Tutto parte da un abbraccio, anche la silenziosa storia d’amore tra cani e padroni, perché adottare un cucciolo significa aprire la propria vita ad un’esperienza d’amore. Il video che state per vedere vi lascerà senza parole! In realtà non fa altro che tradurre i sentimenti di un animale in un linguaggio visivo più conforme a quello umano: trasforma un cane in una bambina.
Rendendo con immagine umana l’amore animale, questo video dimostra come può essere crudele l’uomo che nell’adottare un cucciolo non considera debitamente quanto conti la comprensione.
Adottare un cucciolo di animale significa entrare in contatto con una sensibilità speciale, fatta di gesti senza parole, di amore senza pretese ma bisognosa di comprensione e affetto.
Un cane o un gatto sono esseri capaci di amare. Essi vivono la propria vita, per istinto e per naturale propensione all’affetto, condividendo con l’essere umano esperienze affettive:
adottare un cucciolo significa sperimentare la condivisioni del sentimento amoroso coniugato con il verbo accettare, e ciò non può che tradursi in comprensione.
Un cane non ti tradisce, ti segue; un cane non ti rovina la casa ma te la riempie di gioia; un cucciolo, per condividere i tuoi spazzi senza alterare le tue abitudini, ha bisogno solo di essere educato, tu puoi farlo pacificamente e serenamente.
Adottare un cucciolo di cane o gatto è come intrecciare due diverse vite basate su un’espressività differente e fondate su linguaggi non uniformi; chi apre le porte della propria casa ad un amico a quattro zampe deve considerare che l’amore è il solo linguaggio uniforme che possa mettere in contatto il mondo umano e quello animale.
Si parla con gli occhi, con le carezze, con l’attenzione … a volte, come in tutte le storie d’amore, la pazienza e la complicità fuse insieme aiutano a conquistare serenità e pienezza affettiva.
Adottare un cucciolo in una famiglia dove ci sono bambini significa dare ai figli la possibilità di comprendere un diverso linguaggio dell’amore, mai, invece, bisognerebbe dare ai bambini l’esempio dell’abbandono.