Adozione bambini: una storia a lieto fine.
Alla fine di Ottobre, conclusosi il secondo turno di elezioni nel paese, il giornalista brasiliano Gilberto Scofield Jr riceve una chiamata dal servizio adozione bambini a cui aveva fatto richiesta.
Lo volevano avvertire che il Tribunale di famiglia di Rio del Janeiro, che si occupa di adozione bambini aveva decretato la possibilità di adozione un bambino che corrispondeva al profilo tracciato dal giornalista.
Si trovava in una cittadina della Valle Jequitinhonha, Capelinha, nello stato di Minas Gerais.
Gilberto non crede alle sue orecchie: il desiderio sembra prendere forma, il cuore batte all’impazzata, dopo una relazione di ben 12 anni la coppia del giornalista poteva diventare una famiglia.
Adozione Bambini: un viaggio per incontrare la felicità
I due intraprendono un viaggio che sembrava interminabile: in aereo fino a Belo Horizonte, poi ancora un volo per Monte Còaros e infine 4 ore di macchina fino a Capelinha .
Ed ecco tutti gli interrogativi che si affollano nella mente dei due: “gli piaceremo? Ci vorrà bene?”.
Gilberto Scofield Jr è legato sentimentalmente da 12 anni a Rodrigo Barbosa: sono una coppia gay e hanno fatto richiesta di adozione bambini.
Tra infinite piantagioni di eucalipto che costeggiano la statale 308 adesso i due stanno per incontrare questo bimbo, la tensione è alle stelle.
Dopo un vai e vieni infinito tra tribunali locali, visite da avvocati, depositi per la custodia temporanea, adesso è giunto il momento dell’incontro.
L’orfanotrofio dove sta il ragazzo è semplice, pulito, lì lo incontrano: P.H., un bimbo di 4 anni.
Si avvicina con sospetto ai due, ma dopo neanche un quarto d’ora prende confidenza, e si ritrova a giocare insieme a loro.
Gilberto e Rodrigo sono emozionatissimi, i loro cuori pieni di speranza, e in tutti e tre una mancanza d’affetto da colmare.
P.H. è finito in orfanotrofio a due anni, la mamma 28 anni, morì per complicanze da dipendenza da stupefacenti, il padre lo abbandonò: non voleva crescere da solo un bambino.
Sei mesi dopo una donna di San Paolo lo chiede in adozione, ma viene denunciata dal fratello e da alcuni vicini per maltrattamenti, costringendo PH a tornare in orfanotrofio, ancora una volta.
Dopo, altre tre coppie eterosessuali avevano visitato l’orfanotrofio, ma avevano respinto il piccolo: “Troppo brutto” avevano detto due, “Troppo nero” la terza coppia.
Adozione bambini. la speranza di PH di una vita felice
Oggi PH vive a Rio con Gilberto e Rodrigo, è entrato nella loro vita, e conta di restarci.
Va all’asilo, frequenta un corso di nuoto e palestra, tutti e tre sono felici.
I due uomini tentano di trasmettergli un senso di appartenenza familiare e di accettazione, sentimenti che PH non ha mai avuto, e che adesso, a quasi 5 anni chiede con insistenza.
“Abbiamo bisogno di amare e di insegnare ciò che è l’amore. Ma abbiamo bisogno di educare. Non fa parte dei nostri piani creare un piccolo tiranno. Ai genitori tocca l’arte di dire di no. Ma non è così in tutte le famiglie?” racconta Gilberto in un lungo articolo ad un periodico brasiliano, e si sente davvero tutto l’amore per questo piccolo, bistrattato da famiglie eterosessuali per ben tre volte, e accolto da due uomini che gli hanno fatto sentire tutto l’amore di una famiglia felice.
“Questa storia è accaduta tutta in pochi mesi e ha trasformato la mia vita, con un finale più che felice, evidente a tutti gli amici intorno a noi, e tutto questo è solo per far capire: noi – io, il mio compagno, nostro figlio, i nostri due gatti e il nostro cane – siamo una famiglia come qualsiasi altra famiglia”.
Adozione bambini. Coppie gay ed etero: la voglia di amare e di insegnare ciò che è l’amore.
Sicuramente la decisione di dare in adozione un bambino ad una coppia gay desterà molte discussioni, alcune critiche, ma noi di vitadamamma volevamo raccontare una storia di felicità, di un bambino che ha trovato l’amore dopo tante delusioni, una storia di adozione bambini a lieto fine.
Dopo la querrelle tra gli stilisti Dolce e Gabbana e Elton John io personalmente non voglio prendere posizione né dall’una né dall’altra parte, ma nell’articolo c’è una frase che mi ha molto colpito e che voglio riportare: la genitorialità virtuosa non è monopolio di eterosessualità.
Su tutto il resto, sull’equilibrio, sulle figure materne e paterne, sulle questioni di “genere” possiamo discuterne, ma sul fatto che ogni famiglia può essere atroce o perfetta indipendentemente dal sesso dei genitori è un assunto che io ritengo inoppugnabile.
I bambini possono sicuramente essere creati solo da coppie “normali”, ma non è detto che queste coppie normali abbiano l’esclusiva dell’educazione e soprattutto dell’amore.
E Rodrigo e Gilberto, e soprattutto loro figlio, ne sono la dimostrazione.
Fonte: Estadao.com.br