Se fosse la trama di un film si potrebbe pensare che sia una storia poco credibile e invece è avvenuta sul serio. La forza di una mamma che partorisce da sola già basterebbe a fare notizia oggi che siamo abituati all’idea del parto sempre più medicalizzato. Non si tratta però solo di questo.
Una donna si trova nel mezzo di una foresta, dispersa, senza poter chiedere aiuto, e partorisce da sola.
Amber Pangborn, una donna di 35 anni al nono mese di gravidanza, inizia ad avere le contrazioni un giovedì mattina che ricorderà per sempre. Decide di andare in macchina a chiedere aiuto ai suoi genitori e sceglie sventuratamente di prendere una scorciatoia su una strada sterrata. Si trova bene presto in una zona isolata, senza poter usare il cellulare.
La scorciatoia le era stata indicata più volte ma non si era mai trovata a farla e, evidentemente, segue una direzione sbagliata, non riesce più a tornare indietro e le contrazioni si fanno sempre più forti e ravvicinate. Nel vagare alla ricerca di uno spiraglio che la riportasse sulla giusta strada, finisce anche il carburante.
La sua forza di volontà non le fa perdere la ragione e, capendo che il parto si avvicinava, rimane in macchina, reclina il seggiolino fino a trasformarlo in una sorta di scomodo lettino e, aggrappandosi alla maniglia dello sportello, partorisce da sola.
Non aveva altra scelta e partorisce da sola, nella sua auto, in mezzo alla foresta, non taglia il cordone ombelicale per continuare a nutrirla.
Purtroppo questo non era che l’inizio di un’avventura molto più complessa e pericolosa. La mamma partorisce da sola una bellissima e sana bambina a cui da il nome di Marissa. Il grosso problema era quello di pensare al suo sostentamento. Amber teme di non avere subito il latte o non averne a sufficienza per la sua bambina, in attesa dei soccorsi. Prende così la decisione di non tagliare subito il cordone ombelicale per permettere alla sua bambina di nutrirsi ancora in modo diretto, più possibile.
In macchina Amber ha con sé solo un po’ di acqua, una bibita in lattina e tre mele, sarà tutto ciò di cui si nutrirà prima che possano arrivare i soccorsi.
La mamma di Amber, nel frattempo, è preoccupata non avendo sue notizie ma non riesce a rintracciarla in nessun modo.
Partorisce da sola e protegge sua figlia dall’attacco di vespe assassine attirate dalla sua placenta.
Il tempo passa e Amber inizia ad essere seriamente angosciata, come dichiara ai microfoni della tv locale KCRA, temeva ormai di non poter sopravvivere, né lei, né la piccola.
Il grosso problema che si trova ad affrontare è anche quello di uno sciame di vespe che vogliono attaccarle ogni volta che tenta di abbassare il finestrino o di uscire dalla vettura, Amber è impossibilitata ad uscire, prigioniera in mezzo alla foresta senza poter chiedere aiuto. Le vespe sono attirate dalla placenta e non vogliono andarsene.
La prima volta che cerca di uscire dalla macchina, istintivamente protegge Marissa, e viene ripetutamente punta sulla sua schiena che fa da scudo alla piccola.
Come riesce a chiedere aiuto la donna che partorisce da sola, dispersa nella foresta.
Passando i giorni, la preoccupazione per la piccola è sempre più forte e la necessità aguzza l’ingegno della neomamma. Il suo piano deve realizzarsi molto velocemente, prima che le vespe possano avere la meglio su di loro. Amber recupera dell’erba secca nei pressi della macchina e con l’aiuto di un accendino e di una bomboletta di lacca provoca un incendio ben visibile da lontano.
Il fumo attira i soccorsi e in poche ore arriva un elicottero che provvede a spegnere l’incendio e a recuperare Marissa e Amber rimaste per tre giorni nella foresta. Le due vengono sono ricoverate per accertamenti di routine ma ben presto potranno essere riunite e tornare felicemente a casa.
La vicenda si è conclusa positivamente, dopo molta paura e ore di angoscia, ed è ciò che più conta: l’istinto materno e di sopravvivenza hanno prevalso su tutto!
Fonte: Dailymail