“Come si scrive?”, quante volte ci siamo posti questa fatidica domanda? E dinnanzi a quanti dubbi feroci abbiamo deviato la nostra navigazione su Google indagando su come si scrive questa o quella parola, questo o quel verbo, questa o quella espressione idiomatica.
L’italiano è tre le più belle ma difficili lingue del mondo. Oggi vorremmo offrire al lettore una soluzione concreta e di facile consultazione per risolvere i più comuni dubbi di scrittura. Complici i social network siamo tutti sempre più portati ad esporci scrivendo. Scrivere sul social significa mettere a disposizione di chi ci segue un’immagine di noi: “siamo ciò che pubblichiamo sul profilo!” E scrivere bene, usando un linguaggio corretto e senza fare errori può significare molto, certamente favorisce la buona e limpida comunicazione di ciò che siamo.
“Come si scrive?”, qui di seguito i dubbi più comuni e gli errori più diffusi:
1 – Ti sei mai chiesto come si scrive: da o dà?
Dà: indicativo presente del verbo dare alla terza persona singolare; quindi è corretto scrivere dà quando è inteso come voce del verbo dare coniugato al presente e espresso nella terza persona singolare.
Esempio: Mio figlio mi dà un bacino; Mario dà a Maria il suo libro; il bambino dà al compagno il suo giocattolo; ecc.
Per distinzione, è preferibile scrive da’ e non dà con l’accento quando il verbo dare è espresso nella seconda persona dell’imperativo presente.
Esempio: Da’ il buon esempio a tuo fratello, tu sei più grande.
In questo caso il troncamento (‘) dopo la vocale a indica la caduta della vocale i: da dai a da’. E la stesso troncamento si utilizza quando si adopera la seconda persona dell’imperativo dei verbi dire, fare, stare, andare:
da dici a di’; da fai a fa’; da stai a sta’; da vai a va’.
Da non vuole né accento né apostrofo quando è usato come proposizione semplice.
Esempio: Sono appena tornato da Londra; Partendo da casa mia impiego 5 minuti per raggiungere casa tua; ecc.
2 – Ti sei mai chiesto come si scrive: di o dì
Dì è l’equivalente del sostantivo maschile “giorno”: così si può dire buon dì, anziché dire buongiorno; si può dire è un dì di festa, anziché è un giorno di festa.
Di’ con troncamento (come chiarito appena sopra) è la seconda persona dell’imperativo del verbo dire.
3 – Ti sei mai chiesto come si scrive: E o ed? A o ad?
Anna e Ester vanno al mercato oppure Anna ed Ester vanno al mercato; motore e elica erano rotti oppure motore ed elica erano rotti? Come si scrive in questi casi e o ed?
Per regola generale la consonante d si associa alla vocale e, costruendo ed, quando il suono complessivo della frase non è piacevole; la d si chiama eufonica perché concorre a creare un suono armonico e bello, essa interviene a supporto della e congiunzione solo quando la parola che segue incomincia anch’essa per e. Quindi, negli esempi fatti la forma corretta è ed.
A o ad seguono la medesima regola, per cui si scriverà: vado ad Amsterdam per ragioni di lavoro e non vado a Amsterdam per ragioni di lavoro.
4 – Ti sei mai chiesto come si scrive: fa o fà?
Mario fa un ottimo caffè, qui l’accento non è necessario perché fa rappresenta la corretta forma del verbo fare espresso nell’indicativo presente alla terza persona singolare.
Fa’, con troncamento e non con l’accento, è, invece, la seconda persona dell’imperativo del verbo fare.
5 – Ti sei mai chiesto come si scrive: do o dò?
Il verbo dare espresso alla prima persona singolare dell’indicativo presente si scrive correttamente “do” senza l’accento.
In questo caso accentare la o è superfluo, manca in radice alcun rischio di confusione con forme omonime di largo uso e il verbo non può essere in nessun modo confuso con il do nota musicale.
6 – Ti sei mai chiesto come si scrive: si o sì?
– “Vuoi pranzare a casa mia?”,
– “Sì, molto volentieri!”
L’affermazione positiva “Sì” vuole l’accento in tutti quei casi in cui è una particella affermativa.
L’accento non è necessario quando manca il valore di affermazione, per esempio: “Alice si mette il cappello e la sciarpa”; “Anna si sta lavando i capelli”; “Aurora e Marta si incontrano al parco”, ecc.
7 -Ti sei mai chiesto come si scrive: Affianco o a fianco?
A fianco inteso come al lato si scrive correttamente così: a fianco, e significa a lato o lateralmente.
Affianco significa affiancare (esempio: “Questa sera sono di pattuglia e affianco un collega anziano”) esprime il verbo nella prima persona singolare del presente indicativo.
8 -Ti sei mai chiesto come si scrive: scuotere o squotere?
Scuotere è una parola capricciosa che deroga alla regoletta base qu+vocale come cuore e scuola, oltre a scuotere fanno eccezione alla medesima regola anche altre parole:
- evacuare e NON evaquare
- proficuo e NON profiquo
- promiscuo e NON promisquo
- innocuo e NON innoquo
9 – Ti sei mai chiesto come si scrive: qual è o qual’è?
Qual è è un’apocope vocalica ovvero il troncamento della e, appartenente a di quale, indica la caduta di un fono in finale di parola, non va posto l’apostrofo perché non si tratta di un’elisione.
“Qual buon vento ti porta” o “buon uomo” sono due diversi esempi di apocope vocalica.
10 – Ti sei mai chiesto come si scrive: se stesso o sè stesso?
Se stesso non vuole mai l’accento perché se viene, in questo caso, retto da stesso. Il “sé” non avente nella frase valenza ipotetica vuole l’accento quando è da solo, esempio: “Maria è una donna che fa molte cose da sé, raramente chiede aiuto”; “Chi fa da sé fa per tre”
Controllare le parole che ci suonano difficili o che sono per noi sconosciute è buona norma; anche quando si scrive un post su Facebook, scrivere bene, sopratutto sui social, aiuta la comunicazione e fornisce una buona immagine, attenta e scrupolosa, di chi si espone scrivendo.