Come si può rilevare se un bambino è oggetto di maltrattamento o se soffre di qualche tipo di abuso?
Cambia il suo modo di essere e il suo modo di relazionarsi agli altri?
Come ben sappiamo ci sono bambini introversi e bambini estroversi. Quando si presenta nella loro vita un problema, come il caso di un abuso, il bambino introverso si ritrae ancora di più nel suo mondo e il bambino estroverso diventa introverso. In entrambi i casi, esiste un blocco della comunicazione verbale.
Il disagio del bambino si rileva sempre quando appaiono cambiamenti importanti nel suo comportamento.
I cambiamenti del bambino si possono manifestare in differenti modi, possono essere cambiamenti fisici e/o emotivi, e sono un allarme che ci indicherà una possibile situazione a rischio.
Per esempio, nell’ambito della condotta, i bambini abusati tendono ad avere paura degli adulti e si mostrano molto più cauti nelle relazioni con gli altri, possono diventare aggressivi o addirittura completamente asociali.
In quanto all’aspetto fisico si possono riscontrare nei casi più gravi ematomi, lesioni interne e bruciature, ma nelle ipotesi più comuni (come anche nei casi di abuso psicologico) si possono rilevare anche “solo” difficoltà del linguaggio o regresso fisico ed emotivo.
All’interno della dinamica di un abuso ci sono moltissime varianti, una di queste è l’abbandono (inteso come trascuratezza).
L’abuso del bambino non è solo fisico, la violenza fisica che va dalle percosse all’aggressione intima è la forma più estrema e pericolosa di abuso, tuttavia non è la sola violenza che l’adulto può perpetrare contro il bambino.
Quando il bambino si sente abbandonato dall’adulto che dovrebbe proteggerlo, il cucciolo d’uomo subisce, comunque, una violenza. In questo caso l’abuso si sostanzia in una negligenza che spesso è a carico del genitore e consta in una carenza di attenzione verso il bambino.
Questa negligenza si crea (a diversi livelli), soprattutto, quando non si prestano cure e attenzioni al bambino, come ad esempio nel momento di lavarsi, di mangiare, di dormire e anche nelle cose che possono riguardare la scuola o la socialità del piccolo.
A fronte di una “sofferenza da trascuratezza”, per quanto riguarda l’indicatore fisico, si può osservare un ritardo nella crescita e nello sviluppo, disturbi nel linguaggio, mancanza di igiene e stanchezza. Per quanto riguarda l’indicatore emotivo è possibile che si riscontri un’ apparente immaturità rispetto agli altri bambini della stessa età. Inoltre la condotta del piccolo di solito tende ad essere aggressiva, il bambino, in questi casi , diviene aggressivo perchè cerca di attirare l’attenzione dell’adulto.
Spesso il bambino che si sente abbandonato è “il bambino che chiede”, domanda al genitore cose materiali, spiegazioni, promesse di presenza e spesso chiede da mangiare (la nutrizione nella psiche del bambino si incrocia con la cura più largamente intesa).
Come e quando si può realizzare una situazione in cui il bambino si senta abbandonato al punto tale da soffrirne emotivamente?
L’abbandono emozionale è conseguenza di azioni come il rifiutare, l’insultare, il disprezzare, isolare e consegue comunemente ad episodi di violenza domestica.
L’abuso intimo e la violenza emotiva sono così due diverse forme di abuso ai danni del bambino.
La loro gravità non è paragonabile né sono paragonabili gli effetti che le differenti violenze ingenerano nel piccolo. Tuttavia si tratta di due forme di violazione dell’infanzia e di due forme di limitazione della sana e corretta crescita del minore. Due forme di sofferenza che possono emergere dai comportamenti del bambino.
Guardiamo da vicino l’abuso fisico e quello non fisico e tracciamone le differenze:
- l’abuso intimo riguarda la sfera intima del bambino e viola il corpo (anche semplicemente inteso come concetto, laddove il bambino è non solo fisicamente ma anche emotivamente immaturo).
