Il gesto di un bullo è sempre un gesto di vigliaccheria e lo è ancora di più se dietro al branco si nasconde chi se la prende non solo con quelli considerati più deboli ma anche i più indifesi.
Un gesto sconcertante capace di urtare anche gli animi più rissosi e spavaldi: una ragazza disabile aggredita, insultata e presa a sassate. Nel nostro mondo civile succede anche questo.
Quale mamma e quale padre, quali genitori possono aver trasmesso questo ai propri figli? In quale tipo di educazione si possono sorpassare questi limiti considerati intoccabili anche dalle persone più ribelli?
Eppure pare che non ci siano più limiti a certi gesti infami che nulla hanno più di umano, anzi sembra prevalere il gusto per l’esagerazione a tutti i costi, dove la follia collettiva prevale anche sulle ultime briciole di coscienza rimaste arrivando ad un episodio a dir poco inquietante di una ragazza disabile aggredita.
Era la sera di una domenica apparentemente tranquilla, verso le 19.50, in un giardinetto di un quartiere milanese, quando una tredicenne, affetta da un lieve ritardo psichico, si era appena congedata dai suoi amici frequentanti come lei un’associazione della zona.
Un gruppo di 5-6 ragazzi, pare suoi coetanei o poco più, le si avvicina e inizia ad offenderla e ingiuriarla.
Hanno poi ben pensato di aggiungere peggio al peggio, iniziando a raccogliere sassi da terra e a scagliarli contro di lei.
La ragazzina era spaventata e incredula, è riuscita a contattare, in lacrime, la mamma con il telefonino che è accorsa subito e ha allontanato il gruppo. Nel frattempo ha provveduto a telefonare alla polizia e al 118 che ha accompagnato la ragazza disabile aggredita in ospedale per degli accertamenti.
Dal punto di vista fisico la ragazza non ha avuto danni gravi, solo qualche livido e qualche leggera escoriazione sulla schiena con 4 giorni di prognosi.
Dal punto di vista psicologico, invece, possiamo solo immaginare cosa abbia potuto rappresentare questo vero e proprio assalto o cosa sarebbe potuto succedere se non fosse intervenuta la madre a quali livelli di brutalità si sarebbero spinti sotto la forza accecante e travolgente del gruppo.
I giardinetti dove si è svolto il fatto della ragazza disabile aggredita si trovano in zona Lorenteggio, una zona di Milano non facile, di periferia, dove gli scontri e lo spaccio di droga non sono scenari rari ma nessuno poteva immaginarsi una cosa del genere.
Gli abitanti del quartiere sono ancora scioccati anche se qualcuno minimizza dicendo che si trattava solo di “ghiaia” buttata per far spaventare e non far male… una spiegazione a dir poco allucinante e inaccettabile…
Si indaga ora sul riconoscimento dei ragazzi, anche attraverso testimoni e le telecamere della zona e si cerca di ricostruire la dinamica di questa violenza gratuita mentre la mamma tenta di ritrovare la calma e la lucidità per sostenere la figlia, la ragazza disabile aggredita, ancora comprensibilmente sotto choc.
Fonte: LaStampa