiare insieme una strategia per dimostrare alla maestra quanto sei bravo.”
8 – I rivolgimenti in positivo della vita sono possibili solo dialogando col bambino, la parola è il veicolo del confronto e il canale della comunicazione, intesa come incontro e scambio.
9 – Abbiate con il vostro bambino, anche durante il percorso di crescita che lo porterà a divenire adulto, un rapporto di dialogo “fisico”: guardatevi negli occhi, datevi la mano, abbracciatevi. Nello scambio di opinioni, parole e possibilità è importante anche incontrarsi fisicamente perché nel corpo ci sono le nostre energie materiali e in questo senso un’abbraccio vuol dire protezione, conferma, conforto, una mano sulla spalla, una carezza, un bacio, rappresentano per un bambino e per un ragazzo gli accenti su un discorso che si chiama complicità e che caratterizza la comunione di vita che deve appartenere ad ogni famiglia.
10. Non mette i bambini sulla bilancia del confronto. Il bambino per essere felice deve avvertire il valore della propria unicità e deve sentirsi tutelato in essa.
“Guarda Antonio com’è ubbidiente”,
“Fai come Andrea che ascolta sua madre”
La competizione è innata nei bambini, tuttavia stimolarla con un confronto in negativo è pericoloso perché ingenera nel piccolo ansia di prestazione, nervosismo e può persino stimolare sentimenti di odio e repulsione verso il competitore. Quindi per far far sentire amati i bambini bisogna concentrare le proprie attenzioni sul bimbo stesso senza cercare fuori da lui e da noi come famiglia i modelli da emulare.
11. Ammettere che i modelli dei bambini sono all’interno del contesto familiare e comprendere che noi genitori rappresentiamo il primo modello che il bimbo tendenzialmente imita è un’importante presa di coscienza. Ciò, oltretutto, ci rimette ad una nostra responsabilità primaria: da genitori adulti e responsabili dobbiamo dare sempre il buon esempio ai bambini.
12. I bambini vanno rispettati nella loro individualità e per farlo vanno interpretati e compresi, ascoltati e guidati.
Per far sentire amati i bambini occorre scoprire le loro aspirazioni, osservando le loro preferenze e indagando i loro desideri, non bisogna costringerli a fare ciò che non amano a discapito delle inclinazioni che li caratterizzano.
“Non ti posso portare a danza perché è lontano, ma puoi fare pallavolo perché ci va tua cugina”,
anche lo sport come la scuola, come le amicizie e il tempo libero debbono rappresentare per il bambino banchi di prova grazie ai quali il piccolo impara a manifestare il suo essere persona. Le scelte di merito non spettano ai genitori ma ai figli, mamma e papà debbono accettare di avere un ruolo di guida e indirizzo, non una funzione decisionale e quindi non è giusto né costringere né imporre. Le scelte del bambino vanno condivise con lui, orientate e discusse, ma il figlio va condotto all’autonomia anche decisionale.
13 Lasciate i figli liberi di sbagliare.
Che scelgano come svolgere quell’esercizio che vi sembra stiano sbagliando, i compiti li correggerà la maestra a casa; che comperino quel vestito che non vi piace; che scelgano il regalo di natale o lo sport prediletto.
Accompagnare un figlio alla vita vuole spesso dire illustrargli, secondo l’esperienza dell’adulto, i pro e i contro di certe circostanze ed occasioni, sovente il bambino o il ragazzino sceglierà la via meno facile o cadrà in errore, il compito del genitore (possibilmente senza dire te l’avevo detto) non è quello di preservare il figlio dall’errore ma è, piuttosto, quello di dimostrargli che sbagliando si impara (a proprie spese).
In sintesi la regola base dell’amore è il rispetto dei battiti del cuore, dell’identità personale, degli abbracci e del bisogno di affetto, degli sguardi e della ricerca di sè che nella vita non ha mai fine. Per far sentire amati i bambini bisogna, dunque, rispettarli come persone che con noi condividono vita e amore, ma che restano individualità libere.
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