L’intervento chirurgico di cui stiamo per parlarvi è stato considerato una pietra miliare nella storia di sempre dei trapianti.
Grazie a questo “esperimento” mai tentato prima i medici di tutto il mondo sperano adesso che i donatori di organi di neonato accrescano notevolmente.
Si tratta infatti del primo trapianto di organi da neonato.
I dottori dell’Hammersmith Hospital di Londra hanno effettuato l’intervento, riportato poi sulle pagine del Archives of Disease in Childhood, rivista appartenente al gruppo British Medical Journal.
La piccola donatrice era una bimba, già sofferente in gravidanza, fatta nascere grazie ad un cesareo d’emergenza.
La bimba ha subito di grave carenza di ossigeno, che ha danneggiato irrimediabilmente il cervello, non consentendole di rispondere a nessuno stimolo.
Quando è stato chiaro che non sarebbe sopravvissuta dottori, specialisti e infermieri hanno discusso sulla possibilità della donazione dei suoi organi con la famiglia.
I genitori hanno acconsentito, e si è subito messa in moto la macchina per l’espianto del fegato e dei reni, a sei giorni dalla nascita, quando il piccolo cuoricino della neonata ha smesso di battere.
I dottori hanno poi trapiantato un rene ad un paziente che aveva già subito un rigetto da un precedente trapianto, mentre cellule epatiche sono state trasfuse ad un secondo paziente in lista. Quest’ultima procedura è spesso effettuata su pazienti in attesa di un vero e proprio trapianto di fegato.
Molti organi e tessuti di neonato infatti possono essere donati sia a bambini che ad adulti.
Una larga parte di neonati che muoiono nelle unità di terapia intensive neonatal in teoria potrebbero essere potenziali donator, ma sia le leggi nazionali dei vari paesi, sia gli specialist, sia l’opinione pubblica ancora non possiede gli strumenti adatti a far si che questo avvenga.
Anche bambini di età superiori a due mesi sono nelle stesse condizioni: test neurologici possono confermarne la morte cerebrale, e gli organi potrebbero essere donati
Purtroppo però queste procedure non vengono spesso messe in atto e il tempo che passa tra la cessazione del battito e una possibile donazione è troppo, e gli organi diventano così non più espiantabili per fini medici.
Sensibilizzando l’opinione pubblica alla donazione degli organi si potrebbero salvare molte più vite, anche grazie a questi tipi di interventi dell’ospedale britannico.
“far comprendere ai genitori di un neonato che non c’è più che i suoi organi possono essere la speranza per altri genitori, un dono fantastico è una cosa sulla quale si deve insistere. La tragedia di una persona potrebbe diventare una cosa positiva” sostiene Joe Brierley, medico interventista del Great Ormond Street children’s hospital, sulle pagine del Guardian.
“Acconsentire alla donazione avviene in un momento di estrema disperazione per una famiglia, e il nostro pensiero va a loro – dice James Neuberger, medico associato al NHS Blood and Transplant – ma purtroppo è altrattanto disperata la situazione di chi aspetta un trapianto salvavita. Noi siamo molto contenti di questo primo trapianto, e speriamo che successi simili e decisioni come quella dei parenti della piccola donatrice si ripetano anche in futuro”
Gaurav Atreja neonatologo, conclude sempre sulle pagine del Guardian: “Questo intervento è un traguardo della medicina, dà speranze alle famiglie. Io mi metto nella situazione di tanti che aspettano un trapianto, la donazione mi dà speranza, e dall’altro lato, una parte di quel bambino donatore vivrà nel corpo di qualcun altro, e farà la differenza nella vita altrui”.
Fonte: The Guardian.co