Se solo fosse possibile solo per un attimo capire, sentire, ciò che prova una mamma nel fare del male al proprio figlio penso che non potremmo reggere ad un senso di repulsione totale. Seppure nella stragrande maggioranza dei casi le mamme sono disposte a sacrificare la propria vita per i propri figli e, in piccole dosi, tutte le mamme lo fanno quotidianamente senza scalpore, vi sono casi in cui una fragilità psichiatrica subentra come un cancro e divora l’essenza stessa della maternità.
La sindrome di Münchausen esiste, è un’orribile malattia contro natura che si ripercuote sulla salute dei figli e può avere conseguenze drammatiche. Gli esperti ne intravedono un esempio lampante nell’atteggiamento e nella storia di Lacey Spears,
una donna statunitense che ha deliberatamente ucciso suo figlio con dosi sempre più massicce di cloruro di sodio (sale) iniettato in un sondino naso gastrico.
Lacey curava anche un blog dove dettagliava tutte le fasi della malattia del figlio, il piccolo Garnett-Paul, che continuava a non stare bene, “inspiegabilmente”.
La donna di 27 anni è stata riconosciuta colpevole di omicidio di secondo grado proprio qualche giorno fa a New York, condannata a 25 anni di carcere, ad incastrarla, oltre alle evidenze mediche inspiegabili che avevano riscontrato un tasso di sodio incompatibile con cause naturali, alcuni filmati agghiaccianti della madre che portava nel bagno dell’ospedale il figlio e “sistemava” il sondino.
Non solo, dalle perquisizioni effettuate nel suo appartamento, sono state rinvenute due sacche, da collegare al sondino, piene di sale. In una c’erano l’equivalente di 69 pacchetti di sale. Inoltre, nella cronologia del suo computer sono state trovate ricerche specifiche sui danni causati dal cloruro di sodio ad alti dosaggi.
E’ spaventoso ma Lacey si sentiva sempre più al centro dell’attenzione attraverso la malattia di Garnett e la gestione del blog, la miriade di messaggi su Twitter che la facevano sentire importante e motivo di ammirazione da parte di amici, parenti, colleghi e persino del personale sanitario, tanto da renderla patologicamente dipendente da tutta questa condizione che lei continuava ad alimentare.
Normalmente, le persone che soffrono di questo orribile disturbo, sentono anche una esagerata attrazione verso il mondo medico o paramedico di cui fanno spesso parte o di cui vorrebbero far parte.
Secondo la procura, le dosi di sale sarebbero poi passate a dosi letali perché la donna temeva che la gente iniziasse a dire che era lei la causa della malattia del figlio.
Un delirio esponenziale con un esito altamente tragico: quella di Garnett è stata una lunga e sofferta agonia conclusasi nel gennaio del 2014 a soli 5 anni.
Il bimbo accusava forti dolori addominali e i medici si sono subito insospettiti per gli elevati tassi di sodio riscontrati negli esami di laboratorio, purtroppo le sue condizioni sono peggiorate ed è spirato il 23 gennaio dell’anno scorso dopo essere entrato in coma. Due mesi dopo la madre è stata indagata per omicidio.
Un’amica avrebbe anche rivelato che, nei giorni successivi al decesso, la mamma agiva in un modo inconsueto ed era più preoccupata di cosa si dicesse, cosa stessero chiedendo gli inquirenti e come se ne parlasse sui socials piuttosto che gestire l’accaduto e il suo dolore.
Alcuni si sono detti profondamente turbati nel vedere una galleria così abbondante di autoscatti della mamma che la rappresentavano addolorata e piangente su Facebook.
Lacey viveva purtroppo in un suo mondo dove si era anche inventata di aver avuto un fidanzato poliziotto morto in un tragico incidente d’auto e aveva raccontato, anche a Garnett, come aveva teatralmente scritto sul suo blog, che era lui il padre del bimbo.
E’ emerso invece che non è così e il padre naturale di Garnett era stato completamente escluso dalla loro vita, Lacey gli aveva detto di essersi sbagliata sulla sua paternità dopo una breve storia durata qualche mese ed un definitivo allontanamento della donna per non essere più rintracciata.
Un’altra precedente amica della donna ha rivelato di essere stata turbata quando, prima che Lacey diventasse mamma, prendendosi cura di suo figlio come baby sitter avesse finito con il dire che lei fosse la vera madre del bimbo e, dopo la nascita di Garnett, si rivolgesse ai due chiamandoli “fratelli” e “i miei piccolini”!
Ulteriori segnali che potevano essere senz’altro meno trascurati…
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Fonte: Dailymail