L’abuso intimo non necessariamente pretende una partecipazione fisica o consensuale da parte di un minore. Generalmente, l’adulto seduce o costringe il bambino che non è pronto a reagire a questa situazione sia dal punto di vista del suo sviluppo fisico che mentale.
Esistono due forme di abuso fisico:
– l’abuso fisico mediante violenza materiale e corporale (che sia completa o limitata per esempio a palpeggiamenti).
– l’abuso fisico senza contatto fisico che si sostanzia nel realizzare relazioni intime davanti ad un minore.
Gli indicatori fisici dell’abuso intimo ci dimostrano che il bambino può avere difficoltà a camminare, problemi di mobilità, ci possono essere segni di sanguinamento, ematomi, lesioni intime, il bambino può diventare pudico, reticente all’abbraccio, può rifiutare di lavarsi e men che meno di essere lavato.
Dal punto di vista del comportamento si osserva un bambino che si nasconde e tende a rendersi invisibile, ha una bassa autostima di se stesso, manifesta paura di certe persone o di alcuni posti.
- La violenza emotiva, invece, può realizzarsi ogni qual volta il bambino venga “abbandonato”
Quando si parla di violenza sui bambini (sopratutto in termini di violenza non fisica ma emotiva) si deve tenere conto della fragilità dei piccoli, in questo senso, per esempio, la pedagogia e la psicologia infantile moderna ammettono che l’iperprotezione, le minacce, l’isolamento, le manipolazioni, le costrizioni, le repressioni, il ricatto emotivo, il maltrattamento psicologico, gridare ad esempio, il maltrattamento prenatale, fare abuso di alcol durante la gravidanza, possano già essere azioni lesive o genericamente “a danno del bambino”. Ciò va sottolineato, come premessa importante, per “individuare” l’importanza della cura e per chiarire l’estrema fragilità del minore, oltre alla sua totale dipendenza dall’adulto.
Una situazione molto comune e comunemente percepita dal bambino come “abbandono” si realizza quando il padre e la madre gridano ferocemente tra di loro oppure contro il proprio figlio così che, senza rendersi conto neppure di quello che stanno comunicando, direttamente o indirettamente, possono dire frasi che fanno riferimento al fatto di abbandonarlo lì da solo (o che il bambino interpreta come “mancanze di affetto”). Spesso i genitori, in “buona fede” ovvero in forma inconscia e senza rendersene conto, presi dalla disperazione perché il loro figlio gli obbedisca, rischiano di ricattare, manipolare o minacciare il bambino che dovrebbe, al contrario essere accompagnato col dialogo verso la comprensione del mondo.
Evidentemente non tutte le liti genitore figlio, non tutti gli episodi di contrasto, anche a voce alta, si possono configurare come maltrattamento.
Subentra un problema educativo e può configurarsi il pericolo di un maltrattamento psicologico ai danni del piccolo quando i genitori litighino spesso tra loro, alzando la voce, tirando in ballo il bambino come elemento “di contrasto” del loro rapporto, aggredendosi davanti al figlio o quando, comunemente a voce alta e minacciosa, scarichino sul figlio le loro tensioni sgridandolo con una violenza verbale continua e non misurata rispetto agli eventuali errori del figlio.
Solo in questi casi l’aggressione verbale, violenta e reiterata, del genitore si converte in maltrattamento. Quando questo si ripete costantemente il bambino può subire un danno emotivo di cui non sempre i genitori sono coscienti.
Le diverse situazioni di disagio del bambino possono emergere dai disegni
L’esperta in grafologia, Claudia Roxanna Dìaz, spiega come i disegni possano rivelare tutte queste situazioni, e, per esmplificare la complessa spiegazione, parte (in quella che è la fonte del nostro scritto) da un modello – tipo di disegno, questo:
Si tratta di un disegno di una bambina di quattro anni, curata per un possibile abuso intimo rispetto al quale non si riesce a confermare la diagnosi in maniera definitiva.
La bambina disegna un mostro.
A prescindere dalle ipotesi più gravi di abuso molti bambini piccoli disegnano mostri, perché lo fanno e quando il disegno deve preoccupare il genitore?
