Il rapporto tra adolescenti e genitori è spesso tra i più conflittuali che annovera la psicologia dinamica. Il genitore rimane spesso spiazzato dalla crescita a volte repentina del figlio che non è facile da gestire ed accettare anche perché spesso fa emergere propri conflitti irrisolti; il figlio deve lottare tra il bambino ancora dentro di sé e le nuove emozioni che prova: un cocktail che può divenire esplosivo. E’ bene in tutto ciò cercare di trovare delle possibili opportunità di dialogo e condivisione.
Adolescenza e genitori: la musica come collante del gruppo
Come è ben risaputo, per gli adolescenti il confronto con i proprio pari è essenziale così come lo è potersi integrare tra loro. Ciò permette la costruzione di una personalità maggiormente in grado di formarsi in modo autonomo. Spesso questa cosa è interpretata falsamente o in modo controverso. Si pensa che stare nel gruppo possa uniformarli in modo piatto per dare luogo al cosiddetto “gregge“.
In realtà, invece, i gruppi di pari possono essere altamente formativi per gli adolescenti e creare un fondamento di condivisione e solidarietà che li fa crescere più sicuri e aperti.
Adolescenza e genitori: in questa età difficile la parola d’ordine è “condivisione discreta”, proprio in queste due parole vi è il segreto per una convivenza accettabile che sia da trampolino di lancio per un rapporto aperto genitori e figli dove il dialogo possa sempre rappresentare un’ancora sicura in ogni situazione. Il genitore deve essere presente e disponibile senza essere invadente, calibrare la giusta misura di partecipazione nella vita del ragazzo.
La musica rappresenta spesso un collante fondamentale nei gruppi dei pari. Condividere la stessa musica è spesso un modo universale e trasversale nelle generazioni che si sono susseguite, per elaborare le proprie emozioni, trasmetterle e ottenere il consenso del gruppo. In tal modo la musica diventa un linguaggio comune, una dimensione in cui sentirsi pienamente se stessi ed esplorare la propria adolescenza.
E’ normale che in questa fase, spesso, l’attenzione dell’adolescente si riversi in particolare su un cantante o un gruppo musicale.
L’idolo di gioventù rappresenta con la sua musica una valvola di sfogo perfetto per le frustrazioni fisiologiche dell’adolescente ma anche una prospettiva di crescita e maturazione del gruppo. Di solito inoltre il cantante del momento racchiude in sé proprio alcune caratteristiche di trasgressione o di forza che si vorrebbero acquisire.
Adolescenza e genitori, il conflitto aperto.
Tutto ciò è, nella maggior parte dei casi, assolutamente fisiologico e proprio di questa età.
Qual è il ruolo del genitore in tutto ciò?
Non è facile essere un’ombra ed essere al contempo un punto di riferimento ma è un compromesso che si deve accettare e bisogna intraprendere.
Adolescenti e genitori: la condivisione di una passione
Ascoltare i propri figli adolescenti e mantenere con loro un canale sempre aperto è essenziale anche se non sempre facile. La musica può diventare un ponte anche per noi da poter gettare per avvicinarci al loro “mondo” e al loro “linguaggio”. Far loro capire: “ci siamo e sappiamo cosa provi.”
Anche per questo andare insieme ad un concerto del loro “idolo” può essere fortemente consigliabile ed auspicabile.
Non è solo una questione di opportunità ma di un insegnamento che potrà far valicare ad entrambi nuove frontiere di crescita e di conoscenza del proprio “io interiore” nel dualismo genitore-figlio.
Adolescenza e genitori: la mia esperienza di mamma al concerto con mia figlia adolescente
In questa prospettiva è arrivato anche per me, da mamma, il momento di condividere un’esperienza del genere con mia figlia adolescente: l’ho accompagnata al suo primo concerto.
Il bilancio pratico è stato incredibilmente fantastico e voglio raccontarlo proprio nella prospettiva che, solo in teoria, vi ho illustrato fino ad ora.
Fin dall’acquisto del biglietto per lei è stata la certezza che noi ascoltavamo i suoi pensieri e consideravamo importante qualcosa che per lei fino ad allora esisteva solo sul piano dell’immaginazione e di cui quasi si vergognava.
La scelta di mia figlia è caduta sul concerto di Mika del 27 settembre al Forum di Assago a Milano.
Ciò a cui ho assistito non è stato solo un fantastico spettacolo di un bravissimo cantante showman che ha anche doti comunicative che lo rendono estremamente adatto a parlare ai giovani ma un’esperienza genitoriale che consiglio a tutti.
