Nei giorni scorsi si sono verificati ben due casi di persone ricoverate in ospedale con sintomi pseudoinfluenzali che si sono rivelati invece manifestazioni della cosiddetta Febbre del Nilo o West Nile Virus. Sono state infettate da alcune zanzare portatrici del virus, sono infatti questi insetti i primi vettori della malattia.
Allarme zanzare infette in Italia: cos’è la febbre del Nilo.
La Febbre del Nilo è stata dichiarata endemica nel nostro paese dal 2008, anni in cui si sono verificati molti casi, cioè è una malattia che si presenta con una certa costante frequenza nel nostro territorio e nella nostra popolazione. Si tratta di una malattia infettiva virale che viene trasmessa all’uomo e agli animali, per lo più uccelli, soprattutto i passeriformi, o cavalli, attraverso la puntura delle zanzare del tipo Culex pipiens, la zanzara comune.
Le zanzare pungono gli uccelli migratori, si infettano e infettano gli animali che pungeranno successivamente in un circolo vizioso.
La denominazione di questa malattia deriva dal nome della zona in Uganda dove è stato isolata per la prima volta nel 1937.
Normalmente il decorso non è maligno ma, in alcuni casi, se c’è una debole risposta immunologica, in pazienti anziani o in presenza di altri fattori concomitanti, può arrivare ad avere una risposta neurologica pesante fino a gravi infezioni quali l’encefalite.
Allarme zanzare infette, i sintomi.
I sintomi della febbre del Nilo sono molto simili a quelli di una banale influenza, ma, come in quel caso, dipendono molto dalla persona infettata e dal suo grado di resistenza alla malattia in generale. Il periodo di incubazione è generalmente compreso tra i 2 e i 15 giorni.
Nella maggior parte dei casi è una malattia subclinica cioè dove vi è un’assenza di sintomi, dunque, a volte, la persona può non accorgersi di nulla ma risulta comunque un potenziale veicolo di infezione anche maggiore proprio perché non c’è la consapevolezza di essere stati contagiati e non si mettono in atto delle procedure di precauzione.
Nel 26% dei casi si presentano sintomi parainfluenzali per 3-5 giorni con febbre di modesta entità, cefalea, mal di gola, sintomatologia dolorosa e di malessere generale, possibile congiuntivite, mancanza di appetito e dolori gastrointestinali e un eventuale esantema dalla forma rubeolica o maculopapulosa, limitato al torace.
Chi viene contagiato rimane poi immune una volta guarito.
La malattia si rivela grave o mortale solo in bassa percentuale, circa il 15%, colpendo il sistema nervoso centrale con encefalite o meningite, casi in cui la febbre sale, tutti i sintomi si acutizzano fino alla confusione mentale, tremori, rigidità del collo, convulsioni e il possibile coma.
Allarme zanzare, i casi in Italia
Alla luce di tutto questo ovviamente desta un certo timore la notizia due ricoveri nel reparto di malattie infettive e tropicali dell’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano, facendo scattare l’allarme zanzare. I due anziani di 81 e 87 anni si sono presentati con i famigliari al pronto soccorso con febbre alta e in stato confusionale e si è accertata la presenza del virus con gli opportuni test sierologici.
La prognosi, al momento, è ancora riservata e non si conoscono i potenziali danni neurologici che potrebbero verificarsi. I due anziani, di cui non sono state rese note le generalità, in ogni caso non si erano recati recentemente all’estero.
La presenza massiccia di zanzare e il proliferarsi del virus, secondo gli studiosi è da ricollegarsi ai cambiamenti climatici in atto e al surriscaldamento globale. Secondo il primario del reparto dove è avvenuto il ricovero, il dottor Marco Tinelli, le zone a rischio sarebbero tutte quelle dove sono presenti corsi d’acqua come nella Pianura Padana e dove, a causa del grande caldo, ci possano essere secche in cui nascano pozze di acqua stagnante, il terreno ideale per le zanzare, proprio come nel lodigiano dove è forte l’allarme zanzare.
Si auspica una disinfestazione mirata nella zona da parte delle autorità competenti.
Fonte: Corriere