Per l’Asl e l’istituto è la sala Glh (Gruppo lavoro Handicap), per tutti gli altri invece è “la stanza del silenzio degli innocenti”.
Così è stata ribattezzata la stanzetta dedicata dove Christian si è visto relegare negli ultimi tempi dalle insegnanti di una scuola di Valmontone, periferia di Roma.
Due anni per l’esattezza.
È la triste storia di Christian, bambino di 11 anni affetto da una grave forma di autismo, che frequenta la scuola elementare Sant’Anna, nella provincia di Roma.
La denuncia arriva dalle pagine del magazine Redattore sociale, al quale la mamma di Christian ha raccontato questa triste vicenda di dis-integrazione sociale che ha subito il figlio disabile.
Tutto comincia quando la famiglia di Christian si trasferisce da Ostia a Valmontone.
Il bimbo è affetto da una forma di autismo.
In classe disturba, non fa lavorare gli altri. E’ iniziata così da subito la sua permanenza in questa scuola.
Prima però, a Ostia, Christian frequentava regolarmente la scuola, stava in classe coi compagni.
Era ben integrato, aveva un’educatrice al suo fianco e un terapista Aba privato che lo seguiva durante le lezioni per un paio d’ore al giorno.
Quando aveva una crisi delle sue la maestra lo accompagnava fuori, in giardino, nel laboratorio.
Christian si calmava e rientrava insieme ai compagni.
Poi però ha cambiato scuola ed è iniziata la tragedia, come racconta la mamma.
Appena entrato in classe l’insegnante di sostegno l’ha chiamata: aveva paura del bambino, lo ha fatto riaccompagnare a casa (un insegnante di SOSTEGNO, un Bambino autistico di 9 anni, ndr).
Ed ecco che la psicologa dell’Asl ha avuto la pensata geniale di “dedicargli” una stanza tutta sua.
E’ bella e ben attrezzata, si difendono insegnanti ed esperti: un lettore dvd, i colori, l’insegnante di sostegno tutta per lui.
Così Christian passa le sue giornate a scuola: nella stanza del silenzio degli innocenti.
Peccato però che il piccolo vada a lezione di atletica una volta a settimana, e lì non ha problemi di integrazione.
E non è tutto.
Sembra che la scuola abbia organizzato a maggio una visita in Vaticano, visita alla quale tutti i bambini parteciperanno. Tutti tranne Christian.
E’ pericoloso dicono.
Come se non bastasse la psicologa avrebbe anche suggerito alla mamma di far restare Christian alle elementari ancora per due anni, fino ai 13.
“A me non sembra giusto, non credo che gli farebbe bene restare così indietro. Voglio che Christian porti avanti il suo percorso scolastico, anche fino alle superiori, come tutti i suoi compagni, E non mi farò scoraggiare” dice la mamma.
La presidente della commissione parlamentare per l’infanzia Michela Brambilla è intervenuta in merito alla vicenda: “Accogliere e integrare gli alunni in difficoltà nel miglior modo possibile non è un ‘favore’, ma un preciso dovere della scuola”.
Dalla parte di Christian anche è Edoardo Patriarca, deputato del Pd e componente della commissione Affari sociali. “Mi auguro che l’ufficio scolastico regionale faccia un approfondimento e trovi soluzioni. La Buona Scuola serve anche per risolvere questi casi, frutto di un progressivo disinvestimento nell’istruzione iniziato venti anni fa”.
Fonte: La Repubblica