Percentili di crescita, li sentiamo nominare soprattutto dai pediatri ma cosa sono?
I percentili di crescita sono delle curve di crescita che permettono di valutare se il bambino cresce in maniera adeguata.
In generale, gli indici pondero-staturali, che si riferiscono al peso e all’altezza, sono stati originariamente concepiti come indicatori della forma corporea; oggi la loro importanza è legata a un discorso clinico, più che antropologico. Si tratta infatti di indicatori della morbilità (ovvero della frequenza di patologie) e della mortalità associati alla malnutrizione. Per malnutrizione si intende iponutrizione o ipernutrizione.
Alcuni degli indici sono:
– il rapporto tra peso e altezza
– l’IMC – indice di massa corporea, rapporto tra peso e altezza elevata al quadrato
– l’indice di Rohrer, rapporto tra peso e altezza elevata al cubo
Il più conosciuto è sicuramente l’IMC.
Quando consideriamo i bambini, si parla di percentili del peso e dell’altezza o percentili dell’IMC, meglio noti come percentili di crescita. Mentre negli adulti l’IMC classifica i soggetti in diverse categorie (sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità) mantenendo dei cut-off rigidi, nei bambini l’IMC ideale varia durante la crescita.
I percentili di crescita aiutano a diagnosticare il sovrappeso e l’obesità nei bambini.
Le tabelle dei percentili servono al pediatra per valutare le misure del bambino e capirne la sua crescita. Ci sono tabelle diverse in base all’età e al sesso del bambino.
Le tabelle sono caratterizzate da curve di crescita precise; in base al punto in cui si trova il bambino (in base al suo peso e alla sua altezza) si definisce il percentile:
se esso è al di sotto del 3°, si ha un ritardo nella crescita;
se invece è al di sopra del 97° percentile, c’è un eccesso della crescita.
Di solito, oltre l’85° percentile nella tabella peso-altezza, il bambino si definisce sovrappeso, oltre il 97° percentile, il bambino è obeso.
Tra il 25° e il 75° percentile si trovano i bambini che sono in normopeso
I percentili di crescita non sono importanti solo ai fini “nutrizionali” ma anche perché percentili troppo bassi o troppo alti indicano anomalie nella crescita che non devono essere assolutamente sottovalutate perché negli anni successivi possono sfociare in disfunzioni della tiroide o deficit staturale o sindrome metabolica, ecc.
Percentili di crescita, correggere le abitudini alimentari aiuta?
Se il bambino non ha altre patologie ma risulta comunque fuori dai range normali delle curve di crescita occorre intervenire a livello nutrizionale. Solitamente per bambini molto piccoli, fino a 2-3 anni non si interviene, in quanto si presuppone che il bambino segua un’alimentazione adeguata, che non veda l’introduzione di alimenti “proibiti” (per intenderci, bibite zuccherate, merendine, torte confezionate, ecc) e anche perchè è possibile che con lo sviluppo, il bambino rientri nei percentili di crescita adeguati (25-75°).
Per i bambini più grandi, dai 3 anni in su, più che di dieta è opportuno parlare di educazione alimentare, dei genitori e non del bambino. Il bambino rispecchia i comportamenti dei genitori, per cui occorre correggere le abitudini alimentari della famiglia
Per fa si che il nostro bambino possa rientrare nei percentili di crescita giusti occorre seguire alcuni consigli:
- Eliminare ogni cibo “dannoso” per il bambino, quindi bibite zuccherate (contengono “calorie nascoste”), merendine, dolci, salumi troppo grassi, ecc.
- Educare il bambino a mangiare lentamente, senza che ingurgiti il cibo: così arriverà prima il senso di sazietà al cervello.
- Rispettare gli orari dei pasti e non saltarli; iniziare sempre con una colazione ricca e nutriente che rispecchi i principi della dieta mediterranea: latte/yogurt con biscotti/cereali.
- Consumare spuntini salutari, preparati in casa e non confezionati: una torta fatta in casa, ad esempio.
- Incoraggiare il consumo di frutta e verdura e trovare i modi per prepararli in maniera fantasiosa se il bambino è restio a mangiarli.
- Incentivare l’attività fisica fin dai 3-4 anni!