Il desiderio più grande di Michi era vedere la sua squadra del cuore giocare la finale della Champions League, e nonostante un incidente mortale potrà farlo.
Ragazzo resta 40 minuti sott’acqua. Un incidente mortale.
Lui si chiama Michael, ma sarà ricordato da tutta Italia come Michi.
Ha 14 anni, e circa un mese fa era in compagnia di 4 suoi amici sulla riva del Naviglio, a Castelletto di Cuggiono in provincia di Milano.
Faceva caldo, era una di quelle giornate di fine aprile nelle quali si sente l’aria della primavera, e i ragazzi, pronti per il fine settimana, passeggiano senza voglia di fare granchè.
Visto il caldo i 5 ragazzi decidono di fare un tuffo nel Naviglio, da un pontile.
Si tuffano insieme nell’acqua che non raggiunge i 15° e riemergono Tutti, Tranne Michi.
Rimane con un piede incastrato ad un palo che funge da sponda alle barche ormeggiate al naviglio, non riesce più a risalire, il ragazzo resta 40 minuti sott’acqua.
Gli altri cercano di tirare fuori l’amico, ma i loro tentativi sono vani.
Chiamano i soccorsi al 118, e nel frattempo i minuti scorrono.
Michi perde conoscenza sott’acqua, poi arrivano anche i sommozzatori del nucleo dei vigili del Fuoco, ma intanto il cuore di Michi si ferma per 6 minuti.
Alla fine insomma Michi viene tirato fuori dall’acqua, ma non respira.
La temperatura esterna tocca i 29° i soccorsi tentano di rianimare il ragazzo, poi il suo battito riprende, debolissimo, ma riprende.
Arriva l’elisoccorso, ma le condizioni di Michi vengono descritte come «refrattarie alle terapie di rianimazione».
Il ragazzo è immediatamente trasportato al San Raffaele.
Dopo oltre 40 minuti sott’acqua (42 per la precisione), non solo il cuore di Michi aveva ceduto, ma anche i reni, il fegato, aveva un problema di perfusione sanguigna ad una gamba.
L’equipe di rianimazione cardio-toraco-vascolare del San Raffaele diretta dal professor Alberto Zangrillo, si dà da fare, cercano di ripristinare la circolazione dapprima con una procedura estrema, poi con la macchina Ecmo, un complesso sistema di circolazione extracorporea (avevamo già raccontato qui di come la macchina avesse salvato un’altra vita) che consente in un corpo sottoposto ad ipotermia di riattivare la circolazione sanguigna fuori dall’organismo.
Grazie al fatto che il ragazzo resta 40 minuti sott’acqua, tantissimo tempo, e a temperature così fredde è stato possibile contenere i danni ai centri vitali del suo organismo, ma i medici hanno dovuto, per salvarlo, amputargli una gamba.
Dopo l’intervento Michi è stato sottoposto ad altri trattamenti intensivi che recuperassero la funzionalità di cuore, reni e fegato, danneggiati dall’asfissia.
Più i giorni passavano però, più Michi recuperava e rispondeva alle terapie.
Alberto Zangrillo, il primario, ha raccontato: «È la più grande soddisfazione di tutta la mia carriera professionale…Le condizioni limite per sperare in una ripresa sono l’immersione in acque non più calde di 5 gradi per un tempo non superiore ai 20 minuti, e in arresto cardiaco per non più di 6 minuti»
Grazie però alla giovane età di Michi e alle condizioni dell’acqua del naviglio che hanno rallentato le funzioni vitali dell’organismo il medico ha tentato questo estremo e disperato intervento, i cui casi positivi si rilevavano soltanto per corpi rimasti nelle acque dei mari del Nord.
Zangrillo, quel terribile giorno, quando si è trovato i genitori di Michi davanti, Lela la mamma e il papà, aveva annunciato loro che ci sarebbe stata una possibilità su un milione di salvarlo.
La madre era ammutolita dall’incidente, mentre oggi sorride, e siede a fianco al medico che ha salvato la vita di suo figlio, in conferenza stampa.
Oggi Michi sta bene, è sveglio, vigile e orientato, ha addirittura chiesto un mojito agli infermieri!
Le sue funzioni migliorano ogni giorno di più, sa che ha perso la gamba, ma ha avuto salva la vita.
Dovrà fare ancora tanta riabilitazione, e la via per il totale recupero è lunga, ma lui è giovane, e, come ha dimostrato, forte.
Adesso non aspetta altro di vedere la sua Juve vincere la finale di Champions League la prossima settimana.
Che dire, Michi… Forza Juve!
Fonte: Corriere.it