Cioccolata scaduta da 25 anni servita a 3 bambini e due adulti, amorevolmente preparata da una nonna 77enne che, assolutamente in buona fede, avrebbe intossicato un’intera famiglia ed un amichetto dei suoi nipotini.
La notizia arriva dalla testata giornalistica “Il Giornale di Vicenza”, a dire il vero ha il sapore di un anticipato pesce d’aprile e l’Ansa ancora non ne parla.
Mancano nelle diverse fonti giornalistiche i nomi ed i cognomi dei protagonisti ed è difficile pesare che le qualità organolettiche di un preparato per cioccolata non abbiano lasciato intuire a chi la preparava ed a chi la beveva che il “gustoso cioccolato da bere” fosse scaduto da molti anni.
Potrebbe essere una bufala, tuttavia la notizia viene ribattuta come vera sfa molte testate quali Il Messaggero, TgCom24
La storia viene così riportata – Vita da Mamma, senza nascondere i suoi personali dubbi, fondati appunto sul fatto che è difficile credere che un simile preparato conservi inalterate le sue qualità organolettiche, ve la propone in attesa di una conferma ufficiale (quale potrebbe essere quella di un’Ansa):
una nonnina 77enne avrebbe offerto ai suoi nipotini, ai genitori dei piccoli e ad un amichetto, una cioccolata calda; nel preparare la bevanda non si sarebbe resa conto che la confezione riportava una remotissima data di scadenza: il 1990.
Vero è che infondo alle credenze delle nonne si nascondono veri cimeli, ma 25 anni per una cioccolata sono veramente troppi.
Il Messaggero afferma che 3 bambini, tra gli 8 e i 12 anni, vicentini sarebbero dovuti ricorrere a cure ospedaliere a causa dell’intossicazione alimentare scatenante dalla cioccolata.
Ovviamente non viene riportato l’ospedale ove i bambini sono stati ricoverati e nemmeno viene precisata nel dettaglio l’età dei piccoli.
Secondo voi è possibile bere un preparato alla cioccolata e non rendersi conto da gusto ed odore che qualche cosa non va?