La malattia seria di un figlio è un evento sempre drammatico che mai vorremmo incrociasse la nostra strada di genitori ma la realtà che ci circonda ci dice spesso che non è così. Un bambino malato di tumore rappresenta un fatto grave che ha bisogno di grande elaborazione e forza oltre che di un impegno terapeutico non indifferente. Grazie a diversi studi statistici possiamo però oggi affermare che nella relazione bambini e tumore, si è innescata un’inversione di tendenza.
Bambini e tumore: la ricerca afferma che si guarisce di più.
Durante il 51° congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco) sono stati analizzati e resi noti i dati dello studio e si basa sui dati del grande studio Childhood Cancer Survivor Study, finanziato dal National Institute of Health americano. Sono state seguite le storie cliniche e personali di 34 mila bimbi che sono stati affetti da tumore.Hanno partecipato allo studio 31 ospedali canadesi e degli Stati Uniti.
Non solo si è confermato che, allo stato attuale, nel caso di bambini e tumore oggi la malattia può essere sconfitta nell’80% dei casi con sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, ma vi sono anche altri dati ottimistici da considerare.
Guarire è già un risultato molto importante e la cui ampiezza auspichiamo possa ulteriormente migliorare ma le grandi speranze sono anche sui risultati a lungo termine. Molto spesso succedeva che anche i bimbi guariti subissero poi danni a lungo termine che potessero diminuire la qualità della loro vita o addirittura spegnerla a causa di ulteriori malattie o debilitazione o anche una recidiva del tumore stesso.
Pare invece che le terapie siano migliorate tante da abbattere in modo consistente il tasso di mortalità dovuto a complicanze successive.
Bambini e tumore: uno studio rivela che le speranze di vita e di sopravvivenza anche dopo 5 anni si sono ampliate notevolemnte.
I bambini che hanno fatto parte dello studio hanno avuto tutti una diagnosi di cancro a 5 anni fatta tra il 1970 e il 1999 e sono sopravvissuti per almeno 5 anni: nel 1970 il 12,4% dei bambini sono poi morti anche successivamente alla guarigione, entro i 15 anni dalla diagnosi, mentre per la diagnosi fatta nel decennio 1990 la percentuale è scesa del 6%.
Per capire l’importanza di questi numeri nel binomio bambini e tumore, approfondiamo i dati: Studi precedenti hanno evidenziato il decesso entro 30 anni dalla diagnosi del 18% dei bambini sopravvissuti. I bambini campione del nuovo studio sono stati seguiti fino a 21 anni dopo la diagnosi: 3958 (12%) sono morti durante questo periodo, spesso a causa degli effetti tossici delle terapie, ma se appunto tra questi il 12,4% con diagnosi fatta nel 1970 è deceduto entro 15 anni dalla diagnosi, solo il 6% di quelli con diagnosi fatta nel 1990 sono morti.
Buona parte del successo è proprio legata al miglioramento nelle cure e un’altra buona parte al miglioramento dello screening e degli strumenti diagnostici.
Lo studio sottolinea che guarire non è il solo fatto medico su cui porre l’attenzione ma lo è almeno altrettanto sopravvivere e stare bene a lungo termine, diminuire la casistica di bambini che possano sviluppare un cancro secondario o subiscano gli effetti tossici di chemioterapia e radioterapia che indeboliscano in modo cronico il loro sistema cardiocircolatorio, metabolico o respiratorio.
Dunque spesso si otteneva una sorta di situazione paradossale dove si riusciva a far sopravvivere i bambini ma solo per vederli dopo alcuni anni ammalarsi di nuovo e morire in una certa percentuale,
“Speriamo – dichiara l’oncologo dell’Asco, Stephen Hunger – che il trend positivo attuale si confermi di pari passo con il continuo ed ulteriore progresso nelle terapie”.
Naturalmente gli stessi ricercatori sostengono che si debba andare avanti nel monitorare la situazione tra bambini e tumore, per scandagliare in modo ancora più attento e fruttuoso le implicazioni tra la tempistica della diagnosi, il sorgere della malattia, le varie tipologie e terapie applicabili.
Fonte: Curechildhoodcancer