Quando il miracolo della vita rischia di essere spezzato e portato via da un marasma di freddezza e superficialità è la cosa peggiore che possa succedere.
La libertà di scelta, in quanto tale, deve essere determinata da una correttezza e completezza di informazioni che non deve lasciare vuoti né per intransigenza né per un ancora più incomprensibile fastidio. La vita deve avere la priorità su tutto.
La storia che vi stiamo per raccontare sconvolge dentro chi sa cosa significhi essere madre o chi lo desideri diventare.
Se solo per un istante ci fermassimo a pensare che un solo piccolo frammento della nostra vita, per un fatale accadimento, avrebbe potuto significare o potrebbe significare, non stringere nostro figlio tra le nostre braccia, io credo che si potrebbe anche arrivare a perder la ragione.
Non poter sentire il suo dolce fiato sul nostro, il suo profumo avvolgere il nostro…
Bastava che la mamma di Jett Morris non si fermasse per un attimo a riflettere su tutto ciò, che non desse ascolto al suo istinto di madre e oggi quel dolce visino non ci sarebbe, le sue manine non stringerebbero quelle della mamma, speranzose e riconoscenti per tanto amore.
Jett è nato piccolissimo, più piccolo di un pacco di zucchero e più piccolo della mano di suo padre, frutto della caparbietà e della forza dei suoi genitori.
Quando la mamma Mhairi ha rotto le acque prematuramente a sole 20 settimane, i dottori si sono subito pronunciati per l’aborto, l’unica via logica e possibile per concludere quella che definivano come una non-vita.
Lei e suo marito Paul però non si sono arresi, hanno cercato altre vie, altri consigli, altre possibilità e hanno sfidato il destino.
Mhairi sentiva nel suo cuore che Jett aveva bisogno di una possibilità, che lei lo poteva ancora proteggere e donargli la possibilità di sopravvivere, lui se lo meritava, loro se lo meritavano!
Ciò che è successo è assolutamente incredibile e speciale.
Jett è sopravvissuto altre 5 settimane nella pancia della mamma. Dopo la sua nascita ha avuto problemi respiratori immaginabili e l’ittero, oltre che problemi cardiaci, pesava meno di 700 grammi.
Eppure Jett ce l’ha fatto ed è andato a casa quasi 3 settimane prima della sua originaria data di nascita presunta e sta bene!
Mhairi ricorda ancora quando le era stata data la sentenza orribile e i medici freddamente chiamavano il suo bambino semplicemente “feto” non compatibile con la vita, una sorta di prodotto di scarto di cui bisognava liberarsi prima possibile, non riuscivano neppure a concepirlo o a parlarne come se fosse un bambino vero.
Lo staff dell’ospedale premeva per porre termine alla gravidanza che non poteva concludesi con nulla di buono e cerca di farli decidere in 5 minuti.
“Nessuno del reparto è venuto a parlarmi delle opzioni possibili, mi hanno solo fatto l’ecografia, mi hanno detto che il “feto” era compatibile con l’epoca gestazionale, che in realtà andava tutto bene ma non poteva sopravvivere, l’aborto era l’unica opzione ragionevole, non c’era nient’altro da fare secondo loro.”
“Quando ho anche saputo che era un maschio, cioè ho concretizzato ancora di più l’idea del mio bambino, era ancora più difficile scegliere.”
“Quando il dottore è tornato nello studio e ha sentito che avevamo deciso di proseguire la gravidanza, ha alzato gli occhi al cielo, guardato l’orologio come se gli facessimo perdere tempo prezioso e allora ho deciso con Paul che saremmo andati da qualche altra parte…”
“Capisco che a volte i medici debbano essere duri, determinati, che debbano metterti di fronte anche al peggiore scenario possibile e che spesso vi sono pareri discordanti ma allora, nessuno ha voluto dare una possibilità a Jett.”
“Sono preoccupata per altre mamme magari più insicure o situazioni differenti dove si scelga un aborto quando invece il proprio bambino potrebbe sopravvivere senza problemi.”
Normalmente la rottura delle acque comporta l’inizio del travaglio entro 24 ore anche se c’è un 6% delle donne che non segue questa prassi neppure nelle successive 96. Questo però, anche nel caso di Jett non poteva considerarsi una “fortuna” perché comporta anche rischi di altro genere, tra cui gravi infezioni.
Successivamente fu anche diagnosticata una placenta previa cioè una situazione in cui la placenta si inserisce nella parte bassa dell’utero, andando a coprire in parte o interamente l’orifizio uterino.
Alcuni giorni dopo Mhairi ha iniziato ad avere perdite di sangue. Con suo marito si sono recati ad un ospedale molto più lontano, attrezzato per una nascita così prematura.
Molti medici li avevano avvistati che probabilmente Jett sarebbe nato con dei deficit importanti a livello cerebrale o sarebbe morto in poche ore per i problemi respiratori.
Invece, a dispetto di tutti, e anche di alcuni effettivi problemi alla nascita, Jett ha compiuto già un anno e sta benissimo. Alla nascita la sua forza e la sua voglia di vivere lo hanno anche fatto leggermente piangere!
Fonte: Dailymail