Dopo l’ansia e la devastazione nello sconfiggere una malattia insidiosa come il cancro, per alcune donne si fa strada anche il rischio di non potere più avere figli a seguito dei trattamenti effettuati e anche dell’asportazione di organi riproduttivi. Il rischio di infertilità è elevato ed in alcuni casi, fino a poco tempo fa, irrevocabile. Una nuova speranza nasce da una nuova tecnica di successo che ha visto una gravidanza dopo tumore andare a buon fine.
Gravidanza dopo tumore: una nuova possibilità
Questa è la storia di una battaglia e di una vittoria da parte di una mamma, aiutata dalla medicina, a portare a termine una gravidanza dopo tumore e le cure relative che l’avevano resa sterile. Un miracolo per mano dell’uomo che riesce a far vincere la vita su tutto!
Jodie aveva solo 23 anni quando le fu diagnosticato un linfoma follicolare, la malattia poteva metterla a rischio della vita stessa e sono stati necessari mesi di pesanti ed intensi trattamenti per poterla aiutare.
Questa giovane donna e sua marito Aden, sono entrambi insegnanti ed erano insieme da 4 anni quando Jodie ha saputo della sua malattia.
Visto anche il lavoro svolto da entrambi, perennemente circondati da bambini, fin da subito avevano sognato e progettato di avere figli, dunque, prima che Jodie iniziasse la chemioterapia venne sottoposta ad un trattamento di fecondazione in vitro che però non produsse i risultati sperati: nessun ovulo poté essere congelato per poter essere poi fecondato in un secondo tempo.
“Pensai che quella fosse la nostra unica speranza…” ricorda Jodie
Un’altra speranza di gravidanza dopo tumore trattato con terapie farmacologiche.
Invece non era affatto l’ultima e l’unica speranza per la coppia e nel maggio scorso Jodie è stata la seconda donna al mondo a partorire dopo che le era stato innestato del tessuto ovarico nelle pareti addominali.
L’annuncio della nascita della piccola Evie è stato dato con gioia ed orgoglio persino durante il Congresso Scientifico Annuale sulla Fertilità che si tiene a Canberra in Australia.
La dottoressa Kate Stern, Primario della Preservazione della Fertilità a Melbourne ha precisato che la tecnica innovativa era stata precedentemente usata nel 2013 in una donna che aveva dato alla luce due gemelli, sette anni dopo che le sue ovaie erano state rimosse a seguito di un trattamento contro il cancro.
Questa procedura sperimentale all’avanguardia si basa sulla rimozione di tessuto ovarico che viene poi congelato ed in seguito stimolato per produrre ovuli trattati poi con fecondazione in vitro.
La gravidanza ha luogo quando il tessuto ovarico è poi innestato di nuovo nella paziente. Ci sono voluti 10 mesi e 5 cicli di fecondazione in vitro per permettere a Jodie e Aden di abbracciare la piccola Evie ma ne è valsa assolutamente la pena!
La gravidanza dopo tumore si è svolta senza nessuna complicanza. Jodie, per prudenza e forse scaramanzia, ha atteso fino alla 14° settimana di gestazione prima di comunicarlo alla sua famiglia proprio il giorno di Natale: un’emozione enorme e tanta incredulità da parte di tutti.
Gravidanza dopo tumore: Evie è nata con sei settimane di anticipo il 16 maggio.
“La nostra vita è cambiata completamente – dice la mamma raggiante – basta guardarla per sorridere!”
La professoressa Stern ha dichiarato che il successo della gravidanza dopo tumore di Jodie ha confermato che il tessuto ovarico innestato garantisce una reale opportunità di avere un figlio alle donne che sono state trattate per il cancro e la cui fertilità sia stata intaccata a causa dell’asportazione chirurgica di organi riproduttivi o per gli effetti tossici della terapia farmacologica.
Mentre per le donne in età già fertile a volte può esserci l’opportunità di congelare gli ovuli prima del trattamento contro il cancro, per quanto non garantisca sempre il successo, come nel caso di Jodie, per le ragazze in età pre-puberale, l’innesto di tessuto ovarico potrebbe rappresentare l’unica possibilità.
Jodie, in teoria, potrebbe anche tentare un’altra fecondazione in vitro per dare un fratellino a Evie ma il tessuto congelato è stato tutto utilizzato per il concepimento della piccola, dunque è ancora sotto stretta valutazione la possibilità che possa essere ancora “utilizzabile” per un’ulteriore figlio e quanto possa durare la sua effettiva “vitalità”. In ogni caso il successo è stato già enorme e ha aperto nuove frontiere di speranza.
Fonte: Dailymail