Pancia gonfia, gambe pesanti e stanche, tendenza ad ingrassare, chili di troppo difficili da smaltire, disturbi digestivi e, tal volta, persino alito pesante? Questi possono essere i sintomi di una condizione di acidosi, ovvero di un accumulo di tossine nell’organismo determinato da una cattiva alimentazione.
La pancia gonfia (che non equivale ad una pancia grassa) è spesso la conseguenza di un difficile processo gastrointestinale di smaltimento delle scorie alimentari.
Non tutti sanno o considerano debitamente che bevande ed alimenti sono sì il carburante del corpo ma, una volta ingeriti, per trasformarsi in energia seguono un processo biochimico che naturalmente determina la formazione di residui, le cosiddette tossine. Se le tosino sono “pesanti”, ovvero difficili da smaltire, si corre il rischio che restino intrappolate nel corpo e troppe tossine (in quanto elementi di scarto) possono inquinare e intossicare l’organismo.
In altre parole non è consigliabile mangiare semplicemente perché è buono, perché dà energie immediate (alimenti zuccherati, per esempio) o senza valutare la qualità del cibo. La cattiva alimentazione a lungo andare può condurre ad un accumulo di scorie nell’organismo. Quando le tossine investono le funzionalità gastrointestinali, impedendone il corretto funzionamento, i fisiologici processi dell’organismo si “rallentano” a danno anche della forma fisica.
La conseguenza di un’intossicazione da scorie alimentari può essere il gonfiore addominale e la pancia gonfia può associarsi ai sintomi appena citati: gambe pesanti e stanche, tendenza ad ingrassare, chili di troppo difficili da smaltire, disturbi digestivi e, tal volta, persino alito pesante.
L’acid-basic è il principio alimentare su cui fondano le diete improntate sul rispetto del fisiologico pH organico e del rapporto acido-basico: pancia gonfia e chili di troppo possono dipendere dall’acidità dei cibi ingeriti, una dieta acida, infatti, può determinare la produzione di tossine pesanti e non facili da smaltire. Un regime alimentare che mantenga il giusto equilibrio acido-basico, all’opposto, può garantire l’equilibrio del corpo ridurre il gonfiore addominale, favorire la micro-circolazione e quindi alleviare la pesantezza degli arti inferiori e minimizzare i disturbi del tratto gastrointestinale.
Ma cos’è il pH fisiologico dell’organismo, come si misura e come si mantiene equilibrato?
“pH” è l’acronimo di “potentia hydrogeni”, definizione latina che indica la concentrazione di ioni di idrogeno e di molecole alcaline all’interno di un elemento organico (il sangue umano ha il suo pH, ogni alimento ha un pH, e persino l’acqua ne possiede uno misurabile).
Il pH consente di misurare l’acidità o l’alcalinità del singolo elemento organico. E, sulla base del pH, le sostanze si classificano così:
- sostanza acida: pH da 0 a 6,9;
- sostanza neutra: pH 7;
- sostanza alcalina: pH da 7,1 a 14;
il range va, appunto, da 0 a 14.
Il pH umano si misura attraverso la saliva, il sangue o le urine. I sostenitori della dieta del pH o del principio dell’acid-basic suggeriscono di monitorare il pH attraverso le urine, con dei semplici stick reperibili in farmacia.
Quando il corpo risulta tendente all’acidosi il rischio di un negativo accumulo di tossine sarà elevato, di conseguenza si potranno manifestare i sintomi più comuni dell’intossicazione da scorie alimentari: ritardo nell’evacuazione delle feci; disturbi del tratto gastrointestinale; pesantezza; stanchezza a carico degli arti inferiori; pancia gonfia e gonfiore diffuso.
Il pH non è un valore assoluto, e, siccome dipende da ciò che si ingerisce, varia nell’arco della giornata ed in base a quello che mangiamo.
- Al risveglio il pH è in una condizione d acidità massima, tale picco è fisiologico perché durante la notte l’organismo lavora per scomporre il carico di acido accumulato nel corso della giornata;
- 2 o 3 ore dopo la colazione l’acidità cala, quantomeno cala correttamente se la colazione è stata in grado di apportare nell’organismo alimenti alcalinizzanti;
- poco prima del pasto il pH ritorna a farsi più acido perché le sostanze basiche vengono sfruttate dal corpo, immagazzinate come riserve oppure utilizzate. Lo stesso fenomeno fisiologico interviene prima della cena.
