Non potere abbracciare un figlio da più di un anno, è questa la vicenda di una mamma che ha visto il suo bambino sparito, portato via dal padre in cui aveva riposto fiducia.
Un comportamento inaccettabile e vile.
Mary Pane, una mamma 33enne di Udine, incontra il suo compagno nel 2009, dopo una delusione d’amore da cui era già nato un figlio. I due si incontrano in un locale, lui è un bel ragazzo romeno che viveva da tempo in Friuli come lei e lavorava nella sala bingo dove si conoscono.
Dalla loro relazione nasce, nel febbraio 2011, il piccolo Christian, il bambino sparito.
All’inizio la storia è felice, i due lavorano iniziano a lavorare insieme nella pizzeria della famiglia di Mary. Purtroppo i problemi economici portano alla chiusura dell’attività e all’inizio dei problemi.
Non è sempre facile affrontare uniti le tempeste della vita.
Mary ricorda che:
“I litigi fra noi erano continui e così, dal febbraio 2014, la nostra storia praticamente finì, a tenerci uniti era solo il bambino.”
Quello stesso bambino sparito ormai da un anno, lontano dalla sua mamma da un anno.
Mary cerca di superare questo momento difficile e si rimbocca le maniche in cerca di un nuovo lavoro. Trova un impegno stagionale sulla riviera adriatica e il suo compagno sembra appoggiarla in questa svolta, proponendosi di portare con sé il piccolo in Romania dai nonni per qualche mese per permetterle di ricominciare una nuova attività lavorativa.
Mary dice che l’uomo le fa firmare il documento, probabilmente per l’espatrio, e le assicura che avrebbe potuto vedere Christian quando voleva e andare poi a riprenderlo. Una volta finita la stagione lavorativa e con le nuove prospettive lavorative più chiare, si sarebbero accordati per la custodia.
Tutto sembrava ragionevole e roseo. Niente faceva presagire il futuro del bambino sparito poi dalla sua vita.
Per un po’ mamma e figlio si sentono tutti i giorni attraverso delle videochiamate.
Una volta arrivato settembre, Mary cerca di accordarsi per andare a riprendere il figlio che già non riusciva più a sentire regolarmente e che non sapeva esattamente dove fosse.
L’ex compagno risponde negativamente e in tono minaccioso, dando inizio ad un periodo sempre più burrascoso.
Mary riesce a stento a parlare a Christian nel giorno del suo compleanno a febbraio e a Pasqua non riesce neppure a rintracciarlo, le viene detto che non è il caso che parli con il bambino che per altro non parla quasi più italiano.
La mamma non sa cosa fare, non sa dove andare e non sa più a chi rivolgersi. Si sente anche tremendamente in colpa per aver permesso tutto ciò. Pensa di essere lei la causa del bambino sparito e non sa darsi pace. Si tortura pensando a ciò che possa immaginarsi il bambino e possano avergli detto.
Mary dice di essersi rivolta anche alla Farnesina e all’ambasciata, cercando di far valere i diritti del bambino sparito in quanto cittadino italiano, privato della sua famiglia.
Facciamo nostro il suo appello, l’appello di una mamma disperata che non vede suo figlio da un anno e che non sa darsi pace.
Fonte: Messaggeroveneto