Siamo abituati a catalogare la violenza come un atto deprecabile di aggressione personale ed intima: la violenza contro le donne è nello specifico l’azione aggressiva con cui l’uomo in generale, sia esso il compagno, l’amante, il padre o l’innamorato minaccia l’integrità fisica e psicologica della donna.
Il marchio sociale sugli atti violenti è in maniera ineludibile negativo: la società rifiuta e non giustifica la violenza sulle donne.
E’ tuttavia corretto chiedersi se questo rifiuto, che in linea di principio nessuno nega, divenga nella vita quotidiana un fattivo atteggiamento di contrasto alla violenza.
In pratica se assistiamo alla consumazione di un atto violento siamo capaci fattivamente e realmente di intervenire per limitare, arginare e fermare l’atto violento?
Violenza contro le donne – Siamo tanto “coraggiosi” e solidali con la vittima da denunciare l’aggressore?
Ragionando per principi ed ideali è innegabile che ciascuno di noi dovrebbe reagire alla violenza contro le donne soccorrendo la vittima, arginando gli atti violenti ed intervenendo in soccorso dei soggetti deboli eventualmente lesi da una qualsivoglia azione aggressiva.
Ma in pratica siamo pronti veramente a resistere alla violenza contro le donne opponendoci ad essa?
Dalla Romania arriva su YouTube un video eloquente:
Vita da Mamma oggi propone alle sue utenti di visionare un esperimento sociale realizzato in Romania e immesso sul canale video più diffuso al mondo, Youtube; si tratta di un progetto di ricerca finalizzato a studiare le reazioni degli esseri umani nel mondo reale.
Il video mette in scena delle azioni violente: nel girato un uomo aggredisce una donna incinta e i deplorevoli atti di violenza hanno luogo per strada, in aree pubbliche e trafficate.
Ma ciò che colpisce è che molti passanti non si interessano affatto alla donna in evidente stato di difficoltà, solo una minoranza di testimoni oculari della violenza si ferma e si dimostra pronta ad a prestare aiuto.
Guardando questo video è lecito domandarsi se è giusto non intervenire dinanzi alla violenza contro le donne?
L’omertà di chi passa ma non guarda può essere considerata come una forma di concorso nella violenza conto i soggetti deboli? Guardate il video e giudicate voi stessi: