A sentire queste storie di cronaca viene da pensare che l’orrore di cui è capace l’animo umano possa non avere fine.
È proprio di ieri infatti la notizia che è saltata fuori dall’ indagine denominata “Medical Market”, e che ha portato la Guardia di Finanza della provincia di Cosenza a a eseguire 7 ordinanze di custodia cautelare.
144 indagati, 4 agli arresti domiciliari, due persone con obbligo di firma e un avvocato interdetto, questo il risultato del Blitz, che ha inoltre smascherato 45 falsi invalidi e una numerosa serie di falsi incidenti.
Tra questi l’abominevole storia che è venuta fuori.
Il 15 maggio del 2012 una donna incinta, di 37 anni di Corigliano Calabro, già madre di un bambino e, al momento dei fatti, al settimo mese di una seconda gravidanza, si presenta al pronto soccorso dell’ospedale del comune calabro .
La donna sanguina, è in evidente stato di aborto avanzato.
Racconta di un incidente stradale al medico di turno.
Il medico appura l’espulsione del feto, ancora legato dal cordone ombelicale.
Il cuore del feto batte per qualche minuto, poi non ce la fa.
La procura di Castrovillari avvia un’indagine, e dopo qualche tempo emette un provvedimento di arresto per la donna (convalidato dal G.I.P.) per infanticidio e truffa aggravata.
La donna si è praticamente procurata intenzionalmente l’aborto.
L’autopsia avrebbe rivelato «arresto cardiorespiratorio da insufficienza cardio-respiratoria acuta in feto al terzo trimestre normo-conformato, vivo e vitale conseguente ad aborto procurato».
E’ possibile che una donna abortisca intenzionalmente, e se sì, perché?
Per 80 mila euro dicono le indagini.
Secondo la procura infatti la mamma avrebbe inscenato l’incidente e avrebbe soppresso il feto per intascare la somma che l’assicurazione avrebbe erogato a seguito dell’incidente stradale.
I periti avrebbero in pratica appurato che l’aborto non sarebbe stato riconducibile all’incidente ma ad un’induzione successiva.
La relazione parla di « manovra lesiva etero-indotta riconducibile ad eventuale attività meccanica iatrogena… da rapportare a pratica abortiva procurata farmacologicamente e/o chirurgicamente».
Indagato anche il medico del pronto soccorso che l’aveva assistita dopo l’incidente per concorso in infanticidio e truffa aggravata. Adesso è ai domiciliari.
Il dottore sembrerebbe far parte, insieme ad un nutrito gruppo di professionisti, di un’organizzazione che pianificava truffe alle assicurazioni.
L’inchiesta avrebbe preso in esame una serie di intercettazioni, e avrebbe scoperto illeciti incredibili: manipolazione di cartelle cliniche, ecografie, esami radiografici, il tutto per “estorcere” liquidazioni false dalle assicurazioni.
Adesso la magistratura dovrà fare il suo corso e appurare le dinamiche e le responsabilità di questi orrendi reati.
Fonte: Il Corriere della Sera