Durante la gravidanza possono insorgere sintomi come:
- Vertigini e giramenti di testa,
- bassa temperatura corporea,
- sensazione di stanchezza,
- pallore di pelle, labbra e unghie,
- fiato corto,
- tachicardia,
- intorpidimento di mani e piedi
Se tutto ciò avviene nella gestante, si può sospettare un inizio di anemia; in questo caso, sarà opportuno verificare se si tratta di anemia eseguendo degli esami del sangue che valutino i globuli rossi, l’emoglobina, la ferritina.
In generale, i valori del ferro calano fisiologicamente in gravidanza, in quanto si produce più sangue e avviene il fenomeno della “emodiluizione”;
tuttavia i valori non devono scendere al di sotto di limiti precisi; l’emoglobina non deve essere inferiore a 10 g/dl e l’ematocrito non al di sotto di 32.
È fondamentale non sottovalutare questo problema, in quanto l’anemia nella gestante può creare ripercussioni nel feto, oltre che in se stessa.
L’anemia nella gestante porta ad aumentato rischio di infezioni post-partum e di depressione post-partum.
Per il bambino i rischi sono:
la nascita con un peso basso o prima del termine e l’anemia nel corso dell’infanzia.
Nel caso peggiore il bambino potrà avere un ritardo nella crescita costituzionale o cerebrale.
Ma di cosa si occupa il ferro nel nostro organismo?
La funzione principale del ferro è quella di costituire l’emoglobina, che si trova nei globuli rossi e che serve a trasportare l’ossigeno a tessuti e muscoli. Buona parte del ferro viene invece accumulata nella ferritina come deposito.
La quantità raccomandata di ferro è di 15 mg al giorno, quantità che raddoppia durante la gravidanza. Il fabbisogno ferro aumenta già dal primo mese di gravidanza.
Una dieta equilibrata in genere è sufficiente per garantire l’apporto di ferro.
Quali alimenti contengono ferro?
- Carne, soprattutto quella rossa.
- Pesce
- Uova
- Verdure a foglia verde, come radicchio verde e rucola.
- Legumi
- Frutta secca e semi oleosi come semi di sesamo, pistacchi, mandorle, noci
Di questo ferro, si distinguono due tipi: ferro eme e ferro non-eme. Il ferro eme è quello maggiormente assorbito e quindi funzionalmente utile. È possibile abbinare acido ascorbico, meglio noto come Vitamina C, al ferro non eme per aumentarne il suo assorbimento fino a 2-3 volte. Questo è utile soprattutto in caso di anemia della gestante.
Ad ogni pasto, quindi, possiamo abbinare alimenti ricchi di vitamina C, come limone e agrumi in generale o kiwi ai cibi che contengono ferro, di origine animale ma soprattutto di origine vegetale.
Ci sono fattori che inibiscono o limitano l’assorbimento del ferro, che sarebbe opportuno quindi eliminare o limitare, soprattutto in caso di anemia:
- fitati, presenti nei prodotti integrali, nei legumi, negli spinaci; i fitati sono inattivati dalla fermentazione e dal calore; anche un ammollo prolungato dei legumi riduce la quantità di acido fitico in essi presente.
- Tannini, presenti in caffè e tè.
- Apporto eccessivo di calcio; occorre pertanto mantenere un’assunzione regolare di latte e latticini (che contengono molto calcio, rispetto ad altri alimenti), ma non bisogna senza eccedere.
- Polifenoli, contenuti nel vino rosso
Qualora seguire queste indicazioni alimentari non basti a migliorare lo stato anemico della gestante, occorrerà inserire un integratore di ferro dietro prescrizione medica.