Il termine omeopatia deriva dal greco ὅμοιος e πάθος: ὅμοιος (omoios) significa simile, πάθος (pathos) vuol e dire malattia, letteralmente, dunque, si traduce come “simile alla malattia”.
E di fatto la medicina omeopatica fonda esattamente su un concetto di similitudine: “il simile cura il simile”, “similia similibus curantur”.
Cerchiamo di sviscerare e comprendere che significa “il simile cura il simile”: l’omeopatia parte dal presupposto che le malattie guariscono esponendo l’organismo al contatto con i principi stessi che provocano il pathos, la sofferenza o il disturbo, nell’ individuo, in pratica la cura omeopatica persegue la guarigione attraverso la somministrazione di quelle sostanze che normalmente scatenano nell’individuo sano i sintomi del malessere.
Questo Principio di Similitudine, apparentemente estremo e difficile da approcciare, è in realtà logico e semplice, nonché in parte accolto e sfruttato anche dalla medicina convenzionale, basti pensare che è il medesimo principio che rende efficaci le vaccinazioni preventive: vaccinando il bambino contro una data malattia altro non si fa che esporre l’organismo alla malattia stessa – sebbene in forma non aggressiva – con lo scopo finale di immunizzare il soggetto vaccinato.
L’omeopatia controlla e misura l’esposizione alle sostanze aggressive, dannose o comunque capaci di scatenare reazioni patologiche nell’organismo del paziente; la cura omeopatica, infatti, “gestisce” la materia di base, la sostanza potenzialmente nociva viene diluita e dinamizzata sino ad ottenere delle dosi di fatto minime, talmente ridotte da risultare assolutamente incapaci di determinare malesseri.
L’assunzione di tali dosi millesimali fa si che l’organismo reagisca alla malattia, impari a contrastarla e vincerla, si adatti ad essa pian piano, costruendo e organizzando le proprie reazioni.
L’omeopata è un medico a tutti gli effetti: il medico omeopata deve possedere una laurea in medicina e chirurgia, deve essersi abilitato alla professione medica, quindi sarà iscritto all’Ordine dei medici, e deve aver conseguito una specializzazione in medicina omeopatica.
La forza dell’omeopatia può divenire la forza di tutti, questo è il messaggio sotteso all’opera di Christian Boiron, presidente e direttore generale dell’azienda omeopatica numero uno al mondo, autore de “Il futuro dell’omeopatia”, testo che dimostra quanto l’integrazione dell’omeopatia all’interno di tutte le branche della medicina possa rappresentare una opportunità di successo e crescita scientifica.
Il 19 Aprile la sede Boiron di Milano ha aperto le proprie porte ad un vasto gruppo di blogger italiani, l’incontro è servito a fare luce sull’universo omeopatico e ad avvicinarci ad esso.
Da mamma blogger mi sono domandata : << Si può ricorrere all’omeopatia anche per curare i bambini?>> Ecco cosa ho scoperto: si stima che il 21% di italiani si curi con l’omeopatia normalmente e circa la metà dei soggetti appena considerati sono da bambini in una età compresa tra 0 e 6 anni.
L’utilizzo dei medicinali omeopatici, dolci, non manipolati chimicamente, è particolarmente adatto ai piccolissimi. I disturbi del sonno, le coliche e le allergie sono solo alcuni esempi di come l’omeopatia può rispondere alle esigenze ed ai bisogni dei più piccoli, aiutandoli a crescere in salute.
Il rimedio omeopatico consente ai piccoli di fortificare se stessi, di rispondere in modo personale alla malattia sconfiggendola seguendo i ritmi del proprio corpo, con la propria “forza”.