Tra i 3 e i 6 anni i bambini si trovano in un’età nella quale iniziano ad apparire le paure per i mostri, i mostri nascondono la paura della separazione dalla mamma e dal papà (separazione, per esempio, vissuta a scuola), laddove quelle genitoriali sono le figure che fanno sentire sicuro il bambino.
Atre volte il mostro incarna paure più generiche frutto dell’ascolto e delle metabolizzazione dei discorsi degli adulti: paura dei ladri (di cui il bambino può soffrire in maniera acuta ed evidente se un parente o un vicino di casa ha subito un furto); ansia per situazioni economiche difficili sofferte in famiglia; paura della morte o della malattia (timore che si acutizza se in casa si vivono situazioni di dolore o di lutto).
Bisogna comunque tenere presente che a volte queste paure nascono da racconti ascoltati o da cartoni animati violenti.
Esaminare l’anatomia di un mostro disegnato dai bambini è possibile:
– Il naso, secondo l’interpretazione di Augusto Vels nel suo libro “Dibujo y Personalidad” (Disegno e Personalità), è il simbolo dell’organo intimo maschile.
Il disegno in foto rappresenta un mostro e può segnalare un certo grado di aggressività e di violenza che la bambina percepisce nel suo ambiente. La cosa che più richiama l’attenzione è quello che la bimba dice riguardo al suo disegno: la piccola dice che è il disegno di un mostro colorato, con un naso lungo, lungo, lunghissimo. Va però tenuto conto che non si può arrivare a concludere direttamente che è stata abusata sessualmente.
– A prescindere dal caso concreto, citiamo l’interpretazione della bambina, raccolta dalla grafologia, Claudia Roxanna Dìaz, per sottolineare che è sempre importante ascoltare la spiegazione che i bambini fanno dei loro disegni perchè in essa è contenuta un’interpretazione autentica delle emozioni che hanno guidato la matita del bambino
– I colori che utilizza manifestano che quello che il bambino cerca. Così se i colori sono leggeri, caldi pacifici, nel bambino c’è una tranquillità interiore, un equilibrio per la sua autostima, affetto e liberazione; se i colori sono cupi, grigi, offuscati, allora il bambino vive nella tensione, nella paura e necessita di libertà emotiva.
Nel disegno che stiamo usando come modello viene adoperato il colore verde che viene usato per colorare il naso, che in questo caso ha a che vedere con il nervosismo che si manifesta anche nella figura spigolosa, cosa che ci permette di percepire il senso di aggressività che è nascosto nella bambina.
– Ciò per dire che l’interpretazione del colore va bilanciata all’interpretazione delle forme; più è tondeggiante e sinuoso il tratto del disegno maggiormente sarà quieto l’animo del disegnatore, avvolto, probabilmente, in un abbraccio emotivo importante e sereno.
Nel nostro disegno-campione quello che è ben chiaro è che la bambina è circondata da un ambiente non adeguato alla sua maturazione emotiva, un ambiente forse violento.
Esiste anche la possibilità che la piccola veda film violenti o cartoni animati violenti, ascolti racconti del terrore o che esistano nel suo ambiente abusi con minacce che le procurano terrore, potrebbe trattarsi anche non di abusi fisici ma emotivi. Il dubbio comunque rimane sul fatto che la bambina sia abusata o meno, per esserne certi totalmente bisognerebbe avere più informazioni, più materiale da poter studiare e prove concrete, perché come ben tutti sappiamo non ci si può affidare solamente a un disegno. E ciò vale a dire che i disegni, come chiarito dall’esperta, sono solo un indicatore dello stato emotivo del bambino e non possono mai essere l’indizio esclusivo o principale di un malessere.
Donne, mamme, nonne prendete coscienza di tutti questi segnali che vi abbiamo descritto. Siate le sagge sentinelle in grado di cogliere i primi segnali che solo con la vostra sensibilità e amore siete in grado di percepire.
Non preoccupatevi ma occupatevene!