E’ stato un po’ come avere il permesso di entrare per qualche ora nel mondo degli adolescenti e scoprire le sfumature di questa “setta” come una vera adepta. Ero io per la prima volta a chiedere il permesso di comprendere e di stare a guardare.
Dal punto di vista della sicurezza oltre tutto, soprattutto per le ragazze più giovani garantisce anche a noi di essere più tranquilli. Consiglio per una prima esperienza di limitarsi a dei posti a sedere, possibilmente numerati ed evitare il parterre, che rappresenta senz’altro un’emozione più forte ma anche pesante fisicamente che a volte, proprio per questo, si può rivelare più deludente a causa degli spazi ristretti e della visuale relativamente più vicina ma molto disturbata dalla folla.
Adolescenti e genitori ad un concerto di musica pop.
Durante le ore di attesa fuori dal forum il clima che si respirava era di una condivisione massima delle aspettative e delle informazioni, una solidarietà palpabile in mille gesti: i ragazzi si scambiavano emozioni ed opinioni in modo libero, certi di essere compresi tra di loro anche se non si erano mai visti prima ed in modo assolutamente pulito e cristallino. Una prerogativa che forse dovremmo rimparare proprio da loro.
Non solo: la solidarietà è anche pratica nello scambiarsi il favore di tenersi il posto, di aiutarsi a colorare e costruire i cartelloni da mostrare in tribuna, di organizzare le “fan action“, ovvero organizzare azioni di gruppo per dimostrare al proprio idolo di essere uniti per lui. Centinaia di ragazze e ragazzi che si aiutano a fare scritte anche sulle braccia e sulla fronte per poter “comunicare” in modo inequivocabile la loro appartenenza all’evento: un marchio sulla pelle che equivaleva ad un marchio dell’anima.
Tutte le fan si erano anche organizzate per portare un fiore finto da lanciare sul palco e un foglio sul quale era stato scritta la frase #lamorefaquellochevuole, traduzione del titolo di una canzone di Mika dal significato pregnante.
E poi… due ore di pura emozione non solo musicale, tra adolescenza e genitori quello che io ho visto è stato un movimento omogeneo e felice di cuori che battevano all’unisono.
Adolescenza e genitori: un concerto che unisce i cuori
“Partecipare” per noi genitori non è solo il gesto dell’accompagnamento fisico, che è pure già molto in termini di accondiscendenza, ma anche quello di saper partecipare emotivamente a questo crogiolo di emozioni senza giudizi e pregiudizi. Come me, moltissimi genitori hanno condiviso questo avventura e anche tra noi la complicità e il coinvolgimento non è stato da meno.
Vedere mia figlia e le sue amiche stringersi le mani nervose ed emozionate, i loro occhi sgranati dalla felicità e il loro cuore gonfio per l’attesa della prima uscita sul palco è stata un’occasione unica ed indimenticabile e non posso che ringraziarla per avermene dato l’opportunità, per aver potuto, in punta di piedi, poter godere di queste due ore in cui forse io ho guardato più lei che il palco…con le lacrime agli occhi per vedere che si cresce anche così!
Le mille e più luci delle torce degli smartphone, simbolo della nuova generazione, al servizio di un’onda ordinata che si muoveva con passione ma anche con una sorta di rispetto ossequioso, con un’energia e un pathos straordinari in cui la ribellione veniva convogliata in un’emozione positiva e unitaria, assolutamente costruttiva, in alternanza al battito di mani ritmico e il coro unitario chiesto dal loro idolo con il suo italiano imperfetto ma simpatico, guidati da lui a cantare e muoversi insieme:
“Voglio che voi cantiate come se foste gli ultimi sul pianeta, senza orgoglio, senza vergogna, senza paura, scemi tutti insieme!”
Il canto liberatorio e lo stupore, la gioia di vivere un sogno innocente è qualcosa che, se possibile, per tempi, luoghi e mezzi, non possiamo negare e che per loro rappresenterà una grande sfida vinta nella battaglia adolescenza e genitori dove, di fatto, non ci sono vincitori o vinti ma solo l’ascesa verso un piano comune.
Nel linguaggio non verbale così pregno di significati, il ritorno con la sua testa appoggiata sulla mia spalla, lo sguardo di chi ha pianto di felicità e di chi desidera parlarti di tutto ciò che era successo ed aveva visto come se tu non ci fossi stata, è stato grandioso.
Non tutto il mondo della musica deve essere visto con diffidenza, anzi! L’ingrediente fondamentale è cercare di sentirci coinvolti nel loro mondo almeno tanto quanto vorremmo lo fossero loro nel comprendere la nostra quotidianità.
Non ultimo e non meno importante: lei si è divertita ma… anch’io e “incredibilmente”!