La donna vista come unico essere umano in grado di dare vita ad una famiglia, la mamma la sola ad avere il “potere” di procreare, la sola ad essere in grado di compiere il miracolo della vita.
No, quelle appena scritte non sono le affermazioni di una femminista convinta ma una particolare, e a mio parere preoccupante, realtà dei giorni nostri denunciata da alcuni medici d’oltremanica.
Donne vergini diventano mamme: non è un miracolo ma una scioccante realtà.
La notizia, o sarebbe il caso di chiamarla inchiesta, il cui titolo suona alquanto ironico, quasi un fake, è stata trattata dal tabloid britannico The Mail on Sunday e poi riportata durante lo scorso week-end sul portale del quotidiano inglese Daily Mail.
In pratica è stato “denunciato” un dilagante ma sconcertante fenomeno alquanto diffuso in Gran Bretagna: l’inseminazione artificiale di donne vergini single che vogliono diventare mamme ma al tempo stesso evitare “l’incombenza” di un partner che potrebbe non essere quello giusto.
Nello speciale diffuso dal tabloid britannico si parlava di almeno 25 donne vergini eterosessuali che negli ultimi 5 anni hanno portato avanti con successo una gravidanza senza mai aver avuto un rapporto fisico con un uomo, ma solo grazie alla IVF (In vitro fertilization), ossia la fecondazione in vitro.
Dati che hanno suscitato un certo clamore, motivazioni che hanno scaturito una certa preoccupazione su ciò che il futuro potrà riservare non soltanto a questi bambini ma all’intero genere umano.
Donne vergini diventano mamme: perché questa scelta così estrema?
Cosa spinge queste donne vergini a rifiutare a priori qualunque rapporto umano, sia fisico che emotivo, ed assecondare il proprio desiderio di maternità attraverso la scienza?
Mia personale opinione è che la fecondazione assistita rappresenta una grande scoperta per tutti coloro che non possono diventare genitori per varie ragioni, ma diventa sempre più difficile delineare i confini tra l’etica e il progresso.
Tra i contestatori di questa pratica infatti vi è Josephine Quintavalle del gruppo Comment on Reproductive Ethics, organizzazione che si concentra sui dilemmi etici che riguardano la riproduzione umana, che ha dichiarato:
“Cos’è il bambino per queste donne? Un orsacchiotto che prendono dallo scaffale?”.
Eppure c’è chi non parla di semplice capriccio.
Il quotidiano inglese Daily Mail ha raccolto alcune dichiarazioni rilasciate dai dottori che operano presso le 4 più importanti strutture britanniche che effettuano la fecondazione assistita e che hanno aiutato giovani donne vergini single a diventare madri.
Tracey Sainsbury, un consulente senior e responsabile delle ricerche sulla fertilità presso la London Women’s Clinic, ha dichiarato che non si tratta di un semplice capriccio ma vi sono motivazioni valide e fondate.
Facendo riferimento alle donne vergini che ha incontrato e aiutato nella London Women’s Clinic durante gli ultimi anni, Sainsbury ha spiegato:
<<Ogni caso è diverso. Alcune donne vergini non hanno mai avuto un rapporto, altre hanno avuto un compagno ma mai un rapporto fisico […] Alcune vogliono “preservarsi” per un rapporto speciale. Sentono di non aver trovato il partner giusto per condividere un rapporto fisico ma vogliono ugualmente avere un bambino ora. Non ho incontrato una donna single che sia venuta in clinica per un capriccio o che non abbia pensato alle possibili conseguenze dovute alla sua decisione, sia per se stesse, per la loro famiglia allargata e, cosa più importante, per il bambino concepito>>.
Anche Laura Witjens, direttore esecutivo della National Gamete Donation Trust, ente di beneficenza finanziato dal governo istituito per sensibilizzare la popolazione sulla donazione di liquido seminale, uova e embrioni, ha parlato di diritto di scelta, un diritto alla maternità che spetta loro mentre devono essere le cliniche ad assumersi la responsabilità delle motivazioni date.
E ancora il dottor Mohamed Taranissi, che lavora presso la ARGC (Assisted Reproduction and Gynaecology Centre) ha dichiarato che tale scelta viene effettuata perché oggi l’essere umano ha paura dei rapporti fisici:
<<La maggior parte di loro non hanno problemi di fertilità, è più un problema psicologico>>.
Paura di relazionarsi con gli altri, paura di non saper gestir un rapporto, sia fisico che emotivo, che presto o tardi può rivelarsi fallimentare, paura di amare e mettersi in gioco per solo amore.
Ma le donne vergini che diventano mamme perché hanno paura di amare possono a loro volta dare e garantire il giusto amore ai propri figli?
Secondo lo psicoterapeuta infantile Dilys Daws no.
Come riportato dal Daily Mail, Daws ha dichiarato che le donne vergini che vogliono assecondare il proprio desiderio di maternità scegliendo la fecondazione in vitro perché non hanno ancora trovato l’uomo giusto, non hanno raggiunto la maturazione emotiva necessaria per prendersi cura di un’altra persona, in questo caso di un bambino.
Allevare un bambino infatti implica dedizione, responsabilità ma soprattutto il saper donare amore in modo indiscusso, sapersi mettere in gioco ogni giorno per venire in contro alle esigenze di una creatura che dipende completamente da noi.
Io mi chiedo, cosa mai faranno queste donne vergini che scelgono di diventare mamme con l’IVF in attesa dell’uomo giusto quando, osservando il loro bambino, si chiederanno “ma sarà lui il bambino giusto?”.
Perché è innegabile che se si è così esigenti con l’uomo al quale donare una parte importante di noi, si possa esserlo altrettanto con il figlio al quale dovremo donare la nostra intera vita.
Ma chi sono queste donne vergini così desiderose di maternità tanto da arrivare a spendere 5 mila sterline?
A descriverle è Maha Ragunath, direttore medico della Care Fertility Clinic situata a Nottingham:
<<Molte di loro sono molto giovani, circa 20 anni, a volte sono studentesse o svolgono lavori molto comuni e spesso vivono con i loro genitori, piuttosto che donne in carriera che sono state respinte o che hanno focalizzato la loro vita sul lavoro>>.
La dottoressa Ragunath afferma inoltre che il numero delle donne vergini single che effettuano l’IVF presso cliniche private è raddoppiato in soli 10 anni.
<<Sono estremamente felici di andare avanti da sole e non si preoccupano per le implicazioni che tutto ciò può comportare o come potrebbe andare un loro nuovo rapporto>>.
Questo tipo di intervento non viene finanziato dal National Health Service (NHS, l’equivalente del nostro Servizio Sanitario Nazionale) ma, come detto in precedenza, viene effettuato presso cliniche private con un costo pari a 5mila sterline, quasi 7mila euro.
Personalmente non trovo giusto “sfruttare” in questo modo la scienza in quanto una persona che non è in grado di affrontare un rapporto fisico ed emotivo con un’altra persona non è pronta ad affrontare un impegno e devastante così grande come la maternità.
Tu cosa ne pensi? Dicci la tua al riguardo.