Cos’è la plagiocefalia e come si affronta?
Oggi Vita Da Mamma, grazie alla pregiatissima collaborazione del Dott. Valerio Palmerini, fisioterapia della mandibola (ATM) e del neonato, affronta con attenzione e competenza questa difficile tematica.
L’esperto, Dottor Valerio Palmerini, ha risposto alle nostre domande sulla plagiocefalia e sul trattamento dei neonati che presentano questa alterazione del cranio:
– La “plagiocefalia” è ancora poco conosciuta dalle mamme, potrebbe spiegarci di preciso di cosa si tratta?
Plagiocefalia significa cranio storto. È una condizione della testa del neonato in cui, guardandola dall’alto, appare di forma “a parallelogramma” anziché di forma ovoide. Ciò può coinvolgere e alterare anche la simmetria del viso e della bocca, oltre che il loro sviluppo funzionale.
– Vi è una casistica nella quale è più facile riscontrare questa anomalia?
L’incidenza è stimata a circa 1 caso ogni 25 neonati.
La posizione nel sonno è uno dei fattori rischio più rilevati, con i maschietti che prevalgono leggermente sulle femminucce.
Ci sono maggiori probabilità di riscontrare plagiocefalia nei bambini nati da parto gemellare, parti naturali difficoltosi e con problemi al collo.
– Che tipo di disturbi può originare?
Sta emergendo che il neonato con plagiocefalia è meno attivo e ritarda in alcune aree dello sviluppo neuromotorio. Inoltre, asimmetrie craniofacciali accentuate potrebbero favorire alterazioni morfostrutturali come la scoliosi e una tendenza alla cefalea.
– Vi sono dei trattamenti da poter effettuare per far rientrare il problema?
Una volta veniva largamente usato una sorta di caschetto, che posso definire obsoleto e dai costi elevati, con risultati non eccezionale e, in ultimo, scomodo per il bambino che doveva indossarlo.
La terapia manuale, ovvero delicati e dolci manipolazioni del cranio e del collo del neonato, risulta essere ad oggi il trattamento più efficace già con poche sedute (oltre il 70% di miglioramento già con 5/6 terapie).
Basilare, inoltre, l’educazione dei genitori del neonato e il loro coinvolgimento nella terapia.
– Quali sono le tempistiche, ovvero quando è meglio cominciare ad intervenire e in quanto tempo possono essere ottenuti i primi risultati?
Se la plagiocefalia viene riscontrata il trattamento deve cominciare al 6 mese, per ottenere dei risultati sorprendenti. Fino ai 2 anni di età si può comunque intervenire, periodo nel quale la malleabilità del cranio è maggiore dato che le suture non sono totalmente chiuse.
Vi presentiamo il Dott Valerio Palmerini, fisioterapia della mandibola ( ATM) e del neonato:
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