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Bambini e Fumo Passivo: Ecco Perché Vivere in una Casa Dove si Fuma fa Male alla Salute

di Alessandra Albanese

12 Gennaio 2015

 

fumo passivo

Che il fumo delle sigarette faccia male si è appurato ormai attraverso studi ed evidenze scientifiche da parecchi anni.

Adesso una ricerca condotta da un team dell’Università di Aberdeen (Scozia) ha rivelato che vivere in una casa di fumatori è peggio che vivere in una città inquinata come Londra o Pechino.

Le evidenze avevano già conclamato inoltre che l’esposizione al fumo passivo fossero legate a un’ ampia serie di eventi avversi come patologie respiratorie e cardiache.

Proprio a fronte di questi danni molti governi in tutto il mondo avevano e continuano a emanare leggi restrittive sul fumo di sigaretta in luoghi pubblici a favore della popolazione.

In termini scientifici il PM 2.5 è una polvere sottile o particolato fine delle dimensioni di 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro) in grado di penetrare profondamente nei polmoni durante la respirazione dalla bocca.

Il PM 2.5 è stato spesso utilizzato come marker per calcolare l’esposizione al fumo nei luoghi pubblici e al fumo passivo, e concentrazioni di polveri sottili di queste dimensioni sono considerate dall’OMS dannose per la salute dell’uomo.

Ovviamente le polveri sottili vengono purtroppo respirate e hanno un impatto negativo sulla salute per coloro che abitano in città, dove l’aria è densa di fumi di motore e di emissioni industriali.

Gli scienziati scozzesi con questa ricerca hanno evidenziato che le case dei fumatori sono esposte alle stesse emissioni di polveri sottili che si possono avere in grandi metropoli inquinate come appunto Londra o Pechino.

fumo passivo 01

Dal 2009 al 2013 lo studio ha preso in considerazione le soglie di PM2.5 in 93 case di fumatori e 17 case di non fumatori nell’arco delle 24 ore.

I risultati hanno evidenziato che concentrazioni di PM2.5 nelle case dei fumatori erano 10 volte maggiori delle altre 17 e circa tre volte maggiori rispetto ai limiti stabiliti dall’OMS ((10 μg/m3).

In pratica un’ora nel salone di un fumatore equivale a una passeggiata nella “City” della capitale britannica!

Inoltre alcune di queste case prese a campione avevano concentrazioni ben 11 volte oltre i limiti stabiliti dall’OMS (111 μg/m3).

“Questi risultati supportano la necessità di ridurre il rischio di fumo passivo delle persone che vivono in case di fumatori attraverso l’implementazione di provvedimenti che regolano il fumo anche nelle abitazioni private” concludono gli scienziati.

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Il dottor Sean Semple dell’Università di Aberdeen aggiunge: “Il fumo passivo respirato in casa produce rischi di tossicità pari a quello dell’ inquinamento nelle grandi città. Rendere la propria casa libera dal fumo è il modo più immediato di ridurre drasticamente i danni da inalazione di polveri sottili inquinanti”.

Ultima considerazione personale: sono ancora necessari altri studi per realizzare che fumare, per giunta in case dove possibilmente mangiano, dormono e vivono bambini piccoli è pericoloso per se e per chi sta intorno?

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Fonte: Aberdeen University



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