Tante sono le persone che non possono a vedere bene senza occhiali, per loro le lenti divengono indispensabili. I difetti della vista sono una “patologia” comune a molte persone, di ogni sesso e di ogni età, aumentano col procedere degli anni quando, in alcuni casi, si parla di fisiologiche conseguenze dell’invecchiamento fisico.
Non tutti i medici, “tradizionalmente” abituati all’uso delle lenti da vista correttive, parlano della possibilità di vedere bene senza occhiali attraverso una ginnastica correttiva dell’occhio e delle vista.
La ginnastica per vederci meglio e per vedere bene senza occhiali non è un’invenzione impossibile né è una moda del momento, è, invece, una tecnica medica studiata, monitorata e, con i limiti di ogni pratica medica, possibile e applicabile.
La ginnastica oculare per vedere bene senza occhiali è definita e conosciuta in ambito scientifico come una pratica medica alternativa, il cosiddetto “Metodo Bates”.
La metodologia prende il nome dal dottore che l’ha ideata e sperimenta negli anni venti (quando fu resa nota correva il 1919) e l’americano Dottor William B. Bates era un celebre oftalmologo che operava presso l’ospedale di New York.
La ginnastica oculare nasce come un “rimedio naturale” finalizzato a riabilitare l’occhio affinché il paziente riesca a vedere bene senza occhiali.
Come si fa a vedere bene senza occhiali con la ginnastica oculare? Ovvero cos’è e come si mette in atto il “Metodo Bates”?
Il metodo parte dall’analisi dell’occhio, evidenzia che esso ha sei principali fasci oculari che concorrono al processo visivo sostenendolo, su questo presupposto anatomico, la metodologia analizza l’incidenza negativa della tensione prolungata dei muscoli dell’occhio.
In sintesi: il globo oculare è circondato da fasci muscolari, 6 sono quelli principali che possono risentire di tensione, cattiva esposizione alla luce, affaticamento prolungato e persino stress emotivo. Esercitarli significa limitare l’invecchiamento oculare e preservare la vista.
Il metodo Bates sostiene che i muscoli oculari rispondano sì involontariamente a degli stimoli visivi, per esempio se l’occhio è abbagliato da una luce forte la palpebra automaticamente si chiude per reazione, ma, per struttura e natura, i muscoli oculari sono muscoli volontari, infatti possiamo decidere di chiudere e aprire le palpebre o di muovere l’occhio orientando la vista a desta e sinistra. Poiché detti muscoli sono volontari essi possono pure essere esercitati e un esercizio costante migliorerebbe le funzionalità della vista.
Gli esercizi sono specifici, mirano al rilassamento dell’occhio e puntano a massimizzare le capacità del paziente di mettere a fuoco le immagini così da migliorare la vista.
I fautori di questa metodologia alternativa dicono che è possibile arrivare a vedere bene senza occhiali esercitando l’occhio per un’ora al giorno e per un tempo non inferiore a 2\3 mesi.
Il consiglio è quello di affidarsi ad un professionista per mettere in pratica gli esercizi che, una volta appresi, possono essere compiuti in maniera del tutto autonoma e non hanno controindicazioni di nessun tipo.
Chi considera assolutamente valida e sostenibile questa teoria invita a osservare un dato scientifico e confutabile:
il globo oculare è sferico, la sua funzionalità massima e migliore si registra quando questa forma venga preservata, una eccessiva tensione dell’occhio fa si che i muscoli oculari, proprio perché tesi, schiaccino il globo compromettendone la forma (che tende a divenire ovale) e la funzionalità. Quindi a muscoli rilassati il globo oculare conserva, come sempre dovrebbe, la sua struttura naturale a tutto vantaggio della vista.
La vista è nell’essere umano un processo complesso che si articola su più fasi:
- vi è una fase meccanica, cosiddetta momento “sensitivo”, che si realizza allorquando l’immagine colpisce la retina;
- segue il momento “selettivo” che corrisponde alla consapevole decisione del cervello di fissare la sua attenzione su una cosa specifica;
- al momento selettivo consegue il momento “percettivo”, durante il quale il cervello riconosce classifica e definisce ciò che vede, ovvero le immagini catturate dalla retina.
E’ bene sottolineare che questi 3 momenti ovvero queste diverse fasi si concentrano e si realizzano in pochi istanti.
Vedere bene senza occhiali significa, allora, correggere l’intero processo visivo e per farlo è necessaria un’enorme propensione al cambiamento nonché un notevole affidamento nella pratica alternativa.
Negli studi di Bates e dei suoi assistenti viene certificata una casistica di “guarigioni” anche pubblicizzate da chi si fa promotore di questo metodo. Tuttavia è bene sottolineare che si tratta di una pratica medica non convenzionale ma alternativa, quindi non verrà mai promossa da chi aderisce a protocolli tradizionali.
Una verità assoluta ed ineluttabile in questa teoria c’è: l’occhio è un organo che troppo spesso e troppo precocemente viene sottoposto a molti stress. Gli stress eccessivi danneggiano la vista e i danni spesso sono difficili da recuperare. Sarebbe sempre bene non sforzare troppo l’occhio, garantire alla vista il meritato riposo (per ogni ora dinnanzi allo schermo del personal computer ci vorrebbero almeno 5\10 minuti di riposo visivo); la permanenza dei bambini dinnanzi alla televisione dovrebbe essere limitata e massimamente risorta anche quella dinanzi ai videogiochi; il 3D non dovrebbe essere una visione ammessa prima dei 6 anni; persino i compiti dovrebbero sempre essere svolti in condizioni di luce ottimali e garantendo ai bambini una buona distanza da fogli e libri mentre scrivono, quindi educandoli a mantenere una postura corretta.
Insomma una cosa vera e mutabile nella metodologia di Bates è presente e va mutuata: l’occhio va curato come un organo e va considerato come un “muscolo” ovvero può e deve essere allenato ma non deve essere forzato, anzi merita debiti spazi e fasi di riposo.