Come si porta in equilibrio il pH?
L’equilibrio del pH, a vantaggio della salute e della forma fisica, si ottiene con l’alimentazione. Una dieta basata sul principio del rispetto dell’equilibrio acido-basico promette una riduzione della pancia gonfia, garantisce buone funzionalità intestinali e predispone l’organismo ad un equilibrio stabile. Oltretutto, questo regime alimentare che si basa sul grande sfruttamento dei cibi verdi, potrebbe determinare anche una considerevole perdita di peso, in una prima fase si possono perdere sino a 2 kg in 7 giorni.
Ovviamente il processo di depurazione pretenderà poi un mantenimento e chiaramente il piano dietetico deve essere monitorato (e suggerito nei suoi passaggi pratici) da un nutrizionista.
Ecco come ridurre la pancia gonfia e favorire l’equilibrio gastrointestinale (indipendentemente dalla perdita di peso in sè considerata):
Basandosi sul principio acid-basic, ogni 100 grammi di alimenti acidogeni (come il pane o la pasta), bisognerebbe ingerire 400 grammi di alimenti alcalogeni (ovvero vegetali). Il rapporto di equilibrio tra alimenti acidogeni e alcalogeni è, quindi, di 1 a 4.
In pratica, 50 grammi di pasta sono compensati da 200 grammi di insalata.
Consigli pratici per una pancia piatta e un intestino in piena forma grazie al rispetto del principio acido-basico, ecco cosa fare e cosa mangiare in conformità all’appena chiarito principio 1 a 4:
- i cibi verdi, ovvero tutte le verdure, sono alimenti alcalinizzanti che equilibrano quelli acidificanti, insalata, spinaci e zucchine sono particolarmente alcalinizzanti; i cibi alcalinizzanti dovrebbero rappresentare circa l’80% degli alimenti giornalieri ingeriti dall’essere umano.
- Per mantenere l’equilibrio acido-basico dell’organismo è indispensabile bere almeno 1litro e mezzo di acqua al giorno, preferendo un acqua alcalina, ovvero con un pH maggiore di 7.
Sì a tisane (in particolar modo quelle al finocchietto, assunte specialmente dopo il pasto), tè verde e centrifugati senza zucchero,
NO a caffè, bevande zuccherine , tè nero e alcolici.
- Il bicarbonato è un coadiuvante della dieta del pH, va assunto nella dose di mezzo cucchiamo in un bicchiere di acqua alcalina bevuto alla sera prima di dormire.
- Camminare 15\20 minuti al giorno, preferibilmente all’aria aperta è importante per abbassare l’acidità dell’organismo: il moto favorisce il rilascio di anidride carbonica, ovvero di acido carbonico e avvantaggia l’ossigenazione. L’acido carbonico (e qui sta il segreto di una buona camminata) influisce negativamente sull’acidità dell’organismo, espellendolo e incamerando nuovo ossigeno si abbassa l’acidità del corpo.
Come si classificano i cibi in base al pH?
Sono alimenti acidificanti la carne, il pesce, i formaggi, lo yogurt, i cereali, i grassi animali, i frutti di mare, il tuorlo d’uovo, ed anche arachidi, caffè, tè nero, cioccolato al latte, aceto, zucchero bianco e bevande gassate.
Più sono cotti i cibi maggiore è il rischio di acidificazione che l’organismo corre con l’ingestione, questa è una nota di cui tenere conto.
Sono alimenti alcalinizzanti le verdure, la frutta, il latte magro, le nocciole, le albicocche, l’uva, l’insalata, le carote e i pomodori.
Ricordiamo che insalata, spinaci e zucchine hanno un enorme potere alcalinizzante.
L’olio extravergine d’oiliva, il miele grezzo e lo zucchero integrale di canna sono alimenti neutri.
Il sapore dell’alimento non ha nulla a che fare con l’acidità: i limoni, per esempio, sebbene aspri al gusto sono alcalinizzanti: l’acido citrico contenuto nel limone è altamente volatile, viene, cioè, espulso dall’organismo con la respirazione e quindi non influisce negativamente sul pH.
La pancia gonfia e i sintomi da “intossicazione da scorie alimentari” possono regredire e migliorare se l’assunzione degli alimenti è varia ma equilibrata.