Ogni tanto la vita prende una piega inaspettata e decide lei per te, decide che la tua normale famiglia, il tuo normale lavoro, la tua normale vita non sia più così.
Arriva una doccia fredda una malattia che cambia tutto e sbiadisce i colori dei tuoi progetti che colano, bagnati di lacrime.
La storia di Mirko, un ragazzo genovese di 28 anni, è una di quelle che fanno fremere e sobbalzare dalla sedia perché ci potremmo tutti riconoscere nella sua battaglia per la dignità che sta faticosamente portando avanti con mille difficoltà oggettive.
Mirko ha fatto un’intensa gavetta per inseguire il sogno di diventare grafico fumettista e, fin da piccolo, i suoi disegni sono ammirati da tutti. Riesce ad imparare sempre meglio e nel frattempo si mantiene facendo altri lavori.
Mirko è uno tosto, non si fa fermare neppure da un incidente che, anni fa, gli taglia quasi i legamenti del ginocchio e lo costringe a subire un’operazione complicata.
L’amore arriva con Valentina e insieme a lei la famiglia cresce con due stupendi figli Leonardo, che ora ha 3 anni, e Sofia di un anno.
E’ stata proprio Valentina a contattarci attraverso la nostra pagina Facebook per raccontarci la storia di suo marito Mirko Figoli e del destino che li ha travolti letteralmente.
Tutto bene, tutto ok, la vita doveva essere un’avventura in crescita, aperta verso il futuro per Mirko e la sua famiglia, quando nell’aprile scorso qualcosa inizia ad andare storto…
Mirko inizia ad avere difficoltà a camminare, trascina una gamba ma cerca di non dargli peso, di pensare che sarà qualcosa di passeggero senza importanza, finché, in poco tempo, arriva a zoppicare vistosamente, ne perde la sensibilità e non si sorregge.
La vita, il lavoro, gli impegni chiamano ma giunge il momento di arrendersi e andare da un medico che gli prescrive una visita specialistica.
In ospedale, quattro medici indagano a fondo con esami, prelievi, risonanze e la diagnosi è un coltello che affonda nella vita di Mirko e della sua famiglia:
un tumore al cervello, un astrocitoma di II° grado,
inoperabile a causa delle dimensioni e della posizione, sembra la ramificazione di una pianta e i macchinari fanno persino fatica a visualizzarlo nel bel mezzo del cervello.
L’astrocitoma crescendo ostacola la trasmissione con la parte destra del corpo impedendone man mano l’uso.
“… non può essere vero, non a me” pensava Mirko “Sono andato all’inferno e poi sono tornato sulla terra.”
“Ho due figli piccoli, una moglie e un cane. Una famiglia bellissima, come tante. Come la vostra. E non ho nemmeno trent’anni. Nemmeno trent’anni. Cavolo.”
“NON riesco a tenere in mano il cucchiaio per imboccare mia figlia. NON riesco a prendere in braccio mio figlio che piange per saltarmi in groppa. NON riesco a correre con i miei bambini e il mio cane, ridere e scherzare.”
Mille dubbi e paure lo assalgono:
La perdita della funzionalità del braccio equivale per lui anche alla perdita del lavoro mentre le spese scorrono inesorabili, incuranti e beffarde.
Mirko lotta in ogni modo tra pillole, radioterapia, chemioterapia, cerca i migliori specialisti…
Impugnare quella matita rappresenta per lui la vita, la speranza, ma sono sempre meno le occasioni in cui riesce a farlo tra i dolori e i tremori. La paresi continua, le cure hanno tempi lunghi e risultati incerti ma lui non si arrende:
“Non so per quanto potrò vivere, ma se il dottore mi dicesse che mi rimangono solo sei minuti di vita, non ci rimuginerei sopra: disegnerei un po’ più velocemente.”
Per lui disegnare diventa una doppia esigenza, farlo per sentirsi vivo e farlo per assicurarsi le cure e la continuità per la sua famiglia guadagnando qualcosa.
Non si piange addosso, non si arrende alle difficoltà, anzi, decide di disegnare a fumetti la sua storia “Una matita per combattere” che incita a non arrendersi e cerca di trasmettere coraggio a chi vive la sua stessa drammaticità.
Recentemente al castello di Nervi ha anche trovato la forza di inaugurare una mostra personale di fumetti: un grande traguardo.
Grande Mirko e grande Valentina, non possiamo che essere con voi in questa lotta e far conoscere la vostra storia,
condividendo con dignità la richiesta di aiuto che sta sostenendo anche l’associazione Nutri.Prof. inderendola nel progetto handtohand per la raccolta di donazioni a favore di Mirko.
“La vita ha deciso per me, ma io ho deciso di non smettere di lottare e di sognare» dice Mirko con un coraggio che ognuno di noi dovrebbe instillare dentro di sé ogni giorno!
Aiutiamo Mirko e i suoi angeli qui.
Fonte: SecoloXIX