I papà, per una buona maggioranza dei casi, sono esentati o si defilano volentieri quando, tra i compiti che i neonati impongono, c’è il cambio del pannolino.
Risultano riluttanti, indaffarati, volutamente goffi e spesso inaffidabili senza però riflettere che, prima o dopo, soprattutto se la mamma lavora o è occupata per esempio con altra prole da accompagnare a scuola, il bebè non può attenderla infarcito di fastidiosissima pupù e reclama a suon di strilla.
Il papà, spesso, tergiversa perché non gli è gradito l’odore, prima della visione “paltescente” di cotanto prodotto ma si deve rassegnare che va fatto.
Molte mamme giustificano i mariti stanchi che, dopo aver lavorato tutto il giorno, hanno dunque il diritto di leggere il giornale mentre loro badano ai figli. Presto, però, questi papà si renderanno conto che la mamma non può far tutto da sola né può essere dappertutto e prima o dopo dovranno affrontare questa “Mission Impossible”.
Date l’occorrente, al papà e spiegate, grossomodo, cosa fare, dopo di che uscite e lasciate che si “arrangi”.
Dategli, tra l’equipaggiamento, una molletta per tapparsi il naso o un batuffolo di cotone per farci delle palline da inserirsi nelle narici e abbandonatelo al suo destino col piccolino. Uscite per non avere la tentazione di controllare e, dopo un quarto d’ora/venti minuti, rientrate.
Certamente troverete un papà soddisfatto di aver affrontato il drago e averlo sconfitto e sentirete nell’aria un buon odore di borotalco. Fatevi passare la voglia di controllare se il lavoro sia stato svolto a dovere, almeno fino al cambio successivo, se non vorrete irrimediabilmente demotivarlo. Solo allora potrete notare sbagli come residui marrone giallastro tra le pieghe dell’inguine o gli adesivi del pannolino incollati correttamente o meno e in questi casi, con molta dolcezza, fatelo assistere ad un cambio completo e impeccabile.
Non fategli notare che ha fatto male delle cose ma, piuttosto, evidenziate coi gesti come lo fate bene voi. Incasserà il colpo senza che il suo orgoglio ne esca ferito e vedrete che, dal prossimo cambio, darà il meglio di sé e, tra l’equipaggiamento, non sarà più necessario aggiungere alcuna molletta o tampone di cotone.
Non potete aspettare molto perché lui impari a darvi una mano: i figli crescono e non avranno più bisogno di questo tipo di cure.
Penso che un papà che abbia preso in mano le redini del cambio del patello e cose simili, sia un padre più consapevole e capace di supportare i figli anche più tardi, quando avranno bisogno di sostegno e sono anche convinto che i figli, accuditi da entrambi i genitori, crescano più consapevoli di avere due importanti referenti che, in egual misura, possano supportarli nella loro crescita.
Non banalizzate la dualità nell’accudimento e nell’educazione dei figli
e, quando sia possibile, fate loro notare che sia papà che mamma sono bravi allo stesso modo e che possono essere complementari ma anche scambiarsi i ruoli, mossi dall’amore che hanno per loro.
Vi do una chicca:
“Il paradosso dell’equilibrio per una sana crescita del bambino, nella fase edipica, sta nel poter scegliere se voler bene più a mamma o papà ma anche di non saper mai decidere”.
Sembra incredibile ma tutto un equilibrio emotivo può scaturire anche da quella “Mission Impossible”.